volume 01


Sintesi di

L'EVANGELO COME MI E' STATO RIVELATO

    di

    MARIA VALTORTA


    VOLUME 1°

Ultima modifica: 14/6/2020

AVVISO

Cliccando sul titolo di un capitolo di questo indice, il browser si posizionerà sul corrispondente riassunto.

Per leggere il testo originale dell'Evangelo come mi è stato rivelato entrare nel sito http://www.scrittivaltorta.altervista.org/per_volume.htm
e scendere giù nella pagina web fino a trovare il link del capitolo desiderato, poi cliccare su di esso.


INDICE

    Breve introduzione all’evangelo

    Volume 01

    Riferimenti per parole eventualmente cercate su internet

    Parole delle quali ho già riunito qui le citazioni opportunamente aggiustandole:

    preghiera (o orazione)



    Altre pagine:



    Breve introduzione all’evangelo.



    Maria Valtorta era una mistica, vissuta dal 1897 al 1961. Riferiva di aver avuto molte visioni - soprattutto dal 1944 al 1947 - della vita di Gesù - che la definiva "il mio piccolo Giovanni" poiché la incaricava di preparare l’umanità alla fine del mondo - oltre a messaggi, anche della Madonna e ne fece il resoconto nel libro L’Evangelo come mi è stato rivelato.

    Esso appare perfettamente in linea con i vangeli tradizionali; è solo molto più ampio. Non vale, perciò, la scusa che la rivelazione si è conclusa duemila anni fa.


Anche Santa Faustina Kowalska, pochi anni prima aveva ricevuto un analogo incarico e la richiesta di far istituire la festa della Divina Misericordia, la qual cosa è stata realizzata da papa Giovanni Paolo secondo.

    Il vangelo rivelato alla Valtorta corrisponde a oltre duemiladuecento pagine intere formato A4, questo sito corrisponde a 320 pagine e i vangeli tradizionali complessivamente a 70-80.

    Oggi che si passa tanto tempo in chiacchiere o davanti al televisore è doveroso e saggio per i credenti informarsi molto meglio sulla volontà di Dio e conoscere molti altri episodi del vangelo che non erano stati mai rivelati al grande pubblico e che col tempo con la trasmissione orale (tradizione) si sono perfino alterati.

    Certamente si potrebbero leggere integralmente i seicentocinquantadue capitoli attraverso internet all’indirizzo

    http://www.scrittivaltorta.altervista.org/per_volume.htm

    o attraverso i libri.

    Più comodamente si potrà conoscerne una sintesi con questo blog.

    Attenzione! Gesù ha detto a Maria Valtorta che oltre i due terzi delle persone va alla dannazione eterna. Non cullarsi, perciò, nell’idea che basti non aver derubato né ucciso nessuno per salvarsi l’anima, poiché Dio considera furto od omicidio molte altre azioni e, inoltre, i comandamenti di Dio sono dieci, non solo due. Vedere i capitoli dal 119 al 131 del volume 02.

    Perciò, fare il buon proposito di leggere qualche capitolo di questo vangelo tutti i giorni o almeno la domenica, magari dopo averne copiato le varie pagine web sul proprio computer.


    A chi piace questo blog, consiglio di copiarlo per intero, pagina per pagina web, sul proprio computer, poiché qualcuno potrebbe distruggerlo, quando io non potessi più occuparmene.



    Volume I

    Indice dei capitoli

001 Pensiero d’introduzione. Dio volle un seno senza macchia.

002 Gioacchino e Anna fanno voto al Signore.

003 Alla festa dei Tabernacoli. Gioacchino e Anna possedevano la Sapienza.

004 Anna con un cantico annunzia di esser madre. Nel suo seno è l’anima immacolata di Maria.

005 Nascita di Maria. La sua verginità nell’eterno pensiero del Padre.

006 Purificazione di Anna e offerta di Maria, che è la Fanciulla perfetta per il regno dei Cieli.

007 La piccola Maria con Anna e Gioacchino. Sulle sue labbra è già la Sapienza del Figlio.

008 Maria accolta nel Tempio. Ella, nella sua umiltà, non sapeva di essere la Piena di Sapienza.

009 La morte di Gioacchino e Anna fu dolce, dopo una vita di sapiente fedeltà a Dio nelle prove.

010 Cantico di Maria. Ella ricordava quanto il suo spirito aveva visto in Dio.

011 Maria confida il suo voto al Sommo Sacerdote.

012 Giuseppe prescelto come sposo della Vergine.

013 Sposalizio della Vergine con Giuseppe, istruito dalla Sapienza a essere custode del Mistero.

014 Gli Sposi arrivano a Nazareth.

015 A conclusione del Prevangelo.

016 L’Annunciazione.

017 La disubbidienza di Eva e l’ubbidienza di Maria.

018 Maria annuncia a Giuseppe la maternità di Elisabetta e affida a Dio il compito di giustificare la sua.

019 Maria e Giuseppe alla volta di Gerusalemme.

020 Partenza da Gerusalemme. L’aspetto beatifico di Maria. Importanza della preghiera per Maria e Giuseppe.

021 L’arