L'EVANGELO COME MI E' STATO RIVELATO
di
MARIA VALTORTA
VOLUME 10°
Avviso
Cliccando sul titolo di un capitolo di questo indice, il browser si posizionerà sul corrispondente riassunto.
e scendere giù nella pagina web fino a trovare il link del capitolo desiderato, poi cliccare su di esso.
601 Introduzione.
602 Verso il Getsemani con undici apostoli. L’agonia spirituale e la cattura.
603 Riflessioni sull’agonia nel Getsemani e premessa agli altri dolori della Passione.
604 I processi e il rinnegamento di Pietro. Considerazioni su Pilato. Mt 26, 57-75; 27, 1-2.
605 Disperazione e suicidio di Giuda Iscariota. Avrebbe ancora potuto salvarsi se si fosse pentito.
606 Gesù e Maria sono l’antitesi di Adamo ed Eva. Giuda Iscariota è il nuovo Caino. La vera evoluzione dell’uomo è quella del suo spirito.
607 Giovanni va a prendere la Madre.
608 La via dolorosa dal Pretorio al Calvario.
609 La crocifissione, la morte e la deposizione dalla croce.
610 Angoscia di Maria al Sepolcro e unzione del Corpo di Gesù.
611 La chiusura del Sepolcro e il ritorno al Cenacolo.
612 La notte del Venerdì Santo. Lamento della Vergine. Il velo di Niche e la preparazione degli unguenti.
613 Riflessioni sulla Passione di Gesù e di Maria e sulla Con-passione di Giovanni.
614 Il giorno del Sabato Santo.
615 La notte del Sabato Santo.
616 Il mattino della Risurrezione. Preghiera di Maria.
617 La Risurrezione.
618 Gesù risorto appare alla Madre.
619 Le pie donne al Sepolcro.
620 Considerazioni sulla Risurrezione.
621 Apparizione a Lazzaro.
622 Apparizione a Giovanna di Cusa.
623 Apparizione a Giuseppe d’Arimatea, a Nicodemo e a Mannaen.
624 Apparizione ai pastori.
625 Apparizione ai discepoli di Emmaus.
626 Venuta dei pagani e accenni ad altre apparizioni.
627 Apparizione agli apostoli nel Cenacolo.
628 Il ritorno di Tommaso e la sua incredulità.
629 Apparizione agli apostoli con Tommaso. Discorso sulla dignità del sacerdozio e sui sacerdoti futuri.
630 Gli apostoli mandati al Getsemani. Meditazioni sulla preghiera del "Padre nostro".
631 Gli apostoli mandati sul Golgota e il loro ritorno al Cenacolo.
632 Apparizioni a varie persone in luoghi diversi.
633 Apparizione sulle rive del lago e conferimento del mandato a Pietro.
634 Ammaestramenti agli apostoli e a numerosi discepoli sul monte Tabor. Marziam consolato.
635 Lezione sui Sacramenti e predizioni sulla Chiesa.
636 La Pasqua supplementare.
637 Addio alla Madre prima di ascendere al Padre. Tutto noi abbiamo per Maria.
638 Ultimi ammaestramenti nel Getsemani e commiato. Ascensione di Gesù al Padre. Mt 28,18-20; Mc 16,15-16.
639 L’elezione di Mattia.
640 La discesa dello Spirito Santo. Fine del ciclo messianico.
641 Pietro celebra l’Eucarestia in una riunione dei primi cristiani.
642 Maria Ss. prenderà dimora al Getsemani con Giovanni, che le predice l’Assunzione.
643 Maria Ss. con Giovanni nei luoghi della Passione.
644 Istituzione della "domenica". Graduale conversione di Gamaliele. Le due sindoni.
645 Il processo a Stefano e la sua lapidazione. Le opposte vie di Saulo e di Gamaliele alla santità.
646 Sepoltura di Stefano e inizio della persecuzione.
647 Gamaliele si fa cristiano.
648 Pietro si congeda da Maria Ss. dopo un colloquio con Giovanni.
649 Transito beato di Maria Ss.
650 Assunzione gloriosa di Maria Ss.
651 Riflessioni sul Transito di Maria Ss., sulla sua Assunzione e sulla sua Regalità.
652 Commiato all’Opera.
FINE INDICE
601 Introduzione.
Gesù dice a Maria Valtorta che Egli provò tutti i dolori: fisici, morali, mentali, spirituali e anche l’abbandono del Padre poiché si era caricato dei peccati degli uomini.
Egli fu tradito nell’amicizia, attraverso Giuda,
nella fedeltà, dal rinnegamento di Pietro,
nella riconoscenza dei benefici ricevuti con le guarigioni miracolose, da coloro che Gli gridavano: "Muori",
nell’amore, per lo strazio inflitto a Sua Madre,
nella religione, dichiarandoLo bestemmiatore di Dio.
602 Verso il Getsemani con undici apostoli. L’agonia spirituale e la cattura.
Giovanni e Simone sono angosciati al sentire che il Sinedrio ha deciso l’uccisione di Gesù e che essa avverrà con il tradimento di Giuda.
Qualcuno propone di rapirLo e nasconderLo, altri dicono che ormai è in trappola.
Gesù dice che si salverà, ma morendo poiché altrimenti disubbidirebbe al Padre.
Qualcuno domanda a Gesù se ha saputo solo poche ore fa che Giuda sarebbe stato il traditore.
La risposta è che l’ha saputo da sempre e che ha cercato in tutti i modi di allontanarlo da Sé e che purtroppo l’ha dovuto sopportare e perfino proteggere da loro.
Mannaen non crede sia vero e che se lo fosse, lui seguirebbe Gesù nel supplizio, ma il Maestro risponde: "Come fidate tutti di voi! Quanta superbia è nell’uomo!"
Poi domanda se Nicodemo e Giuseppe sappiano qualcosa.
Gli rispondono che da tempo essi sono in contrasto col Sinedrio e sono tenuti all’oscuro di tutto.
Anzi, quelli del Sinedrio adesso si riuniscono in luoghi e orari diversi affinché non siano scoperte le loro trame.
Infine Gesù raccomanda ai Suoi discepoli di restare uniti, magari nella casa di Betania, se non se la sentono di stare vicino a Lui. Intanto Lui se ne va a pregare insieme a Pietro, Giovanni e Giacomo.
Poi dice a questi tre di fermarsi mentre Lui va ancora più avanti raccomandando loro di pregare per Lui - che è molto accasciato - e di non dormire poiché potrebbe aver bisogno di loro.
Essi lo promettono, ma dopo un’ora sono sorpresi a sonnecchiare. Di nuovo promettono di restare svegli e di pregare.
La Valtorta, nella sua visione, vede il Maestro sconvolto che dice: "E’ troppo amaro questo calice! Non posso! Padre, allontanalo da Me. Però, non la Mia ma la tua volontà sia fatta."
Poi va dai tre apostoli e li trova profondamente addormentati. Li sveglia e dice loro di andare con Lui poiché ormai il traditore è vicino. Dopo, va a svegliare anche gli altri otto apostoli, affinché mostrino all’insonne Satana che nemmeno i figli di Dio dormono.
Arrivano Giuda e un’orda di banditi travestiti da soldati. Giuda bacia sulla guancia destra Gesù, che gli chiede: "Amico, che sei venuto a fare? Con un bacio mi tradisci?"
A questo punto la sbirraglia cerca di impadronirsi anche degli apostoli, ma Gesù domanda loro: "Chi cercate?"
“Gesù Nazareno”.
“Sono Io. Lasciate, dunque, liberi questi altri. Io vengo." E ordina ai Suoi di riporre le armi.
Alcuni degli apostoli reagiscono in modo scomposto, altri fuggono.
603 Riflessioni sull’agonia nel Getsemani e premessa agli altri dolori della Passione.
Gesù afferma che vuole risvegliare la nostra fede nella Sua duplice natura umana e divina (che non volevamo più riconoscere per il vizio, l’ateismo, l’umanismo e il razionalismo) affinché la amiamo e per mezzo di essa ci salviamo.
Afferma che ha fatto conoscere a Maria Valtorta le Sue sofferenze fisiche e morali nella Passione e anche quelle di Sua Madre che sapeva, fin dalla nascita di Suo Figlio, che Egli era condannato a morire per salvare gli uomini.
Tra le sofferenze di Gesù c’era anche il sentire Dio Padre sempre più lontano da Lui man mano che si avvicinava la Passione.
Prima è venuto il rigore della giustizia di Dio, solo dopo la gloria. Inoltre parla delle tentazioni che i demoni quel giorno facevano sia ai Giudei che agli apostoli stessi, inducendoli alla paura e al rinnegamento e le tentazioni a Lui stesso,
prospettandoGli l’inutilità del Suo sacrificio, il dolore che avrebbe avuto Maria Santissima per la morte del proprio Figlio, l’abbandono di Dio stesso, visto che caricandosi dei peccati degli uomini Gesù si rendeva spregevole agli occhi di Dio. E per tutto ciò Gesù sudò sangue.
Fu il pensiero delle persone salvate grazie al Suo sacrificio a vincere la tentazione della disperazione.
Gesù dice che ci curiamo poco di meditare sui Suoi dolori, su quanto Gli è costata la nostra salvezza. Invece gli uomini usarono la loro mente per escogitare supplizi per Lui e le mani per colpire il Figlio di Dio, invece che per accarezzarLo.
604 I processi e il rinnegamento di Pietro. Considerazioni su Pilato. Mt 26, 57-75; 27, 1-2.
Gesù arrestato è legato non solo ai polsi ma anche alla vita e sbatacchiato di qua e di là e preso a calci da uomini - ubriachi di odio - che di uomini hanno solo l’aspetto.
La gente intanto lo fa oggetto anche di una sassaiola e di lancio di materie immonde. E anche un giovane al quale Gesù ha salvato la vita, si unisce agli aguzzini.
E’ portato davanti ad Anna - suocero del sommo sacerdote - e afferma di essere Gesù di Nazareth, il Cristo, e di aver guarito da ogni sorta di mali e soprattutto dalla lebbra invisibile del peccato, ma che i signori del Sinedrio non lo perdonano perché è buono e temono di essere detronizzati.
Anna promette che lo lascerà libero, se rivelebrà i nomi di tutti i suoi discepoli, ma Gesù rifiuta.
Poi, è condotto davanti a Caifa e accusato di ogni sorta di immoralità e di deridere i signori del Sinedrio, ma Gesù non risponde alle accuse, però ammette di essere il Cristo, e per questa affermazione è condannato a morte come se fosse una bestemmia.
Dopo, Gesù è portato da Pilato, il quale non trova colpe in Lui e saputo che è di Nazareth manda a farLo giudicare dal re Erode, che però non riesce né a ottenere miracoli, né altro, lo fa ricoprire di una veste rossa di lana e lo rimanda a Pilato.
Sollecitato dalla moglie, Pilato cerca di liberare il Maestro dicendo di non trovare colpe in Lui e propone agli Ebrei di consegnare loro Barabba perché sia condannato e di flagellare Gesù, ma essi insistono affinché sia condannato a morte.
I soldati romani incaricati, oltre a flagellarLo fin quasi ad ucciderLo, Gli conficcano in testa una corona di spine. Il popolo insiste ancora a chiedere che sia crocifisso dicendo: "Il Suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli" e allora Pilato Lo consegna agli Ebrei.
Considerazioni di Gesù:
- gli Ebrei si sarebbero sentiti contaminati se fossero entrati nell’abitazione di un gentile, non invece uccidendo un innocente. Come loro, Mi fanno ripugnanza quelli che agiscono male all’interno e poi esternamente professano rispetto alla religione e amore a Dio.
- Di nuovo ipocriti, gli Ebrei non vollero condannarMi ma pretesero che fosse Pilato a comminare la condanna.
- Pilato era un debole, ma aveva capito che colpevole era il popolo e non Io, e fin dall’inizio tentò di salvarMi, ma non seppe fare quello che avrebbe fatto un giusto, e cioè liberarMi.
Tuttavia le sollecitudini umane, la superbia della carica e l’errore del paganesimo impedivano a Pilato di comprenderMi.
Allo stesso modo avviene oggi in cui tante guardie al servizio di Satana - superbia, vizio, avidità, obiettivi umani - sbarrano negli uomini la strada a Dio e alla sua Luce.
Così come Esaù, voi barattate i beni eterni per cose che vi sono nocive per il corpo e per l’anima.
Quanti Pilati anche nel ventesimo secolo! Dove sono gli eroi del cristianesimo che dicono sempre sì alla Verità e sempre no alla Menzogna? Dove sono gli eroi che sanno affrontare il pericolo e gli eventi con fortezza d’acciaio e con serena prontezza?
- Longino era un buono vero poiché, pur avendo un grado inferiore e poche truppe, fece quel che poteva per alleviare le Mie sofferenze.
Dite che sono Io a distruggere la vostra fede in Me, perché non vi ascolto: dateMi, dunque, quel culto d’amore che Mi spetta e Io vi ascolterò.
605 Disperazione e suicidio di Giuda iscariota. Avrebbe ancora potuto salvarsi se si fosse pentito.
Giuda iscariota preso dall’angoscia dopo la condanna di Gesù corre qua e là come un pazzo; prima capita presso la casa di Caifa dove sente il clamore della folla, poi nei pressi del Cenacolo.
Urta un cane randagio, che poi gli si avventa contro ferendolo alla guancia nel punto in cui è stato baciato Gesù.
Poi finisce col ridere come un demonio di Gesù: "Ah! Ah! Il profeta! Il Messia! Il Re d’Israele! E mi hai tenuto soggetto per tre anni!"
Ma poi vede il sangue di Gesù sul masso nell’orto degli Ulivi e grida di essere stato il Caino dell’Innocente e che non c’è più posto per lui sulla Terra.
Fugge ma si imbatte con le canaglie che stanno portando Gesù da Pilato e incontra lo sguardo di Cristo. Poi corre verso il Sinedrio e anche lì vede il sangue di Gesù.
Getta in faccia a Caifa il denaro ricevuto per il tradimento e maledice sacerdoti, farisei, Giudei, scribi per averlo fuorviato.
Poi fugge di nuovo e finisce nella casa di Maria SS. che lo rimprovera di aver tradito tanto amore ma lo invita a pentirsi poiché Gesù perdona, ma Giuda scappa ancora, vede da lontano eretta sul Calvario la croce di Gesù e Lo maledice perché non lo ha salvato.
Poi usa un cordone avvolto che aveva come cintura, lo lega a un ramo di un ulivo, fa un nodo scorsoio, se lo mette al collo e si lascia scivolare nel vuoto.
La visione finisce qui.
Gesù allora dice alla Valtorta che Giuda non è un benemerito perché senza di lui, è quello che dicono alcuni, la Redenzione non sarebbe potuta avvenire;
che se l’inferno non fosse già esistito sarebbe stato creato per lui, che di tutti i peccatori e i dannati è il più dannato e peccatore, e che non avrà in eterno alcun addolcimento di pena.
che, però, si sarebbe anche potuto salvare se avesse fatto del rimorso un pentimento, ma egli ha voluto resistere alle voci della Grazia che ancora gli volevano parlare attraverso i ricordi, i terrori, il sangue di Gesù e le parole di Maria SS.
Al contrario la volontà spirituale di Pietro, era assente nel momento del rinnegamento, resa ottusa dal peso dell’umanità; ma quando poi si destò, non volle restare nel peccato e volle essere perfetta.
606 Gesù e Maria sono l’antitesi di Adamo ed Eva. Giuda iscariota è il nuovo Caino. La vera evoluzione dell’uomo è quella del suo spirito.
Gesù afferma che:
Adamo ed Eva si erano ribellati a Dio, erano stati superbi e sensuali. Maria e Io operammo il rovesciamento della colpa dei nostri progenitori, spingendo l’ubbidienza fino alla perfezione che si annichila e si immola nella carne, nel sentimento e nella volontà per accettare tutto quanto Dio vuole.
Quello che voi chiamate amore è lussuria, tanto è vero che non sapete compatirvi, aiutarvi e perdonarvi.
E’ odio, delirio paranoico che vi spinge a preferire il sapore di putridi pasti al sano cibo di eletti sentimenti.
Nessuno e nulla era escluso dal Nostro amore, esseri umani, animali e natura.
Il diavolo era riuscito a far diventare peccatori gli innocenti Adamo ed Eva.
A maggior ragione, sarebbe riuscito a farvi ripetere i peccati, una volta che vi aveva fatto perdere l’innocenza.
Lacrime rigarono il volto di Eva, la colpevole, per la morte del suo figlio buono Abele, per mano del primogenito cattivo, Caino.
Come Caino tanti uomini di oggi danno a Dio un culto ipocrita o non ne danno affatto e poi pretendono che Dio li guardi con amore e li colmi di felicità.
Dio è vostro Re, non vostro servo ed è vostro Padre. Un padre non è mai servo.
E non può non darvi i suoi castighi per il vostro scherno, poiché vi colma dei suoi benefici solo che lo amiate un poco.
Chi fa il bene diventa capace di fare un bene più grande fino a diventare santo, mentre chi fa il male scende sempre a maggiore colpevolezza.
Dio però ha lasciato ai primi uomini l’intelligenza e la capacità di dominarsi e ora con la redenzione vi ha dato anche fiumi di Grazia e potete e dovete dominare il desiderio del male.
La morte non deve essere più, nell’uomo giusto, motivo di terrore poiché attraverso di essa egli passerà al possesso eterno di Dio, mentre nel malvagio, sì, poiché passerà dall’inferno del cuore all’inferno di Satana in eterno.
Però il giusto non deve farsi giustiziere del malvagio, ma lasciare ai tribunali il compito di amministrare la giustizia.
Tuttavia, ancora più maledetto sarà chi per calcolo umano senza giustizia condanna a morte o al disonore del carcere.
E ciò vale anche per chi fa le guerre per fare dei caduti la base del proprio trionfo.
Voi ora vi gonfiate dei fumi della vostra scienza e parlate di evoluzione come di un segno della vostra formazione spontanea e pensate che l’uomo animale diventerà un superuomo.
In realtà evolverete solo passando da uomini a spiriti: è solo il vostro spirito che farà di voi i possessori eterni della Vita e potrà farvi evolvere da uomini a dei, immortali dei, senza contravvenire al desiderio di Dio e anzi come Lui desidera.
Conoscere Dio vuol dire amarlo e servirlo e perciò essere capaci di invocarlo per sé e per gli altri e di essere sacerdoti senza bisogno dell’ordinazione sacra ed essere benedetti da Me.
607 Giovanni va a prendere la Madre.
Giovanni arriva al Cenacolo e stenta a trovare il coraggio necessario per parlare a Maria, anzi scoppia a piangere quando lei lo vede.
Anche le altre donne si affacciano, ma lei lo tira nella sua stanza e chiude la porta. Lui le chiede perdono, di essere fuggito, di non aver difeso il Maestro, di aver dormito la notte prima, invece di vegliare e aiutare Gesù con la preghiera.
Lei gli risponde che il Signore lo ha già perdonato, che lei sa che è stato condannato, che sa delle sofferenze di suo Figlio, ma non dove sta in questo momento e infine comanda di andare da Lui, affinché si senta confortato dalla sua presenza.
Poi chiede alle altre donne che tacciano per essere aiutata a non piangere.
608 La via dolorosa dal Pretorio al Calvario.
La partenza per il Calvario sta per avvenire. Longino, capo dei soldati romani, impietosito offre con insistenza a Gesù la possibilità di bere acqua e miele e il Maestro infine accetta, ma solo un poco, poiché non vuole attenuare le proprie sofferenze.
Le croci destinate ai condannati appaiono già formate. Gesù appare in uno stato di estrema debolezza e vacilla sotto il peso della Sua croce.
La folla lungo la strada grida ai soldati di urtarLo e farLo cadere, ma essi si limitano a fare ciò che devono.
Longino vorrebbe prendere la strada più breve per arrivare al Golgota. La folla vuole invece allungarla, ma dopo un poco Longino sceglie secondo i propri desideri.
Gesù dà segno di cadere e un soldato lo impedisce, mentre la gentaglia ride e urla di lasciarLo finire a terra e lancia anche sassi contro il Maestro.
Anzi, al vederLo barcollare, urla dicendo che la Sua dottrina Gli è andata alla testa, mentre i sacerdoti ribattono che sono i festini in casa di Lazzaro che ora fanno fumo e che adesso mangi il loro cibo.
Meno male che ci sono i pastori che a volte chiamano Gesù con confortante benevolenza.
C’è anche qualche sparuto gruppo di donne che, invece, piange e pure qualche uomo.
Quando Gesù cade per la terza volta, batte il volto sulle pietre sconnesse e pare morto ma poi si rialza con l’aiuto dei soldati.
A questo punto Longino decide di prendere la strada meno ripida ma più lunga intorno al Calvario.
Poi le "pie donne" offrono un telo di lino a Gesù che se lo appoggia sul viso, come se vi trovasse ristoro, poi le ringrazia chiamandole per nome e dicendo loro di piangere piuttosto su loro stesse, poiché questo deicidio non resterà impunito e sarà fortunato chi cadrà per primo sotto le macerie.
I soldati decidono di fissare una corda intorno alla vita di Gesù affinché non cada, ma ciò aumenta ancora di più le Sue sofferenze riaprendo le ferite causate dalla flagellazione.
Allora Longino vede un orticoltore fermo lungo la strada e gli ordina perentoriamente di prendere sulle spalle la croce di Gesù.
Intanto Maria riesce ad avvicinarsi e a gridarGli: "Figlio!" ma senza toccarLo per non aggravare il Suo dolore fisico.
609 La crocifissione, la morte e la deposizione dalla croce.
Ai tre condannati è porta un’anfora con una mistura anestetica di vino mirrato (che Gesù rifiuta) e sono invitati a spogliarsi del tutto. Poi verrà porto loro uno straccio per coprirsi l’inguine.
Gesù volta le spalle al popolo e così gli mostra la schiena piena di ferite. Poi Si gira di nuovo e si vedono le Sue molte ferite anche davanti. La folla Lo schernisce e intona una sorta di salmo beffardo.
I due ladroni si rivoltano al punto che occorrono anche dei soldati per tenerli fermi mentre sono crocifissi.
Al contrario, Gesù ubbidisce a tutti gli ordini dei carnefici e getta solo un urlo mentre Gli viene confitto il primo chiodo perché poi, per non far soffrire la Madre, si trattiene dal gridare ma Gli escono solo lamenti rochi e lacrime, mentre il popolo tace per ascoltare ogni rumore e gioirne. In seguito i boia piantano la croce per terra.
Poi è data alla Madre la possibilità di avvicinarsi al Figlio crocifisso. La folla rivolge anche a lei gli insulti più obbrobriosi.
Poi tornano a gridare lazzi e insulti a Gesù, anche scimmiottando gli osanna del giorno delle palme.
Intanto Lui soffre per il peso del corpo sui piedi, mentre le mani stanno diventando cadaveriche perché sono state abbandonate dal sangue e per lo sforzo di respirare in quella posizione.
Anche uno dei due ladroni insulta Gesù, mentre l’altro lo rimprovera perché, come lui stesso, ha fatto morire di dolore e vergogna la propria madre e chiede misericordia a Gesù. L’oscurità si sta facendo sempre più fitta.
Intanto si aggrava sempre più l’agonia di Gesù, che infine esclama: "Padre, nelle tue mani raccomando il Mio spirito!" e dopo altre sofferenze e convulsioni muore.
La Terra risponde con il boato di un terremoto, dei fulmini solcano il cielo e qualcuno di essi cade sulla folla. Le tombe si aprono e alcuni dicono di aver visto dei morti risorgere e maledirli per il loro deicidio.
Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo escono da un rifugio per chiedere il corpo di Gesù e viene risposto loro che devono chiederlo in fretta al proconsole, poiché i Giudei vogliono averlo anche loro, forse per farne sfregio.
Ottenuto il permesso, con l’aiuto di Giovanni staccano il corpo di Gesù dalla croce.
Vorrebbero stenderlo su un lenzuolo ma la Madre chiede loro di consegnarlo a lei che se Lo pone sulle ginocchia e Lo chiama con voce straziata e Gli leva la corona di spine dalla testa.
Poi accetta di consegnare il corpo a Giuseppe affinché sia messo nel suo sepolcro nuovo.
610 Angoscia di Maria al Sepolcro e unzione del Corpo di Gesù.
Una volta portato il corpo dal Calvario giù al sepolcro, che sta alla base del monte, lo mettono nel loculo.
Entrano solo Giovanni e Maria poiché lo spazio è ridotto. Maria piange su quel corpo straziato, ne stringe le mani tra le proprie e geme, poi grida di nuovo al vedere l’incisione sul costato che lascia intravvedere il cuore:
“Povero Figlio! Quante ferite! Come hai sofferto!”
Poi chiede di essere lasciata nel sepolcro a pregare accanto a Lui in attesa della risurrezione e, al vedere Giuseppe e Giovanni che si avvicinano, dice che:
- si tiene lei quel corpo, che essi non hanno imparato nulla pur avendoLo avuto per Maestro, visto che non L’hanno saputo difendere;
- che nemmeno credono ancora nella Sua risurrezione e che a questa generazione malvagia e adultera non sarà dato che il segno di Giona;
poi anche lei è tentata da Satana che le dice che non sta scritto nulla della Sua risurrezione, ma subito lei prega che le sia allontanato ogni dubbio,
e che Dio abbia pietà degli uomini senza fede, poiché a tal punto ogni orrore è possibile.
A questo punto i due preparatori sono pronti a spargere gli unguenti sul corpo di Gesù e lo avvolgono nella tela della sindone.
Finita la visione, Gesù dice alla Valtorta che la gente crede che la Redenzione fu compiuta al momento del Suo ultimo respiro.
In realtà, la compì Maria con la sua sofferenza nella carne, nel cuore e nello spirito di Madre per redimere la triplice concupiscenza di Eva e vincendo la tentazione di Satana che voleva indurla a non credere nella risurrezione.
611 La chiusura del Sepolcro e il ritorno al Cenacolo.
Maria si china ancora una volta a baciare il Figlio attraverso le Sue coperture e ha una nuova crisi di desolazione sicché devono portarla via quasi di peso.
Poi fanno scorrere una grossa pietra e mettono delle ramaglie a chiusura del sepolcro.
Maria vorrebbe restare almeno fuori dal sepolcro ma le obiettano che non è possibile e lei comincia a supplicare.
Finalmente la Maddalena trova l’argomento convincente, che essi hanno bisogno di lei per essere rassicurati nella loro debole fede.
Poi per strada incontrano Elchia che insulta Giuseppe e lo accusa di fornicare con Roma adesso, ma si fa avanti Nicodemo e gli ribatte che è meglio con Roma che col Demonio, come fanno loro, deicidi.
Maria ammette che questi farisei sono dei delinquenti e dei sacrileghi. Essi hanno il rimorso ma non il pentimento che consisterebbe nell’ammettere che Gesù era il Messia e nell’adorarLo.
Aggiunge che i soldati romani sono stati più buoni sul Golgota e vorrebbe avere la lancia con cui è stato aperto il petto di Gesù; e Giovanni promette che domani andrà a chiederla.
Arrivati alla casa di Lazzaro, lei li ringrazia e saluta e chiede loro di portarla al Cenacolo; ed essi promettono che lo faranno l’indomani, dopo il riposo.
612 La notte del Venerdì Santo. Lamento della Vergine. Il velo di Niche e la preparazione degli unguenti.
Le altre donne cercano di darle qualcosa - vino, miele, latte - ma Maria vuole solo piangere e chiedere e sentirsi promettere che saranno cercati gli altri apostoli, la lancia e le vesti di Gesù.
Giovanni a sua volta piange perché vede la Madonna febbricitante e affannata e teme che possa morirne.
Allora lei lo chiama per rincuorarlo e lui la convince a non desiderare la morte, visto che non vorrebbe lasciare solo il “figlio” in questo mondo di lupi.
Anche le altre donne cercano di confortarla parlando della risurrezione di Lazzaro, del figlio della vedova di Naim e della figlia di Giairo.
Giovanni dice che porterà una veste monda a Gesù per la Sua risurrezione, se lei lo permette.
Maria, però, risponde che lei non conosce gli usi della gente del luogo e la sua ferocia, che Gli ha tolto la veste che Lui aveva voluto per sé per farsi vedere in Gerusalemme e torna a piangere.
Allora escono tutti fuori, lasciandola in casa e la sentono chiedere perdono a Dio di stare diventando superba e cattiva, giustificandosi, però, col dire che non si era trovato neanche un piccolo gruppo di discepoli che impedisse che Gesù venisse anche torturato oltre che ucciso.
Il padrone di casa rientra portando brutte notizie: molti morti nel terremoto, ferite nelle risse tra Giudei e seguaci del Nazareno, ordini di arresto da parte di Pilato per i capi del Sinedrio e i seguaci di Gesù.
Dopo questa visione, dal Poema IX 13 è riportato il Lamento della Vergine.
In esso la Madre ricorda il passato, da quando Gesù era nel suo grembo, fino all’età adulta in cui Lo seguiva con fatica pur di esserGli vicina e ora la Sua morte crudele e di non averGli potuto dare neanche una goccia d’acqua.
Si lamenta di non essersi saputa ribellare per la prima volta nella sua vita per poter restare nel sepolcro accanto a Lui e aggiunge che ora deve perdonare coloro che Lo hanno torturato e ucciso, perché così ha voluto Lui.
Arriva Niche portando il telo di lino con cui Gesù si è asciugato il volto sul Calvario e Maria ne è contenta.
Poi le donne pensano a come procurarsi gli unguenti da usare il giorno dopo il sabato sul corpo di Gesù. In molti hanno paura di uscire, ma la Maddalena decide che andrà lei, da sola, a prenderli al vecchio palazzo dove li teneva nascosti e li usava per rendere ancora più folli i suoi amanti e che ora li userà solo in modo santo, per il Signore.
Quando ritorna, mostra che non le è successo nulla e cerca di non farsi vedere piangere, altrimenti finisce che i presenti non concludono nulla.
613 Riflessioni sulla Passione di Gesù e di Maria e sulla Con-passione di Giovanni.
Gesù dice a Maria Valtorta:
- di come abbia visto in Lui e in Maria quanto costi essere dei Salvatori, quanta generosità, pazienza, mitezza, costanza, fortezza per sopportare le Loro torture subite per la carità di salvarci;
- tutti coloro che vogliono essere dei salvatori devono avere Loro per modelli, anche se per essi non si tratterà di croci, spine, chiodi ma di regole austere degli ordini religiosi;
- di come Lui abbia fatto crocifiggere le Sue mani e i Suoi piedi per riparare tutto il male fatto dagli uomini con le mani e i piedi;
- di come il Suo corpo sia stato tutto macerato e contuso per punire il culto esagerato, l’idolatria che noi abbiamo per la carne nostra e per quella di chi amiamo per capriccio di senso o anche per affetto di figlio, genitore o coniuge, più di quanto amiamo Dio;
- dobbiamo amare Dio con tutto noi stessi: ciò non ci renderà indifferenti ai congiunti, ma anzi alimenterà il nostro amore. E’ col distacco dalla carne che essa è portata alla Bellezza eterna del cielo;
- la Sua testa fu torturata per punire le colpe della nostra mente: superbia, impazienza, insopportabilità e insofferenza che pullulano come una fungaia nel nostro cervello e nel nostro pensiero;
- anche gli occhi, la bocca, il naso e la lingua ebbero la loro parte per riparare le colpe umane: gli occhi per gli sguardi a ciò che è male, le troppe parole e le parole bugiarde, sporche e lussuriose invece di pregare e confortare;
- la lingua per le golosità, il naso per la sensualità dell’olfatto che portano poi a più gravi colpe con l’avidità di cibi superflui senza pietà per chi ha fame, cibi che gli uomini spesso si possono permettere ricorrendo a mezzi illeciti di guadagno;
- anche i Suoi organi interni ebbero le loro sofferenze: soffocazione e tosse per i polmoni contusi dalla barbara flagellazione e per la posizione sulla croce, affanno e dolore per il cuore per la crudele flagellazione;
- il dolore morale, la fatica del portare la croce, l’anemia consecutiva al sangue perduto; soprattutto i reni, quasi spezzati dai flagelli non hanno potuto più lavorare, causando così le sofferenze dell’uremia e i segni trovati poi sulla sindone, una sete insopportabile senza nessuno che Gli sapesse dare un goccio d’acqua;
- infine, soprattutto il dolore di occasionare tanto dispiacere a Sua Madre, più grande di quello del tradimento e della consapevolezza che il Suo sacrificio sarebbe stato inutile per molti.
- parla poi di Giovanni che si preoccupa di dare a Gesù almeno il conforto di avere la Madre accanto in quell’ora di estrema sofferenza senza timore per sé tra quella folla imbestialita.
614 Il giorno del Sabato Santo.
Giovanni esce di casa e le donne restano sole e più intimorite che mai.
Arriva Mannaen e si mette a disposizione per fare quello che serve. E’ incaricato di andare a scoprire se Giacomo, Giuda d’Alfeo e l’altro Giacomo sono salvi e farlo sapere a Lazzaro.
Mannaen si accinge ad andare, ma fa un gesto di dolore perché è stato ferito, però dice che si tratta di cosa lieve e, comunque, si dichiara guarito dal satanismo degli Ebrei, attraverso l’ultimo grido di Gesù.
Solo che ora vorrebbe vedere Gesù: allora Maria gli indica il Suo sudario e lui si inginocchia in adorazione.
Poi, entrano nel Cenacolo dove tutto è rimasto come era alla fine della Cena.
Maria ha un nuovo scoppio di pianto, ma poi si lascia condurre via per timore che possano andare lì i Giudei ed esprime il desiderio di un grande cofano per racchiuderci "tutti i suoi tesori".
Arriva Isacco ed è mandato a rassicurare Lazzaro sull’incolumità dei discepoli e di mandare da lui quelli che trova.
Poi viene Longino a portare a Maria SS. il ferro della lancia con cui era stato trafitto Gesù e promette di farle avere anche le vesti, se non sono state già vendute dai soldati.
Si dispiace di aver conosciuto Gesù solo troppo tardi, dalle parole dei suoi uomini.
Maria risponde che ora c’è la Sua Chiesa, percossa e dispersa ma che si riunirà dopo la tempesta.
A mezzogiorno torna Giovanni che riferisce di non aver trovato nessuno, salvo l’orrido corpo dell’Iscariota penzolante da un ulivo, su cui urlano gli avvoltoi in risse atroci.
Maria lo incarica di andare a cercare le vesti di Gesù; Giovanni dice che forse il Suo mantello è rimasto nel Getsemani e andrà a cercarlo.
Arriva anche Giovanna di Cusa che dice: “Mi ha salvata e Lui è morto. Ora non vorrei più essere stata salvata.” Maria, però, le risponde che se non fosse stata salvata, ora non potrebbe servirLo né aiutare a generare la nuova fede sulla Terra. Poi, rimasta sola, dice che lei deve confortare tutti, ma non c’è nessuno che conforti lei.
Si fa sera e le donne diventano ancora più tristi.
615 La notte del Sabato Santo.
Maria SS. racconta a Maria d’Alfeo che provava molta gioia a raccogliersi nella preghiera, ma che negli ultimi tre giorni ciò non avveniva più, per la passione e la morte del Figlio e in più Satana la tentava a non credere nella risurrezione.
Ciò sarebbe stato un negare la Verità e Potenza di Dio, un perdere la fede come Eva, un mordere di nuovo il frutto proibito e un disfare per superbia l’opera della Redenzione.
Perciò dica ai suoi figli e apostoli di restare fermi contro le tentazioni del mondo, della carne, del potere e di Satana, per non distruggere ciò che Gesù ha fatto.
La cognata afferma che intende rimproverare aspramente i suoi figli perché sono stati dei vili e che non li perdonerà mai.
Maria SS., invece, ribatte che deve perdonarli poiché è stato un momento di smarrimento e, d’altra parte, non credevano che Gesù potesse essere preso.
Aggiunge che se esse sono restate sotto la croce è stato solo per una grazia di Dio, altrimenti sarebbero fuggite anche loro, perciò non devono insuperbire.
Invece agli apostoli non ha concesso tale grazia affinché capiscano come è facile cadere in abiura, poiché devono essere i sacerdoti di domani.
Arriva Giovanni col mantello di Gesù, insanguinato e morso, probabilmente da Giuda prima di suicidarsi.
Aggiunge di aver visto anche Pietro che gli ha riferito che c’era ancora il sangue di Gesù sull’erba la mattina dopo.
A sua volta, Simon Pietro è lì alla porta, ma non ha il coraggio di entrare poiché si sente un rinnegatore.
Maria è costretta a tirarlo dentro con la forza e poi lo consola dicendogli che è stato un pover’uomo - finché presumeva di sé - e che sarà un santo; e che lei avrebbe perdonato anche Giuda - pur di salvare la sua anima - se si fosse pentito.
Allo stesso modo dovrà fare lui in futuro, perdonando nonostante ripugnanze e risentimenti, pur di salvare un’anima.
Deve credere - a differenza di quanto ha fatto in passato, ad esempio davanti a Lazzaro morto da quattro giorni - e amare, altrimenti sarà un fariseo che opprime con i suoi formalismi.
Poi lo manda a mangiare e a riposarsi, mentre lei resta a pregare per il ritorno del Figlio.
616 Il mattino della Risurrezione. Preghiera di Maria.
Pietro torna a piangere al pensiero di avere rinnegato Gesù, ma la Maddalena gli insegna che è piuttosto la superbia a indurlo a comportarsi così, cioè il dispiacere di poter essere disprezzato dal mondo piuttosto che il dolore di essersi comportato male.
E che deve pensare ad agire, a cambiare sé stesso piuttosto che a piangere sul passato.
Così ha fatto lei, invece di cercare compassione per il disprezzo del mondo e ora si dispiace di poter offrire a Dio solo un cuore corrotto e di non essere degna di spargere balsami sul corpo di Gesù con le sue mani che hanno dato tante carezze lascive.
Ora dichiara che lei è quella che, dopo la Madre, più di tutti crede nella risurrezione di Gesù, perché Lui che dice sempre il vero l’ha promesso e perché ha risuscitato perfino Lazzaro che era già marcio.
Poi, - dopo aver convinto la Madre a restare a casa, visto che è troppo debole, senza cibo da giorni - esce con le altre donne per andare al sepolcro, in attesa dell’indomani, il terzo giorno, in cui Gesù risorgerà.
La Maddalena le dice che saprà imbalsamare le membra di Gesù col proprio amore, come fece ai Suoi piedi in casa del Fariseo, meglio che con gli unguenti.
Preghiera di Maria
“Gesù, non torni ancora? La tua povera Mamma non resiste a saperti là morto. …
O mio Gesù, non attendere che sia compiuto il terzo giorno per tornare alla vita, alla Tua Mamma cha ha bisogno di vederTi vivo, per non morire ricordandoTi morto.
Padre santo, ascolta la tua serva. Non ti ho mai chiesto nulla per la mia ubbidienza ai tuoi voleri. Non ho più sangue! L’ho sparso con Lui nella notte del Giovedì e nel Venerdì funesto.
Non ho paura di morire, ma come faranno questi piccoli, il piccolo gregge del Figlio mio, così debole, così pauroso, così volubile se non c’è chi lo sorregge?
Io sono un nulla, ma un po’ del mio amore per il mio Figlio annulla la mia manchevolezza.”
Poi si prostra a terra a pregare anche con i suoi gesti e nemmeno sente il terremoto che, invece, spaventa gli altri presenti nella casa.
617 La Risurrezione.
Le guardie annoiate, infreddolite e assopite vegliano il Sepolcro.
In cielo, dall’oriente si affaccia una meteora molto splendente, che come una palla di fuoco di insostenibile splendore scende velocissima verso la Terra.
Le guardie alzano il capo stupite, anche perché con la luce arriva un boato potente e armonioso che riempie tutto il Creato.
E’ l’alleluia, il Gloria angelico, che segue lo spirito del Cristo che torna nella Sua Carne gloriosa.
La meteora divelle l’inutile serrame del Sepolcro e fulmina di terrore e di fragore le guardie messe a custodirlo.
Il corpo di Cristo ora diventa sfolgorante di luce che esce dalle cinque piaghe, senza più ferite né sangue.
Ed ecco che altre due luci compaiono sulla soglia del Sepolcro in atteggiamento adorante nei confronti del Risorto.
Tutta la natura ora splende nelle sue rugiade e nei colori. Gesù alza la mano e benedice, lasciando la Valtorta in una letizia che cancella i più lievi ricordi di tristezze, sofferenze e titubanze per il domani.
618 Gesù risorto appare alla Madre.
Maria è prostrata col volto a terra, ma improvvisamente un vento impetuoso spalanca la finestra e Le appare Gesù, molto più bello di prima della Passione.
Maria esclama tra le lacrime di commozione: "Gesù, mio Dio" ma Egli non la vuole vedere in ginocchio e, con un sorriso radioso e trionfante, la chiama "Mamma" e le dice che ora non ha più da piangere per il suo Figlio, poiché la redenzione è avvenuta.
La ringrazia di averLo concepito, allevato, aiutato in vita e in morte. Aggiunge che adesso va al Padre ma poi tornerà per dare forza ai deboli e che lei farà più di tutti i santi nel fortificare la Chiesa e poi Lui verrà a prenderla".
619 Le pie donne al Sepolcro.
Le donne vanno insieme al sepolcro cercando di non dare nell’occhio. In quel momento si avverte un nuovo terremoto con un forte boato.
Maria maddalena vede le guardie rovesciate per terra e vedendo aperta la porta del Sepolcro teme che il Signore sia stato portato via.
Perciò torna indietro a dirlo a Pietro e Giovanni. Invece Marta e Maria d’Alfeo vanno al Sepolcro e da esso vedono uscire una grande luce mentre dentro vedono una creatura bellissima che dice loro:
"Non abbiate timore. Sono l’angelo del Divino Dolore. Gesù di Nazareth è risorto. Andate e dite a Pietro e ai discepoli che Egli vi precede in Galilea."
Maria e Marta, però, per timore di non essere credute dagli apostoli e di essere sospettate della morte delle guardie decidono di tacere.
Intanto Pietro e Giovanni si recano al Sepolcro e, trovandolo vuoto, pensano anch’essi che il corpo di Gesù sia stato rapito.
Pietro incarica la Maddalena di avvisare Maria Vergine, ma lei risponde che preferisce restare lì, poiché quel luogo è l’unica cosa che resti loro di Gesù,
ma poi vede anche lei che il Sepolcro è vuoto e scoppia a piangere e guardando fuori vede un uomo bellissimo che le chiede con pietà perché piange.
La maddalena risponde che hanno portato via il Signore che lei era venuta a imbalsamare e gli offre molto denaro affinché le dica dove è stato messo.
Solo quando Egli la chiama per nome, lei Lo riconosce e vorrebbe baciarGli i piedi. Poi tutte le donne confermano a Pietro e a Giovanni che Egli è risorto,
ma Pietro e Giovanni non vogliono crederci e dicono che si tratta di fantasie femminili, finché non è la Madre stessa di Gesù a confermare che Egli è veramente risorto.
620 Considerazioni sulla Risurrezione.
Gesù dice che le preghiere ardenti di Maria hanno anticipato di qualche tempo la Sua Risurrezione, come avevano anticipato di qualche anno sull’epoca prefissata l’annunciazione del Suo concepimento e la Sua nascita.
Gli angeli Lo adorano e la natura si inchina a Lui, mentre le guardie assopite - simbolo delle persone in colpa grave - non si accorgono di Lui.
Ora va dalla Madre che Lo ha generato, custodito e confortato e che è stata la nuova Eva che ha vinto il Demonio e il mondo.
Poi si presenta alla donna redenta - la Maddalena - che Lui è venuto a liberare dal morso della lussuria, affinché le altre donne si avvicinino a Lui con fede e credano nella Sua Misericordia che comprende e perdona.
Non si fa toccare da lei, ma le dà l’incarico di essere messaggera della Risurrezione e della Misericordia divina.
621 Apparizione a Lazzaro.
Bartolomeo dice di essere fuggito la sera della passione e che ora cerca di riparare come può, non cedendo all’abbattimento sterile.
Simone Zelote dice che (a titolo di riparazione) si deve anche diffondere la Sua dottrina, visto che non salvarono la vita a Gesù, ma Lui aveva detto a Lazzaro che li perdonava poiché era Satana che li aveva traviati e che, invece, essi non si sarebbero perdonati, di dire loro che non cadessero nel più grande peccato, quello della disperazione.
Poi Gesù appare a Lazzaro e gli comanda di dire agli apostoli di andare al Cenacolo.
622 Apparizione a Giovanna di Cusa.
Giovanna sta piangendo su un sedile, tutta scossa dai singhiozzi. Gesù entra silenziosamente nella stanza, le va vicino e le domanda perché piange.
Lei, senza voltarsi a guardare chi è che le parla, risponde che ora non può nemmeno piangere Gesù nel Sepolcro, che altre donne L’hanno visto risorto ma lei no,
e che ora è cominciata la sua passione poiché suo marito non crede, la deride e le impone di non venerare nemmeno la memoria di Gesù per non rovinare lui, e ora lei non sa se ubbidire a Dio o al marito.
Gesù le chiede di portare questa croce con l’aiuto Suo, di continuare ad amare il marito con pazienza e sottomissione;
di aumentare la sua dolcezza quanto più il marito avrà in sé paure umane e ombre di interessi terreni;
di andare da Sua Madre, di non separarsi da lei e di raccontare solo a lei questa visione;
poi, lei vede i figlioletti felici, poiché hanno avuto dei sogni bellissimi.
Allora li lascia per andare dalla Madre di Gesù, le racconta di averLo visto e chiede di essere aiutata a rigenerare la fede in suo marito.
623 Apparizione a Giuseppe d’Arimatea, a Nicodemo e a Mannaen.
Mannaen e alcuni pastori sono diretti verso il Cenacolo secondo l’ordine di Gesù.
Qualcuno dice di voler ben vedere Gesù risorto per avere il coraggio di sfidare Israele ora più contrario che mai.
Infatti, i Capi del Sinedrio e i farisei ora cercano chi può sapere della Risurrezione per imprigionarlo e hanno pagato le guardie affinché dicano che il corpo di Gesù è stato portato via dai discepoli.
A questo punto compare il Maestro che li invita a mondare la loro fede ancora impura, a restare quasi tutti lì e ad andare in città dagli altri solo l’indomani. Poi scompare.
Giuseppe domanda se era Lui. Mannaen gli risponde che era veramente corporeo e bellissimo e che mandava calore, con piaghe che parevano aperte ma non perdevano sangue.
E aggiunge che se Erode gli offrisse il suo regno, gli risponderebbe che il trono e la corona sarebbero come sterco ai suoi occhi, che ora possiedono la conoscenza beata del Volto di Dio.
624 Apparizione ai pastori.
I pastori credono alle voci sulla risurrezione di Gesù e ne sono lieti come bambini, quantunque qualcuno di loro ricordi la grande sofferenza provata nel vedere Gesù in croce.
Mentre stanno parlando, il Salvatore appare loro dicendo: "Servi fedeli. Eccomi. Andate. Vi attendo a giorni in Galilea. Voglio dirvi che vi amo. La pace a voi di buona volontà."
Il pastore Gionata aggiunge poi: "Non ho rancore contro chi è ingiusto con me. Il Signore mi ha insegnato la perfetta mansuetudine. Vivrò nella povertà a Lui tanto cara e Lo servirò fino all’ora della Sua chiamata.
Gli offrirò anche la rinuncia alla mia padrona. Questa è la spina più dura, ma ora che ho visto il dolore del Cristo e la Sua gloria, non devo pesare il mio dolore.
625 Apparizione ai discepoli di Emmaus.
Due discepoli camminano per strada mostrando la loro delusione visto che Gesù non si è manifestato quel re capace di riunire Israele come lasciava sperare, e nemmeno ha fulminato i Suoi nemici scendendo dalla croce.
Gesù, che si era accompagnato con loro dichiarandosi al servizio di un Signore col compito di raccogliere tutte le pecore della Terra, dice loro che sono stati duri di cuore a non comprendere la Sacra Scrittura, che la ricostruzione del regno d’Israele non era limitata nel tempo, nello spazio e nel mezzo.
nel tempo, poiché è eterno, nello spazio poiché si estende a tutti gli uomini - e non ai soli Ebrei - e nei mezzi poiché si basa sull’amore e non sull’oppressione, come invece avviene nei regni terreni.
Aggiunge che Lui è risorto anche nella carne e non solo come spirito e che al tempo predetto dopo la Sua morte, la città deicida sarà distrutta.
E come col sangue dell’agnello furono salvati i primogeniti d’Israele in Egitto, così col sangue dell’Agnello saranno salvati i primogeniti di Dio, cioè gli uomini che con la buona volontà si saranno fatti sacri al Signore.
E che non sarebbe stato conforme alla Sua misericordia e alla Sua missione di Salvatore il punire coloro che Lo avevano messo sulla Croce senza dare ai peccatori il tempo di credere e di invocare con contrizione il Suo sangue su di loro.
E che ora che è risorto, dopo aver immolato Sé stesso portando l’ubbidienza alla perfezione, ascenderà al Cielo e inizierà il Suo regno glorioso, al quale chiama tutte le tribù del mondo, senza distinzione di costumi, di colore di pelle e d’idiomi.
Gesù li saluta per proseguire, ma i due discepoli Lo trattengono per essere istruiti ulteriormente da Lui e, dopo averGli lavato i piedi secondo l’usanza ebraica, Gli chiedono di pregare prima di prendere cibo.
Allora il Maestro svela con i Suoi atti di essere Gesù e sparisce, come dicono i Vangeli tradizionali; e i due discepoli commossi decidono di andare a riferire agli apostoli ciò che era capitato loro.
626 Venuta dei pagani e accenni ad altre apparizioni.
Gli apostoli e le donne raccolti nel Cenacolo sono al tempo stesso lieti per la risurrezione di Gesù e timorosi dei nemici ebrei.
Infatti, quando arrivano alcuni Romani e Romane accompagnati da Longino li accolgono con diffidenza, ma quelli chiedono di parlare con Maria SS. che li riceve benevola e presenta loro gli apostoli.
Poi uno di loro dice che essi hanno avuto una visione del volto di Gesù dolcemente sorridente e ora chiedono unanimi di non essere respinti.
Su domanda degli apostoli, anche le pie donne presenti confessano di aver avuto ciascuna una visione di Gesù.
627 Apparizione agli apostoli nel Cenacolo.
Gli apostoli stanno riuniti nel Cenacolo dopo aver cenato nella semioscurità e parlano a riguardo di Gesù, esprimendo le proprie paure per il loro comportamento durante la Passione e per i loro dubbi riguardo alle testimonianze delle donne.
All’improvviso la stanza si illumina come per un lampo abbagliante. E’ Gesù che dice loro: "Ma non temete così! Sono Io, il vostro Gesù. Perché volete ancora vedere, comprendere, giudicare?"
Poi invita Giovanni, che era già reso tutto mondo per il suo amore, ubbidienza e fedeltà e dal Suo sangue, a farsi avanti per primo a verificare le Sue ferite.
Anche gli altri sono invitati a toccarLo per rendersi conto che non è un fantasma e che è caldo e pesante.
Pietro desidera sentirsi dire che non deve temerLo.
Gesù gli risponde che il volto del sudario avrebbe già dovuto fargli capire che lo capiva e lo perdonava e gli domanda se vuole ora peccare per ostinazione dopo averLo rinnegato per presunzione.
Gli domandano perché sia già apparso a tante persone, ma solo ora ai Suoi apostoli e perché non abbia dato anche a loro la grazia di esserGli fedeli.
Il Maestro risponde di quanto si fossero comportati male con Lui: uno Lo aveva tradito, un altro Lo aveva rinnegato, gli altri erano fuggiti, mentre i pastori gli erano stati fedeli e vicini, le donne Gli erano state accanto malgrado la marea di un popolo che Lo bestemmiava.
Gli apostoli dovevano essere i Suoi continuatori, convertire il mondo, cosa molto difficile, a cui sono di ostacolo gli sdegni, i ribrezzi, gli orgogli e gli zeli esagerati.
Perciò, era necessario che fosse frantumato il loro orgoglio di ebrei, maschi, apostoli per lasciare spazio alla mitezza, alla pazienza, pietà e amore senza borie e ribrezzi.
In particolare, se Pietro non fosse stato spezzato così, sarebbe diventato un lupo anziché un pastore.
Intanto lascia loro la pace del Suo perdono mentre li incarica di andare nel mondo a continuare l’evangelizzazione e di rimettere i peccati in Suo nome ricordando la loro debolezza, per essere giusti nel giudicare.
628 Il ritorno di Tommaso e la sua incredulità.
Dieci apostoli sono nel Cenacolo, manca Tommaso e nessuno sa dire dove sia. Giovanni confessa che quando vede il posto vuoto lasciato da Giuda iscariota, pensa al tradimento e a Satana; e suggerisce umilmente agli altri di sostituirlo nominando un altro apostolo.
Pietro dice di aver sentito che quelli del Tempio non sanno che fare del corpo di Giuda. Qualcun altro, invece, afferma di aver sentito che è stato seppellito sotto l’ulivo al quale si era impiccato.
Pietro si rifiuta di nominare lui un altro apostolo, ritenendo di aver già commesso troppi errori e, d’altra parte, tutti hanno paura di sbagliare sul da farsi vista la loro diversità di opinioni rispetto a quelle di Gesù, ad esempio sui pagani.
Qualcuno bussa al portone: è Tommaso, con Elìa che era andato a cercarlo. Gli dicono che hanno visto Gesù risorto, ma lui rifiuta di crederci, sostiene che hanno visto un fantasma, che sono tutti folli, anche le donne;
che per quanto sia buono e un Dio, sarà risorto come spirito ma non in carne e ossa; e comunque non può venire tra persone che l’hanno così poco amato;
e che lui sarà pronto ad aiutarli a predicare la Sua dottrina, ma crede solo a ciò che lui stesso ha visto.
629 Apparizione agli apostoli con Tommaso. Discorso sulla dignità del sacerdozio e sui sacerdoti futuri.
Gesù compare di nuovo agli apostoli riuniti nel Cenacolo e dice il solito: "Pace a voi". Essi gli vanno subito intorno, salvo Tommaso, ora vergognoso della propria incredulità.
Allora Gesù lo chiama ripetutamente e, una volta che si è avvicinato, gli prende la mano e la porta a toccare le Sue ferite. E gli raccomanda di non essere incredulo ma fedele.
Poi il Maestro prende del cibo insieme a loro e li invita a non turbarsi poiché Lui li ha eletti, li ha amati e li ama ancora.
Aggiunge che conferisce loro il potere di rimettere i peccati. Non basterà, infatti, il battesimo per far presentare mondi gli uomini al giudizio divino. Per questo occorrono i sacerdoti che li assolvano dopo le loro ricadute nei peccati.
Ma i sacerdoti dovranno essere mondi in sommo grado per mondare chi verrà a loro sporco di peccati: dovranno essere puri di cuore, di mente, di membra e di lingua per essere degni di toccare e amare l’Eucarestia, come Maria SS. ha dovuto essere sgombra dal peccato originale e da quello individuale per essere degna di avere in seno il Figlio di Dio.
Dice che in troppi sacerdoti nel passare dei secoli rimarrà la veste ma il sacerdote sarà morto e - invece che una luce nelle tenebre e una leva che innalza - sarà un peso di morte, un parassita e un Giuda del futuro.
Aggiunge che tuttavia Lui avrà pietà di queste turbe infinite, greggi senza pastori o con troppo rari pastori, ma darà loro il pane, l’acqua, la luce che gli eletti a queste opere non vogliono dare, ripetendo il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, magari con l’opera di anime laiche. Benedette loro e ancor più benedetti i sacerdoti che sapranno rimanere apostoli per i Suoi poveri figli.
630 Gli apostoli mandati al Getsemani. Meditazioni sulla preghiera del "Padre nostro".
Gli apostoli guardano Gesù risorto con timore reverenziale e imbarazzo per le ferite che vedono in Lui e che sono per loro un rimprovero continuo, per la loro viltà - visto che essi sono fuggiti la sera della Sua passione - e per la loro incredulità e stoltezza.
Ma Gesù spiega che le ferite devono rimanere per ricordare agli uomini l’amore che un Dio ha mostrato per loro sottoponendosi a tante sofferenze e ricordare a cosa conducono le colpe umane.
Aggiunge poi che comunque il Suo dolore peggiore è un altro: quello di essere morto inutilmente per molti, cioè per quelli che rifiutano di pentirsi e di convertirsi.
Poi Giovanni va da Maria e la trova gioiosa al pensiero delle moltitudini di beati che dal Purgatorio e dal Limbo hanno raggiunto Dio e che sulla Terra ormai si è aperta la fonte che vince Satana e cancella la Colpa e le colpe, dà pace agli uomini di buona volontà, redenzione e restituzione agli uomini del grado di figli di Dio e di fratelli di Gesù.
In seguito, gli apostoli si mettono in cammino e vedono una macchia di sangue lungo il muro e si domandano se non sia di Gesù, ma una passante assicura loro che è di una donna che è stata uccisa perché seguiva il Maestro da cui aveva ricevuto un beneficio, mentre gli apostoli si sono dimostrati vili a non seguirLo nella Sua passione.
Gesù spiega poi agli apostoli che tale donna uccisa ora è nella pace e anche se ha perdonato subito il marito, non prega per la sua conversione poiché in lui non c’è conversione né perdono.
Aggiunge che quando gli apostoli saranno nelle angosce, non abbiano il timore di cadere in viltà o in abiura se persisteranno nel volere ciò che Dio vuole, poiché Dio li farà giganti di eroismo.
Il rimorso è una tortura, ma serve a passare a stadi più alti, e non essendo usciti dalla vicinanza con Dio - non essendoci stata la volontà e l’avvertenza piena di ciò che facevano, a differenza di quanto avvenne in Giuda iscariota - produrrà un pentimento fiducioso che li porterà a sapienza e giustizia.
L’orazione è un mettersi in contatto con l’Eterno e con le cose che servono a condurre lo spirito oltre la Terra. La meditazione delle perfezioni di Dio e della miseria dell’uomo e del suo io serve a suscitare atti di volontà amorosa e riparatrice.
Nonostante la redenzione, gli uomini nasceranno sempre impuri per il peccato di Adamo e solo col battesimo acquisteranno la grazia di Dio.
Poi spiega di nuovo il Padre nostro:
Dio è stato loro padre non punendoli nonostante abbiano mancato alla loro missione; e Lui li ha amati fino alla morte e poi ha lasciato Sé stesso in cibo e bevanda affinché fossero in Lui e Lui in loro,
che le loro opere santifichino il Signore dandogli gloria sulla Terra;
facciano venire in loro stessi il regno di Dio osservando realmente i suoi comandamenti e la parola di Gesù,
accettino la volontà di Dio, eventualmente anche la tortura e la morte o, al contrario, di dover attendere prima di andare in Cielo.
Il pane quotidiano, da chiedere con umiltà, fede, amore, speranza, tanto o poco, dolce o amaro, sempre quale è giusto;
chiedere anche il mantenimento del Pane spirituale poiché saranno guai per gli uomini quando venisse uccisa la dottrina di Cristo e spenta la libertà e volontà degli uomini di amarLo.
Rimetti a noi i nostri debiti: ricordarsi di togliere la trave dal proprio occhio prima di guardare nell’occhio del fratello e perdonare chi ci offende per essere perdonati da Dio e aver diritto di assolvere o condannare.
Chi non perdona ed è in colpa e finge scandalo è un ipocrita e l’inferno lo attende.
Non c’indurre in tentazione ma liberaci dal male: la tentazione non va cercata ma non è la rovina poiché le corone dei beati sono ornate con le gemme delle tentazioni vinte. Bisogna chiedere umilmente a Dio che Satana, il mondo e la carne non trionfino su di noi.
In questo modo si santificherà veramente il Nome di Dio perché allora veramente gli uomini crederanno in Dio poiché la nostra condotta sarà perfetta e da Dio.
631 Gli apostoli mandati sul Golgota e il loro ritorno al Cenacolo.
Gli apostoli salgono sulla montagna di pomeriggio sotto un sole rovente. Si lamentano che Gesù non li abbia mandati di mattina.
Giovanni però li rimprovera dicendo loro che pochi giorni prima Gesù alla stessa ora aveva percorso la medesima strada già ferito e con la croce sulle spalle. Ed elenca anche le ferite di Gesù, ma Pietro, come un torturato gli intima di tacere. Al che Giovanni ribatte:
“Non mi potete udire! Ma io l’ho dovuto vedere e sentire! E la Madre, allora?”
E una volta arrivati sul Golgota, dice loro la posizione delle croci dei ladroni e di quella di Gesù e di dove era Maria e lui stesso, e come vide morire Gesù: a questo punto si inginocchia in adorazione. Poi ritorna a raccontare le sofferenze di Gesù, fino alla Sua morte.
Poi aggiunge che il loro strazio attuale non merita compassione, poiché essi avevano lasciato tutto il dolore al Maestro, che Lo avevano amato per il piacere di essere amati e per l’orgoglio di essere grandi nel Suo Regno,
ma che ora devono giurare che non sarà più così, che ora la croce deve essere portata da loro, che vogliono abbracciare la Sua dottrina sino a saper morire per la redenzione del mondo.
Essi giurano e recitano il Padre Nostro. A questo punto Gesù compare tra loro e dice che chi resta in Lui non avrà danno dal Maligno e che potrà scacciare demoni, rendere innocui rettili e veleni finché Dio vuole che restino sulla Terra a servirLo. Poi li benedice, dà loro appuntamento al Cenacolo e scompare.
Poco dopo arriva una donna che vorrebbe raccogliere un poco di terra intrisa col sangue di Gesù perché ha fede che grazie ad essa potrà guarire il fratello morente. Giovanni le indica il posto in cui stava la croce del Maestro.
Ora gli apostoli scendono giù dalla montagna.
Assetati chiedono a un pastore di dare loro acqua o latte, a pagamento, ma il pastore li guarda severo, dicendo che non li ha visti seguire Gesù mentre saliva con la croce sulle spalle.
Non gli hanno dato neanche una goccia d’acqua e allora lui non dà da bere a loro.
Più avanti per tornare al Cenacolo devono attraversare la città in cui ora la gente sta tornando in strada.
Qualche scriba li riconosce, lancia delle invettive contro di loro e invita la gente a lapidarli.
Gli apostoli evitano di sfidare gli accusatori e fuggono, ma non sfuggono del tutto alle pietre e alle lordure. Le guardie impediscono che siano seguiti fuori dalla porta della città.
Si rifugiano nell’orto del Sepolcro di Giuseppe di Arimatea, che solo più tardi accorgendosi di loro, li medica e li fa dissetare.
Poi li rifornisce di zappe e rastrelli e consiglia loro di entrare in città per un’altra porta e di raggiungere il Cenacolo per vicoli oscuri.
Incontrano soldati romani che li scherniscono e lo stesso fa una taverniera romana.
Al contrario una donna ebrea mostra comprensione per loro e riconosce che tutto il popolo ha sbagliato. Anzi, lei e altre donne li accompagnano al Cenacolo dove è Gesù che apre la porta e le ringrazia della loro pietà.
Pietro si mostra spaventato per il grave danno che la loro paura ha causato alla Chiesa nascente, ma Gesù da un lato li rassicura dicendo loro che la Chiesa non morirà mai, dall’altro riconosce che un cattivo comportamento di un sacerdote ha molte più ripercussioni del fatto di un fedele.
632 Apparizioni a varie persone in luoghi diversi.
1) Alla Madre di Annalia
Elisa piange sconsolatamente perché la figlia è morta e i suoi familiari sostengono che il corpo di Gesù è stato trafugato dai Suoi seguaci per non apparire folli.
E quindi lei ha ora qualche dubbio che sua figlia stia in Cielo, ma Gesù le appare e la rassicura. Sua figlia è lassù, beata.
2) A Maria di Simone a Keriot, con Anna madre di Joanna e il vecchio Anania.
Una donna irriconoscibile col viso consumato e divorato dalla febbre è su un letto. Non vuole più vivere, poiché lei è la madre di Giuda, cioè del Caino di Dio. Non accetta di sentirsi dire che quella colpa è del figlio e che Dio la ama.
Ma Gesù compare, le mette la mano sulla fronte e le dice di avere pace perché Lui la ama, e che avrebbe fatto male ad abortire, poiché le madri non devono ritenersi responsabili del peccato dei figli, che il mondo la odierà ma non Lui, e nemmeno Sua Madre.
Poi, in disparte risponde ad Anna - che assisteva la mamma di Giuda - che neanche col parlargli del dolore che avrebbe causato alla propria madre era riuscito a convincere Giuda ad abbandonare la cattiva strada, poiché egli era giunto a odiare Dio, non avendo mai amato di vero amore padre e madre, né alcun altro suo prossimo.
Entra il vecchio Anania che si prostra davanti a Gesù e dichiara di appartenere a un sangue orrendo e di non essere degno di guardare il Signore, ma Gesù rassicura anche lui di non avere nessuna colpa e lo incarica di testimoniare ai discepoli di averLo visto risorto e di dire che non si è mostrato loro perché non si erano comportati bene verso la madre incolpevole, come Lui aveva ordinato.
3) Ai bambini di Jutta con la mamma Sara.
I bambini stanno giocando nel frutteto e, appena appare Gesù. Lo accolgono tendendoGli le braccia. La più grande corre a chiamare la madre, che fa appena a tempo a vedere il Maestro mentre sparisce. I figli le dicono che lascia loro la Sua benedizione e li incarica di riferirla agli abitanti di Jutta che Lo amano.
4) Al giovinetto Jaia, a Pella.
Il giovane sta caricando un carretto di verdure, ma volgendosi vede Gesù che gli sorride. Incredulo si lascia sfuggire il cesto e si inginocchia a terra pregando Dio che non permetta al diavolo di trarlo in inganno e di poter conoscere la verità.
Gesù gli risponde che è Lui la Verità e che gli ha reso la vista perché testimoniasse la Sua onnipotenza e la Sua risurrezione.
Allora Jaia si avvicina a Lui per baciarGli i piedi. Una donna, poi, lo vede estatico, lo scuote pensando che abbia avuto un malore ma lui le dice che ha visto il Signore, che era di carne tiepida, era voce vera; e la invita ad andare con lui a dirlo a quelli che soffrono o dubitano.
5) A Giovanni di Nobe.
Il vecchio sta aggiustando una sedia. Qualcuno bussa alla porta e lui invita a entrare, precisando però che continuerà ad affermare che Gesù è vivo, anche se ciò dovesse costargli la vita; ma vede Gesù e comprende che è venuto per premiare la sua fede.
Allora, Gli promette che testimonierà agli altri la Sua Risurrezione.
6) A Mattia, il solitario presso Jabes Galaad.
Il vecchio Mattia parla da solo e dice di aver lavorato inutilmente poiché Gesù, ora che è risorto, non gusterà più quelle verdure, e anche i colombi ora prolificheranno invano e lo stesso succederà alle api col loro miele.
Aggiunge che sperava di vederLo ancora una volta.
Di là dalla siepe, sente qualcuno dire: "Mattia, hai un pane per un pellegrino?"
Poi lo invita a sacrificare i figli dei suoi colombi, di prendere le verdure e il miele delle api per spezzare il pane insieme affinché il suo lavoro non sia inutile.
Seduto a tavola, Gesù mangia di tutto mentre Mattia non osa fare altrettanto, gli basta servire il Maestro, il quale però gli offre una metà del piccione che ha tagliato e intinto nel sugo, commuovendo Mattia che si sente come un prediletto, ma è dispiaciuto al pensiero che non potrà più incontrarsi con Gesù, ora che andrà in Cielo, ma Lui gli raccomanda di vederLo in ogni pellegrino, in ogni mendico e in ogni infermo.
7) Ad Abramo di Engaddi, che gli muore tra le braccia.
Il vecchio Abramo è nei suoi campi e accetta di dare ospitalità a un passante che gliela chiede, anzi gli offre pane e latte e aggiunge che ciò è nulla rispetto a ciò che ha ricevuto dal Messia, e che non gli dispiace che il figlio Eliseo lo abbia lasciato solo, per unirsi ai discepoli di Gesù, poiché ha fede che si riunirà a lui nell’aldilà.
Alla fine il passante rivela di essere Lui stesso il Messia e lo invita a gettarsi tra le Sue braccia. Abramo, allora, grida "Gesù, Messia santo! Nelle tue braccia raccomando il mio spirito!" e muore.
Gesù lo depone sull’erba e invita dei ragazzi sopraggiunti poco prima a non piangere poiché il vecchio è morto nel Signore e ad avvisare il popolo che il loro sinagogo ha avuto esaudita la sua preghiera.
8) A Elìa, l’esseno del Carit.
Elìa sta pregando e facendo penitenza, quando compare Gesù.
Allora Gli dice di essere stato percosso per aver chiesto notizie di Lui e che temeva che fosse arrivata l’ora dell’ira celeste.
Il Maestro, però, risponde che è piuttosto arrivata l’ora della Misericordia divina e gli dice di andare sul Tabor ad annunciare ai servi del Signore che Lui è morto e risorto, poi lo benedice e scompare.
9) A Dorca e al suo bambino, nel castello di Cesarea di Filippo.
Dorca lascia un poco libero il fanciullino e allora si accorge dell’apparizione di Gesù, che nel frattempo ha raccolto sul cuore il bambino e lo bacia.
La donna grida che il Messia è lì ed è veramente risorto ma, prima che la gente possa accorrere, Gesù scompare. Allora pensano che abbia visto un fantasma, ma lei asserisce che Gesù era ben vivo e che ha dato una mela al bambino, mentre lei non ne aveva.
Il bambino, interrogato a sua volta, afferma che è stato Gesù a dargli la mela e indica il punto in cui gliel’ha data.
10) Alle persone raccolte nella sinagoga di Cédès.
La gente di Cédès è raccolta nella sinagoga e discute degli ultimi eventi, quando un lampo illumina la stanza e Gesù si manifesta allo stupore di molti, apre le braccia e appaiono le ferite alle mani e ai piedi.
Afferma che Lui è risorto e che ha dato ai malvagi il segno di Giona. Invece a chi Lo ama e Gli è fedele dà la Sua benedizione. Poi scompare.
11) Ad un gruppo di rabbi a Giscala.
Un gruppo velenoso di rabbi vorrebbe convincere uomini del posto ad andare da Gamaliele, ma essi rispondono che egli si è chiuso in casa e non vuole ricevere nessuno.
Allora i rabbi se ne vanno e negano che Gesù sia risorto, che sia Dio e che solo essi sono nel vero, ma alzando la testa vedono Gesù con il volto terribile, le braccia aperte e le mani che rosseggiano come se ancora gocciassero sangue. Allora, essi fuggono, cadono e si feriscono contro piante e sassi.
12) A Gioacchino e Maria, a Bozra.
Gesù, dopo aver chiamato Gioacchino e Maria, appare loro più luminoso di molte lune e li invita a dire alla gente di Bozra e ai convenuti al Tabor che Lo hanno visto vivo e reale, poi li benedice e scompare.
13) A Maria di Giacobbe, ad Efraim.
La donna sta facendo il pane. Gesù le appare e le comanda di dire a tutti che Lo ha visto e che Lui le ha parlato e raccomandato di perseverare sulla via del Signore, anziché lasciarsi sedurre dai Suoi crocifissori.
14) A Sintica, ad Antiochia.
Improvvisamente la stanza si illumina e Gesù dice a Sintica di non temere e di non piangere poiché Lui è risorto.
Sintica risponde che lei credeva nella Risurrezione prima ancora di vederLo e che voleva recarsi in Galilea a vedere Lui e a confortarne la Madre, una volta che Lui fosse asceso al Cielo.
15) Al levita Zaccaria.
Il levita sta seduto, pensieroso. Gesù gli appare e dice di non essere dubbioso, di guardarLo e toccarLo.
Aggiunge che più che lui sono colpevoli quelli che cercano di sedurre il suo spirito, e lo invita a uscire dal dubbio e dalla paura.
Allora il levita si precipita a dire ai genitori che ha visto Gesù e che ora andrà in Galilea a riferire ai discepoli la sua visione.
16) Ad una donna della piana di Saron
Una donna stanca e piangente va per strada. Gesù, nascosto nel mantello, le si pone a fianco e le chiede perché piange.
La donna racconta che era andata a Gerusalemme, lasciando andare avanti il marito, poiché voleva chiedere la guarigione di suo figlio; ma poi Gesù era stato ucciso e ora tornava a casa disperata anche perché le avevano rubato l’asino sul quale viaggiava.
Gesù le risponde che, quantunque suo marito fosse tra i crocifissori, Dio non punisce una madre perché il padre è un peccatore.
Poi si rivela a lei come il Messia risorto e le assicura che suo figlio è guarito poiché Lui ha premiato la fede della madre.
Le raccomanda anche di essere forte nella fede poiché i componenti della stessa famiglia ora saranno uno contro l’altro a causa della fede in Gesù, ma beati saranno quelli che non si lasceranno fuorviare dalla persecuzione.
17) A dei pastori sul Grande Ermon.
Alcuni pastori sono afflitti perché non avranno più possibilità di incontrare Gesù, e anche se vivendo come Lui diceva si ha il Regno dei Cieli, non si può più essere confortati dalla Sua presenza fisica.
Inoltre molti tra loro non hanno avuto la possibilità di incontrarLo neanche una sola volta, poiché arrivavano in un posto dopo che Lui era partito.
E il giorno della Sua passione, non avevano avuto il coraggio di fermarsi e di salutarLo, ma erano fuggiti come folli, per la paura, quando avevano capito che era stato condannato.
Lui, però, ora appare loro da dietro un bosco intricato, dice che quando uno fa ciò che Gesù insegnava, Gesù è con lui.
A questo punto si manifesta loro nel Suo splendore e li benedice, poi scompare.
18) Al bambino che era nato cieco a Sidone.
Il fanciullo sta giocando quando si sente chiamare da Gesù. Lo riconosce subito come Colui che gli aveva donato la vista. Gli dice che lui e la madre avevano pianto molto quando il padre era tornato da Gerusalemme riferendo loro che avevano preso il Rabbi per farLo morire. Perciò ora domanda se sia scampato alla morte.
Gesù gli risponde che è morto - e gli mostra le ferite -, ma che poi è risorto e gli raccomanda di dire ai genitori di trattenersi a Betfage, quando riandranno a Gerusalemme, affinché sia detto loro cosa devono fare.
19) Ai contadini di Giocana.
E’ una notte di luna e i contadini stanno dormendo in stanze basse e piccolissime con la porta aperta per il gran caldo.
Gesù entra e sveglia ciascuno di loro, poi va ad attenderli fuori, presso un gruppo di piante.
Essi si alzano, si avviano verso il pometo e intanto parlano piano.
Qualcuno dice che gli è sembrata la voce di Gesù di Nazareth, uno risponde che forse era il Suo spirito visto che Lo avevano ucciso;
un altro riferisce che era risorto, ma qualcuno gli consiglia di tacere, poiché è prevista la flagellazione per chi lo dice.
Alcuni comprendono che si tratta di Gesù, ma altri pensano che sia un fantasma e si spaventano.
Allora il Maestro li rassicura, dice loro che il Suo corpo fa ombra perché è vero corpo e che la Sua voce è vera voce.
Aggiunge che è venuto per rendere salda la loro fede, insidiata da altri e che manderà loro i Suoi discepoli a continuare la Sua opera.
Li invita a sopportare la loro croce, come Lui ha sopportato la Sua, a essere pazienti e a perdonare, poiché la via del dolore, della generosità e carità e dell’osservanza dei comandamenti è la via del Cielo e non ce n’è un’altra, altrimenti l’avrebbe indicata loro.
Poi li benedice e scompare.
Allora essi si propongono di andare a cercare i discepoli di Gesù e di non dire nulla al loro padrone, perché li farebbe uccidere per metterli a tacere.
20) A Daniel, parente di Elchia, con il sinedrita Simone.
Il fariseo Elchia domanda agli altri cosa fare di Simone, suo parente, che dal venerdì santo sembra impazzito e dice troppe cose.
Qualcuno propone di lasciarlo andare in mare, come desidera, quantunque ciò significhi metterne in pericolo la vita, visto che neanche Dio fa violenza alla volontà umana.
A questo punto, Daniel si prostra a terra mentre Simone schiuma e comincia a urlare: "Fatelo tacere! Non è morto e grida più di mia madre, più di mio padre (che gli gridavano "patricida"), più che non facesse sul Golgota" e intanto indica il punto in cui sta Daniel.
Elchia va a domandare a Daniel cosa stia facendo e costui gli risponde di avere visto Colui che gli vogliono far credere morto - benigno a lui e tremendo a loro - e che lui se ne va poiché altri non hanno diritto di tenerlo prigioniero.
21) Ad una donna galilea, che ottiene la risurrezione del marito morto.
Una viandante cammina di notte, però poco prima dell’alba, con un fanale, ma vede un uomo seduto sulla sponda di un ponticello e teme che sia un malandrino.
In realtà è Gesù, che rassicura la donna viandante e la incoraggia a proseguire con Lui.
Appena sorge il sole, lei lo maledice e altrettanto fa con le messi nei campi, perché, a suo dire, le hanno ucciso il marito per la troppa fatica necessaria per mantenere una famiglia di dieci persone.
Gesù le consiglia di andare a Naim e a Nazareth dove sono i Suoi discepoli, però lei risponde che Lui l’avrebbe potuta aiutare, ma essi no, poiché non sono santi.
Il Maestro le risponde che ora Lui ha trasmesso i Suoi poteri agli apostoli e che lei torni a casa poiché Suo marito non è più morto. Infatti, Egli non vuole che chi ha avuto fede in Lui resti senza premio.
Allora la donna tira fuori la sua borsa e la offre a Gesù per ricompensa, ma Lui le risponde di non avere più bisogno di denaro e che provveda a portarla agli apostoli; poi scompare.
La donna si volta per tornare a casa; i mietitori che la vedono le domandano se suo marito sta meglio e lei risponde di aver incontrato Gesù che le ha assicurato che il marito è tornato in vita. Alcuni la prendono per folle, altri invece la seguono.
Appena arrivata, la donna riceve conferma dalla madre del miracolo promesso da Gesù e, infatti, trova il marito con un bambino tra le braccia e gli altri attaccati alla tunica.
Ed egli dice: "Eccomi! Benediciamo il Signore!"
Intanto i compagni di lavoro, sopraggiunti, lo tempestano di domande ma solo alcuni credono alla risurrezione, altri dicono che non si trattava di morte ma di un grande torpore, e altri che Dio non fa più miracoli a un popolo assassino.
Marco – che è il morto risuscitato - li manda via per essere lasciato in pace. Poi si accorda con la moglie di andare subito a Nazareth con tutta la famiglia a proclamare il miracolo.
633 Apparizione sulle rive del lago e conferimento del mandato a Pietro.
Parecchi apostoli hanno pescato invano tutta la notte e stanno ancora in barca. Sentono una voce che li chiama e chiede se hanno qualcosa da mangiare. Essi rispondono di no.
Allora Lui dice loro di gettare la rete dal lato destro della barca. Immaginano che la voce sia di Gesù e presto ne sono sicuri perché ora la rete è piena di pesci.
Pietro, commosso, si getta in acqua per andare subito incontro al Signore. Dopo che un po’ di pesce è stato cotto e che hanno mangiato, Gesù chiede a Pietro: "Simone di Giona, mi ami tu?
E Pietro risponde: "Certo Signore, Tu lo sai che io Ti amo.
E Gesù a lui: "Pasci i Miei agnelli" e dopo aver ripetuto la domanda e ottenuto la medesima risposta gliela ripete una terza volta e gli dice "Pasci le Mie pecorelle."
Poi gli comanda di indossare la veste pontificale e di portare la Santità del Signore in mezzo al Suo gregge fino a trasformarsi da Pastore in Agnello.
634 Ammaestramenti agli apostoli e a numerosi discepoli sul monte Tabor. Marziam consolato.
Discepoli e apostoli stanno insieme all’ombra, per ripararsi dal caldo estivo. Compare tra loro Gesù che dice: "Pace a voi tutti".
Poi domanda perché siano solo circa 500, escludendo i fanciulli.
Pietro risponde che molti erano venuti a dire di averLo visto risorto, ma tutti dicevano che era avvenuto il dodicesimo giorno e perciò avevano pensato che fossero stati ingannati da qualche falso profeta e avevano sconsigliato di credere a quelle apparizioni, ma molti erano andati lo stesso a vedere.
Gesù approva il loro comportamento, non perché le visioni fossero false, ma perché così aveva comandato Lui stesso e perché in un organismo ci vuole una gerarchia, chi comanda e chi deve ubbidire.
Aggiunge che la religione ebraica è divenuta una vuota pantomima a causa dei sacerdoti che non credono essi per primi alla religione.
Guai alla Terra, il giorno in cui rimanesse senza una vera religione, poiché la Divinità potrebbe sopperire anche alla mancanza degli astri, se gli uomini amassero Dio con spirito retto.
Le Chiese dovranno essere tutte unite nel pensiero e nella fratellanza: quelle che si separassero dalla Chiesa Madre sarebbero membra recise non più nutrite dal mistico sangue che è Grazia proveniente da Lui, Capo divino della Chiesa.
Esse starebbero come il figlio prodigo a nutrirsi delle amare ghiande, ma esse o i loro membri dovranno essere accolti, qualora tornassero alla casa paterna riconoscendo di aver peccato e chiedendo perdono per essere riammessi nella Chiesa, come sono stati perdonati apostoli e discepoli per la loro fuga la sera della Passione, e come Lui stesso ha cercato di salvare Giuda fino all’ultimo momento.
Tutti si meravigliano al notare che Gesù soffre ancora pensando a Giuda iscariota, ma Egli risponde che essi non sanno quanto Lui dovrà ancora soffrire nei secoli futuri, per ogni peccatore impenitente, per ogni eresia che Lo nega, per ogni credente che Lo abiura, per ogni sacerdote colpevole, causa di scandalo e rovina.
Li invita, perciò, a essere perfetti come il Padre che è nei Cieli affinché non si ripetano troppe volte fatti come quello di Giuda.
Che in tal modo essi potranno fare anche i miracoli affinché l’umanità conosca che è Lui che li manda e che è ancora nel mondo.
Comunque sarà per la loro santità, e non per i miracoli, che crescerà l’amore alla Sua religione.
Beati quelli che non avranno bisogno di mezzi straordinari per credere. I miracoli ci saranno sempre e ve ne saranno tanti di più quanto più saranno numerosi i giusti nel mondo.
Che l’umanità - incline sempre a scendere piuttosto che a salire - avrà sempre bisogno dell’aiuto soprannaturale poiché non basteranno la legge, il Vangelo e gli aiuti divini della Chiesa a conservarla nella conoscenza della Verità e nella volontà di raggiungere il Cielo.
Nessuno, però, desideri cose straordinarie poiché esse potrebbero aprire le porte dell’inferno anziché quelle del Cielo, insuperbendo l’uomo e suscitando in lui avidità di averne di più, o facendogli credere di essere già salvo.
Che tutti siano a Betania venti giorni prima della Pentecoste, altrimenti lo cercheranno invano dopo.
Poi chiama alcuni Suoi discepoli e rassicura Marziam che sta piangendo da giorni temendo di essere stato punito con la mancata apparizione perché odiava Giuda e i crocifissori.
635 Lezione sui Sacramenti e predizioni sulla Chiesa.
Gesù afferma che gli antichi giusti sono stati ammessi al Paradiso grazie al Suo sacrificio, ma per le future generazioni Dio esige la pratica del battesimo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Inoltre si nutrano i cristiani del corpo di Gesù dopo aver benedetto il pane e il vino. E sarà sufficiente la fede di ricevere Gesù senza bisogno di essere dotti.
Andrà pure trasmesso ai cristiani, per confermarli in grazia, anche lo Spirito Santo come lo riceveranno fra pochi giorni gli apostoli nel Cenacolo ottenendo la pienezza dei doni sacerdotali. Inoltre i sacerdoti ascolteranno la confessione dei peccati, nella quale il penitente dovrà dire quando ha peccato e quante volte, con chi, con che, quale la materia del peccato, quale la causa, perché ha peccato.
Li scongiura di condurre una vita santa che aumenterà in loro le luci soprannaturali che li metteranno in grado di leggere il cuore degli uomini;
e potranno con amore o con autorità dire ai peccatori pavidi o impenitenti lo stato del loro cuore.
Che devono esser giusti, pazienti, misericordiosi, ma non deboli.
Che ciò che sciolgono sulla terra sarà sciolto in Cielo e ciò che non assolvono sulla terra non sarà assolto neanche in Cielo.
Dio permette a volte anche la caduta dei suoi eletti, affinché ne venga fuori un bene futuro più grande, la crisi risolutiva che porta alla santità.
Quanto al matrimonio tra fedeli cristiani, esso sia indissolubile, mentre nel caso di matrimonio di un cristiano con un gentile, egli cerchi di portare con pazienza, mitezza e fortezza la sua croce, fino a saper morire per difendere la sua fede, ma senza lasciare il coniuge al quale si è unito con pieno consenso.
Il matrimonio cristiano è un contratto spirituale per il quale le due anime giurano di servire il Signore nell’amore reciproco, offerto a Lui in ubbidienza al suo comando di procreazione per dare figli al Signore.
Gesù istituisce anche l’estrema unzione, affinché anche chi è in grazia di Dio liberi da ogni detrito la sua veste, affinché splenda sul trono che il Padre gli ha preparato.
Essa darà un accrescimento di Grazia e cancellazione dei peccati di cui abbia pieno pentimento, e forza per il combattimento supremo.
In tale sacramento si dovranno ungere le membra del morente, come Maria Maddalena fece con Gesù in casa del fariseo.
Si ammettano al sacerdozio coloro che dopo attento esame delle loro azioni ne risultino degni, affinché il mondo non resti senza sacerdoti.
Afferma che come il popolo ebraico sarà disperso sulla terra per le colpe del Tempio, così la Terra sarà distrutta quando l’abominio della desolazione entrerà nel nuovo sacerdozio, conducendo gli uomini all’apostasia per abbracciare le dottrine infernali.
I sacerdoti degli ultimi tempi dovranno essere degli angeli affinché i fedeli del momento possano perseverare sino alla fine.
Tuttavia il male finale, - come il fiocco di neve che genera le valanghe - proverrà dalla rilassatezza del sacerdozio, (l’accoglimento di impure dottrine, l’egoismo, l’avidità, la concupiscenza) come nel passato.
Anche in futuro la Chiesa sarà scardinata dai suoi stessi ministri.
Perciò, Pietro metta la mano al timone e usi la sferza sui naufraghi che tentano di far naufragare la barca di Dio.
Difenda il tesoro della fede affinché quelli che seguono la sua barca vedano e non periscano, porti in alto il vangelo, poiché in questo e non in altra scienza è la salvezza.
Verranno sacerdoti che saranno gonfi come pagliai di scienze umane e lo spirito del Vangelo si smarrirà sotto valanghe di scienza umana.
Che daranno ai fedeli questi pagliai gonfi? Solo paglia.
Si facciano le opere di misericordia spirituale, poiché anch’esse riceveranno grande premio da Dio; ad esempio, quella di pregare per le anime in purgatorio, che procurerà anche la gratitudine dalle anime suffragate.
Afferma che molti splenderanno vivamente in Cielo senza aver predicato o abbracciato stati speciali, semplicemente per aver pregato o sofferto per la pace dei purganti o per portare alla conversione i mortali.
Quando compariranno dei falsi profeti con le loro eresie, si combatta l’eresia in sé stessa, con la guida dello Spirito Santo, ma cercando sempre di riportare le pecore sviate all’Ovile, pregando, soffrendo e facendo pregare e soffrire i puri, i buoni e i generosi, poiché con queste cose si convertono i fratelli.
Che si predichi il vangelo in tutta la Terra, anche laddove sono presenti i cristiani separati, poiché Lui vuole che sia conosciuta TUTTA la Sua dottrina e la Sua UNICA Chiesa e le anime abbiano modo di entrare a farne parte.
Infine, Gesù lascia a loro stessi il compito di nominare a suo tempo un altro apostolo al posto di Giuda iscariota.
(N.d.R.: Pertanto, quando si prega per l’unità dei cristiani si dovrebbe, forse, pregare per l’abbandono da parte dei loro seguaci in buona fede, delle Chiese che predicano un vangelo dimezzato, piuttosto che attendersi ingenuamente la chiusura di tali Chiese da parte delle loro autorità).
636 La Pasqua supplementare.
C’è molta gente a Betania, questa volta, come voleva Gesù, che però ancora non appare e qualcuno ipotizza che Lui non si è fatto vedere per timore che i Suoi nemici vogliano fare del male ai Suoi adoratori. Si decide, perciò, di rimandare la gente alle loro case e tocca a Pietro di parlare.
Una parte della gente, però, resta e più tardi sono preparate le tavole per consumare la Pasqua, dentro la casa per quelli che Gesù ha detto e fuori per gli altri.
A questo punto appare Gesù dicendo: "Pace a voi". Maria dice: "Figlio mio!" e Lo venera più profondamente di tutti insegnando che Gesù va venerato come Dio, pur essendoci amico e per lei un congiunto.
Dopo che i presenti hanno mangiato, Gesù ordina di fare il pane a pezzetti, benedice pane e vino, dà ordine di distribuirlo a tutti e va Lui stesso nella stanza delle donne, forse per darlo anche a Sua Madre.
Infine, il Maestro dice: "Tutto è consumato", li invita ad alzarsi e intona la preghiera del Padre Nostro. Poi dice a tutti di andare e augura che la Grazia e la pace del Signore sia sempre con loro; e scompare in un fulgore di luce.
637 Addio alla Madre prima di ascendere al Padre. Tutto noi abbiamo per Maria.
Maria sta leggendo, probabilmente un libro sacro. Arriva Gesù con un corpo glorificato che gli uomini non avrebbero potuto guardare e le dice che Lui sta per tornare in Cielo ma che Essi non saranno mai più separati,
come, invece, - a causa della Sua fanciullezza o del lavoro o della missione evangelica o della Passione - sono stati spesso in passato,
e che Lui le dirà parole di inesprimibile amore e le porterà rose dal Cielo per farle dimenticare il puzzo della Terra, che non vuole essere santa, e anticiparle l’aura del Paradiso dove sarà attesa da tanto amore.
Gesù poi dice direttamente alla Valtorta che il volto del sudario e quello della sindone corrispondono perfettamente in dimensioni, forma, caratteri somatici e caratteristiche e dovrebbero ricordarci come era divenuto Lui per nostro amore e portarci al pentimento e a Dio.
638 Ultimi ammaestramenti nel Getsemani e commiato. Ascensione di Gesù al Padre. Mt 28,18-20; Mc 16,15-16.
Gesù dopo aver salutato Sua Madre, dà le ultime raccomandazioni agli apostoli e ai discepoli:
- restate in assidua preghiera nel cenacolo in attesa dello Spirito Santo che vi completerà per la vostra missione sotto la guida di Mia Madre che sarà vostra Madre e Maestra di amore e sapienza perfetta.
- Poi fondate la Chiesa nella città di Gerusalemme, che vi ripudierà come ha ripudiato Me e coverà per sterminarla. In seguito portatela tra i pagani, nel cuore del mondo dal quale si potrà diffondere su tutta la Terra.
- Lo Spirito Santo scenderà con i suoi sette doni e vi consiglierà: occorre che vi prepariate ad esso che è carità perfetta e purezza perfetta. Perciò dimenticate che siete uomini e sforzatevi di mutarvi in serafini, in santi perfetti come Dio.
- Giacomo sia il capo della Chiesa di Gerusalemme, anche perché Pietro, come capo di tutta la Chiesa, dovrà affrontare spesso dei viaggi apostolici.
- Non turbatevi per nessuna ragione. Dio è con voi e potrete fare ciò che Io voglio da voi. Chiamate figli e fratelli quelli che vengono a voi. Io sarò con voi nelle fatiche del vostro ministero e nell’ora delle persecuzioni.
Sarete addolorati, stanchi, torturati, ma la Mia gioia sarà in voi, perché Io vi aiuterò in ogni cosa. E se vi diranno: "Così vi ama Dio, facendovi soffrire?" rispondete:
Venite a noi! Venite alla Vita e alla Pace, poiché il Signore non vuole la vostra rovina, ma la vostra salvezza."
- L’amore è l’unica via al Regno dei Cieli. Esso vi sarà dato se lo chiederete in nome Mio.
- Allora Giovanni chiede: "Dacci almeno il tuo Pane, che ci fortifichi in quest’ora!" Gesù li accontenta e aggiunge che ha lasciato quel pegno del Suo amore per essere sempre con loro finché essi saranno con Lui in Cielo.
- Poi Gesù dice: "Andate in tutto il mondo a evangelizzare le genti. Dio sia con voi, il suo amore vi conforti e la sua luce vi guidi, la sua pace dimori in voi sino alla vita eterna." E ascende al cielo in una luce più grande di quella del sole.
639 L’elezione di Mattia.
Gli apostoli sono riuniti insieme a pregare e recitare salmi, ciascuno con una sua espressione, chi di umiltà, chi di serenità, ecc. e Pietro chiede a Dio di mandare a loro l’ispirazione giusta per scegliere il più degno dei discepoli in sostituzione di Giuda iscariota.
Poi chiede ai suoi confratelli di suggerire dei nomi. Vengono proposti Giuseppe di Saba e Mattia. Allora pregano Dio di scegliere lui la persona giusta.
Pongono sassolini neri (per Giuseppe) e bianchi (per Mattia) in una borsa. Pietro estrae un sassolino che risulta bianco, perciò Mattia è chiamato a prendere il posto vacante.
Lo abbracciano tutti gli altri apostoli, lo benedicono e poi lo conducono da Maria SS., affinché riceva anche da lei la parola di saluto e di elezione.
640 La discesa dello Spirito Santo. Fine del ciclo messianico.
La Vergine e gli apostoli raccolti nel Cenacolo sentono un rombo fortissimo che fa pensare a un vento e al suono di arpa, alla voce di un organo perfetto. Alcuni apostoli si alzano pronti a fuggire, altri si rannicchiano in preghiera e si battono il petto, altri si avvicinano a Maria, per lo spavento.
Poi si vede un globo luminoso che con fragore melodico si scinde in 13 fiamme che si posano sulla fronte degli apostoli e una cinge il capo della Vergine, incoronandola Regina e il viso di lei si trasfigura di gioia soprannaturale.
Gli apostoli la lasciano nella sua estasi e decidono di andare a predicare il Signore e a manifestare le Sue opere e parole fra i popoli, come fossero spinti da una forza gagliarda.
Infine Gesù annuncia a Maria Valtorta che l’opera è finita e che non Lo vedremo più finché non diremo: "Benedetto colui che viene nel nome del Signore", poiché non abbiamo apprezzato quello che ci ha dato e vilipendiamo l’onore della Donna negando il potere di Dio di dare una dimora inviolata al suo Verbo incarnatosi per opera dello Spirito Santo.
641 Pietro celebra l’Eucarestia in una riunione dei primi cristiani.
In presenza di una folla numerosa raccolta nel Cenacolo e al di fuori di esso, Pietro dice: "Gesù Cristo, Figlio di Dio e Salvatore nostro, come va creduto con tutto il cuore e la nostra mente, Si immolò per la nostra salvezza e per eccesso di amore si diede in Cibo e Bevanda agli uomini.
Ci disse di farlo in memoria di Lui, in segno del Suo perdono per noi che siamo Suoi crocifissori spiritualmente, abbandonandoLo nell’ora suprema e, soprattutto io, negando di conoscerLo.
Poi consacra il pane e il vino e ne distribuisce un poco a tutti coloro che vogliono. Infine gli apostoli consumano gli avanzi.
642 Maria SS. prenderà dimora al Getsemani con Giovanni, che le predice l’Assunzione.
Lazzaro e Giuseppe d’Arimatea si recano da Maria Santissima e le chiedono di stabilirsi in un’abitazione del Getsemani, affinché le reliquie di Gesù non siano profanate dai Suoi nemici.
Maria risponde che lei ha bisogno di riservatezza per la preghiera e per non essere esposta alle curiosità della gente sui misteri tra lei e Dio, - così come Gesù stesso voleva che i testimoni dei miracoli tacessero per evitare l’esaltazione delle folle e la curiosità malsana.
Le viene, però, risposto che quella casa ora è libera poiché Marco, Maria e il loro figlio Giona ora sono sistemati altrove e che Lazzaro accetterà ben volentieri che il Cenacolo sia il luogo delle future celebrazioni religiose cristiane.
Quando Giovanni rientra, Maria gli confida i motivi della visita dei due discepoli e Giovanni le predice che lo Spirito Santo gli ha fatto comprendere che lei essendo nata e vissuta senza peccato ed essendo stata la Madre di Dio sarà assunta in Cielo quando morrà.
643 Maria SS. con Giovanni nei luoghi della Passione.
Maria e Giovanni si recano all’orto degli ulivi. Piangono entrambi al ricordo della passione di Gesù.
Poi Maria domanda se è quello il posto dove Giuda commise una colpa ancora più grande di quella di Eva, poiché non era di una creatura contro un’altra creatura, ma contro un Amico e Creatore.
Aggiunge, però, che lei non è Eva, che Lei ha chiuso gli occhi e le orecchie a tutto ciò che non era santo e puro e ha rifiutato di ascoltare il demonio.
Dopo, escono dal Getsemani e tornano verso casa costeggiando la valle dove sono i lebbrosi. Giovanni lascia su un masso delle cibarie e getta un grido di richiamo ai lebbrosi.
Essi si affacciano e ringraziano, ma nessuno chiede guarigione poiché sanno che Lui non c’è più e non hanno più fede, anzi deridono gli apostoli che dicono che Gesù è risorto.
Credono piuttosto a quelli "che sanno", cioè ai sacerdoti e ai farisei che cercano di stroncare la nuova religione.
Giovanni vorrebbe tentare di parlare loro, ma Maria lo dissuade dicendo che non servirebbe a nulla: verrebbe deriso anche lui e, d’altra parte i lebbrosi non hanno creduto neanche di fronte ai miracoli di Gesù, non si convertirono prima e non si convertiranno neanche in futuro.
Essi sono infelici, lebbrosi e morti in questo mondo e lo saranno anche nell’altro. Sono morti anche alla Grazia e simbolo di tutti coloro per i quali Gesù morì inutilmente.
644 Istituzione della "domenica". Graduale conversione di Gamaliele. Le due sindoni.
Lazzaro, Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea si recano da Giovanni e Maria di notte, per timore dell’odio dei Giudei.
Essi anzitutto comunicano a Maria che Pietro ha deciso di cominciare dal giorno dopo il prossimo sabato a riunire i cristiani per celebrare la prima Messa.
Ciò non era possibile prima, ma ora lo è perché da una parte la dispersione dei cristiani dopo le persecuzioni ha fatto credere che la nuova religione stia ormai scomparendo e d’altra parte perché Roma ha censurato il comportamento di Pilato.
Essi inoltre desiderano consegnare a Maria la seconda sindone, avendo saputo che questo era un suo desiderio, e farsi restituire la prima per nasconderla in un luogo più sicuro, la casa di Nicodemo, che tra l’altro ora è frequentata da Gamaliele e da suo figlio.
Maria si meraviglia che tale personaggio si rechi a casa di Nicodemo ma Lazzaro le spiega che tale cocciuto ebreo ha avuto ora il segno che pretendeva per credere in Gesù e che non c’è da temere un tradimento da Gamaliele perché ora cerca verità, luce, perdono e vita.
Già in passato egli aveva dato prova di essere un giusto andandosene dal processo contro Gesù e invitando anche suo figlio a fare altrettanto per non essere complice del Sinedrio dell’ingiusta condanna del Salvatore.
Maria è lieta di vedere la seconda sindone che mostra un aspetto pacificato di suo Figlio, mentre la prima sindone Ne mostrava la sofferenza.
645 Il processo a Stefano e la sua lapidazione. Le opposte vie di Saulo e di Gamaliele alla santità.
Gli stessi personaggi che hanno processato Gesù, ora sballottano Stefano di qua e di là furiosamente, specialmente dopo che lui ha detto che vede Gesù seduto alla destra di Dio.
Gamaliele si alza per andarsene e Saulo gli domanda se intende estraniarsi da quel processo e, avutane conferma, gli domanda se per caso vuole farsi anche lui discepolo del Nazareno.
Gamaliele risponde che non vuole macchiarsi del sangue di un uomo che non sa se è colpevole.
Saulo gli dà del bestemmiatore e del rinnegatore del Dio Altissimo.
Gamaliele ribatte che bestemmiano piuttosto coloro che insultarono Gesù e ora continuano perseguitando i Suoi discepoli.
Saulo, allora, raggiunge gli altri aguzzini di Stefano che è portato fuori per essere lapidato. Poi si fa dare dai sacerdoti del Tempio l’autorizzazione a perseguitare i cristiani.
Dopo la visione, Gesù dice a Maria Valtorta che Lui si era manifestato più volte agli uomini, ma che solo in quelli di buona volontà ciò produceva santificazione.
Così avveniva, ad esempio, nei pastori, ai quali era stata annunciata dagli angeli la nascita di Gesù.
Gamaliele – al pari di Nicodemo e Hillel - era ancora avviluppato nei lacci del fariseismo tanto da osare solo di notte andare da Gesù ma lo desiderava ardentemente.
Per Saulo, invece, fu necessaria, per la sua protervia, una violenta folgorazione sulla via di Damasco.
646 Sepoltura di Stefano e inizio della persecuzione.
Di notte gli apostoli si recano a pulire il corpo di Stefano e a sostituirgli la veste ormai ridotta a uno straccio e tutta imbrattata di sangue a causa della lapidazione.
Poi, Nicodemo dice che questo è solo l’inizio della persecuzione. Già sono stati decisi i nomi dei prossimi martiri. Altri rispondono che i persecutori facciano pure ciò che vogliono.
Tuttavia, Nicodemo risponde che ora, in tal modo, la nuova Chiesa verrebbe sopraffatta, e consiglia loro di spargersi per la Giudea e la Samaria e di fare nuovi discepoli e sacerdoti.
Alla fine Maria propone loro di lasciarla riflettere sul da farsi.
647 Gamaliele si fa cristiano.
Il vecchio rabbino Gamaliele si reca da Giovanni e Maria Vergine nella loro casetta presso il Getsemani. Non chiede il miracolo di poter riavere la vista degli occhi ma di poter vedere spiritualmente Gesù, amarLo, poter riparare le proprie colpe e avere la vita eterna.
Maria gli dice che già lui ha fatto molto sulla giusta strada a cominciare dal rifiuto di partecipare sia al Sinedrio che condannò a morte Gesù, sia alle persecuzioni contro i primi cristiani.
Comunque, lui chiede di essere battezzato per uscire definitivamente dalla religione ebraica ed entrare in quella cristiana.
648 Pietro si congeda da Maria SS. dopo un colloquio con Giovanni.
Pietro discute con Giovanni, dicendo che è bene che essi si disperdano nella Palestina per non essere facili vittime dell’odio dei Giudei, la qual cosa lascerebbe senza pastori i credenti in Gesù.
E, anzi, giacché l’odio giudaico crea un campo sfavorevole alla predicazione, è meglio andare in altri Paesi a diffondere il vangelo.
A questo punto Giovanni riconosce di avere torto, ma si accordano che lui resterà in Palestina per assistere Maria finché vivrà.
Pietro chiede di essere avvisato quando Maria morrà, ma Giovanni dubita che ne avrà la possibilità poiché pensa che Maria sarà assunta in Cielo come Elìa, a differenza di Gesù che con la Sua Risurrezione e le Sue apparizioni doveva smentire le calunnie dei Giudei.
Ora Pietro chiede di poter vedere un’altra volta Maria, perciò insieme vanno verso la casa passando lontano dalla città. Appena arrivato, Pietro si getta ai piedi di lei, chiedendole perdono, ma lei gli risponde che, sia lei che Gesù, hanno perdonato da tempo il suo rinnegamento.
649 Transito beato di Maria SS.
Maria, vestita di candido lino, sta ordinando le vesti sue e quelle di Gesù che ha sempre conservato. Sono poche.
A Giovanni che la raggiunge, spiega di aver messo a posto tutto quanto era bene conservare per testimoniare l’amore e il dolore infiniti di Gesù,
che il ricordo delle sofferenze del suo Figlio non la rattrista perché lei vede le cose dal punto di vista dell’obbedienza alla volontà di Dio,
e anche perché sente che ora anche lei ha finito la sua missione, quella di generare il Redentore e di aiutare i Suoi sacerdoti, affinché si formassero perfettamente.
Aggiunge che essi dovranno amarsi l’un l’altro come li ha amati Gesù altrimenti Dio cesserebbe di aiutarli nella loro missione. Anzi, che amino anche i loro persecutori per essere una sola cosa con Dio.
Che amino i rottami d’uomo, - invece di disprezzarli, poiché molti diventano malvagi perché nessuno li ha mai amati - come Gesù che aveva raccolto molti rottami caduti nel fango e raccogliendoli con amore li aveva mutati in eletti del Cielo,
che si ricordino sempre delle parabole di Gesù, le vivano, ossia mettano in pratica e siano di guida agli uomini di buona volontà per conseguire la vita eterna.
Ora lei, che ha fatto sempre la volontà di Dio, ha un volere tutto suo, di riunirsi per sempre al suo Gesù.
Chiede a Giovanni di non imbalsamarla all’usanza degli Ebrei, poiché lei è la prima cristiana.
Giovanni piange al pensare che sta per perderla, ma Maria lo consola dicendogli che Dio lo aiuterà a sopportare la pena come aiutò lei sul Golgota.
Lo incarica di dire agli altri apostoli che saranno tanto combattuti, con persecuzioni e stragi, ma che nella misura in cui ameranno, Dio li farà trionfatori su tutto.
Poi Giovanni, vedendo Maria diventare sempre più pallida e luminosa, la pone sul letto e le recita le parole dell’Arcangelo e di Elisabetta, alcuni salmi e passi della Sacra Scrittura e infine il Magnificat.
A questo punto si accorge che Maria non respira più e scoppia in lacrime, poi libera la stanza e la adorna con i fiori.
650 Assunzione gloriosa di Maria SS.
Il corpo di Maria giace sul letto, senza alcun segno di morte sul suo volto e nessun odore sgradevole è nella stanza, anzi si sente un miscuglio di buoni odori: tra cui incenso, gigli e rose.
Giovanni sta dormendo sullo sgabello e appare pallidissimo, salvo intorno agli occhi arrossati dal pianto.
A un tratto, una grande luce empie la stanza, e in essa appaiono creature angeliche che circondano Maria, la sollevano e attraverso un’apertura miracolosamente creata nel tetto la portano via.
A questo punto, Giovanni si sveglia e guardando verso l’alto vede il corpo di Maria come di persona ancora dormiente che viene sollevato dallo stuolo angelico.
E vede anche Gesù scendere incontro alla Madre - che ora appare di nuovo viva -, abbracciarla e salire di nuovo in Cielo.
A questo punto Giovanni aggiunge alla sua testimonianza l’invito ai cristiani a credere nella risurrezione dei corpi e a vivere da giusti così da essere un giorno nel nuovo mondo eterno accanto a Gesù e a Maria.
Aggiunge che ora egli sarà l’apostolo dell’amore, poiché esso ottiene tutto, come gli aveva detto Maria.
651 Riflessioni sul Transito di Maria SS., sulla sua Assunzione e sulla sua Regalità.
Maria SS. spiega che lei morì solo nel senso della separazione della parte più eletta del suo spirito dal corpo, ma - come era giusto per lei che non aveva macchia di colpa - non nel senso dello spasimo della morte, della lugubrità del sepolcro e della corruzione della materia.
Dopo aver parlato con Giovanni di Gesù, del Padre e del Regno dei Cieli si sentì invadere da un dolce languore, come se il corpo si addormentasse, mentre l’intelletto si inabissava nei divini splendori.
Giovanni la avvolse in un manto bianco, già sapeva che lei non si sarebbe corrotta e pensò di attendere gli altri servi di Dio affinché la vedessero ancora una volta e ne traessero conforto e aiuto per la loro missione.
Dio, però, gli fece venire un sonno durante il quale Maria fu assunta in Cielo, trasportata dagli angeli, per dare ai viventi una verità di più che li confortasse a credere nella risurrezione della carne e nel premio di una vita eterna e beata concessa ai giusti.
Aggiunge:
- che più la sua vita passava e più aumentava il suo desiderio di fondersi all’eterna Carità e di riunirsi con suo Figlio nella certezza che avrebbe potuto fare di più per gli uomini pregando ai piedi del trono di Dio;
- che nella sua umiltà non poteva pensare che tanta gloria le sarebbe stata riservata in Cielo;
- che lei è la testimonianza certa di ciò che Dio aveva pensato e voluto per l’uomo: una vita innocente e ignara di colpe e un placido passaggio da questa vita a quella eterna, come il passaggio dalla propria casa a una reggia.
- Poi invita i viventi a giungere a questo totale amore e a togliere valore a tutto quanto è terreno affinché Dio si chini prima a istruirli e farli ascendere con lo spirito al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo e a possedere le loro ricchezze di grazie per i fratelli.
- E’ inutile cercare i resti della casetta del Getsemani, donata da Lazzaro e da cui fu assunta in Cielo, poiché fu devastata nella distruzione di Gerusalemme e le sue rovine andarono disperse nei secoli.
A Sua volta, Gesù afferma che.
- è pura leggenda la tradizione secondo la quale nell’urna di Maria, riaperta da Tommaso, furono trovati dei fiori. Per lei non ci fu alcun sepolcro;
- anche a Enoc e a Elìa, giusti ma sempre un nulla in confronto a Sua Madre - per un miracolo di Dio - fu risparmiato il sepolcro col suo orrore di putredine e lugubrità.
- la vera morte si ha con la separazione completa dell’anima dal corpo.
E’ possibile anche la sola separazione della parte più eletta dell’anima dal corpo come avviene nella contemplazione di Dio, che è concessa nella misura in cui le persone amano Dio con tutte le loro forze.
Così Maria trapassò sommersa dalle onde dell’amore e ora nel Cielo trabocca sui figli a Lei fedeli e anche a quelli prodighi, per la salvezza universale.
652 Commiato all’Opera.
Gesù dice a Maria Valtorta:
le ragioni dell’opera sono, oltre al piacere di comunicare un’esatta cognizione di Me a un’anima che soffre e che Mi ama, l’amore Mio per la Chiesa e il desiderio di aiutare le anime nella loro ascesa verso la perfezione.
I) Voi state perendo e Io vi voglio salvare.
Il modernismo si corrompe in sempre più dannose dottrine umane e Io voglio dare alla S. Chiesa materia per combattere coloro che negano:
- La soprannaturalità dei dogmi;
- La divinità del Cristo, la verità del Cristo Dio e Uomo, reale e perfetto, così come è stato tramandato;
- La dottrina di Paolo e Giovanni e dei concili di Nicea, Efeso e Calcedonia e altri più recenti;
- La Mia sapienza illimitata;
- L’origine divina dei dogmi, dei sacramenti e della Chiesa una, santa, cattolica, apostolica;
- L’universalità e continuità del Vangelo da Me dato per tutti gli uomini;
- La natura, perfetta dall’inizio, della Mia dottrina;
- Opponete al demonio il vangelo dell’angelo volante ben aperto anche sulle pagine fin qui chiuse, perché gli uomini possano salvarsi per la sua luce;
II) risvegliare nei sacerdoti l’amore per il Vangelo.
III) dare ai maestri di spirito e direttori di anime aiuto al loro ministero, affinché adottino modi diversi secondo le anime, quelle dei giusti, dei credenti peccatori, e degli idolatri della potenza e prepotenza, dell’oro, della lussuria, della superbia del loro sapere.
Neanche in questo vangelo è stato riportato tutto: occorrerebbero intere sale delle vostre biblioteche per conoscere tutto quello che Io ho fatto.
E sarebbe utile che bruciaste tanta inutile scienza polverosa e velenosa, sporca di libidine ed eresia, per far posto ai Miei libri.
IV) Restituire nella loro verità le figure del Figlio dell’Uomo e di Maria, veri figli di Adamo per la carne e il sangue, ma di un Adamo innocente.
Come loro dovevano essere i figli di Adamo, con sensi - morali e corporali - perfetti ma sottomessi alla ragione e che amassero di amore spirituale.
Una Madre che amava con tutto l’ardore di una credente che sapeva che quel suo figlio era anche Figlio di Dio, un amore senza tare verso Dio, verso il Figlio, verso i parenti, verso lo sposo, verso il prossimo, quantunque sia poi amplificato nel linguaggio orientale che agli occidentali può apparire esagerato.
Comunque Maria non si può cambiare con la donna morbosamente esaltata, egoista ed arida del tempo attuale. In ogni caso l’amore tra gli esseri umani è colpevole solo quando distoglie dal compiere la volontà di Dio.
Va aggiunto che le esortazioni continue al perdono, alla mitezza e umiltà non vanno considerate in contrasto con le maniere forti necessarie di fronte agli irrigidimenti verso i tenaci, inconvertibili avversari e far capire loro che è necessario dire basta a coloro che si illudono di poter approfittare della misericordia di Dio perché è buono e tentarlo.
V) Io e Mia Madre abbiamo avuto una passione durata decenni in un crescendo e ciò dovrebbe spingervi ad amarCi di più.
VI) La parola Mia, aveva effetti diversi a seconda che chi la riceveva aveva buona volontà oppure no. Così, undici apostoli pur rozzi, ignoranti, lottando si convertirono, mentre Giuda - pur avendo più cultura di quasi tutti gli altri - evolse nel male.
Sbagliano coloro che pensano che i santi siano persone senza fomiti e fremiti e perciò senza meriti.
Il merito viene proprio dalla vittoria sulle passioni disordinate, raggiunta per amore di Dio e per conseguire il fine ultimo: godere di Dio in eterno. Dio dà i mezzi per convertirsi, ma non violenta la volontà dell’uomo.
VII) farvi conoscere il mistero di Giuda, che era stato beneficato straordinariamente da Dio e che coltivando i vizi capitali si era trasformato da servo di Dio in demonio e deicida e invitarvi a meditare l’orrenda fine di quell’apostolo.
Soprattutto i sacerdoti, invece di procurare dolore a Maria Valtorta, la aiutino a portare la sua croce e accolgano il suo messaggio, non siano superbi, invidiosi o increduli.
Ricordandovi le parole del vangelo, voglio farvene comprendere lo spirito. E solo lo Spirito Santo può ben commentare il vangelo.
Con il vangelo di Maria Valtorta non viene fatta aggiunta al Vangelo secondo Giovanni, ma se ne colmano delle lacune che si erano prodotte per cause naturali e volere soprannaturale.
Infine Io mi sono riservato di farvi conoscere ulteriori cose nel ventesimo secolo nel quale l’Umanità - dormiente come le piante d’inverno, col suo spirito annebbiato e sordo alle voci e agli inviti dall’Alto, precipita verso l’Abisso di tenebre e orrore.
Come alla samaritana dissi: "se tu conoscessi il dono di Dio e Chi è Colui che ti chiede da bere, tu stessa ne avresti chiesto a Lui, che ti avrebbe dato acqua viva" così oggi lo dico sia ai dottori sia ai Samaritani (peccatori) e a coloro che stanno tra i due estremi (cioè ai pigri e tiepidi nella fede che si accontentano di pratiche superficiali, affinché non si accontentino di non dannarsi, ma trovino la forza dell’ascesi eroica e di superare le insidie di rovi e serpenti che è la Terra).
Vi invito a non sigillare questo vangelo, ma a leggerlo e farlo leggere poiché "il tempo è vicino".
Nessun commento:
Posta un commento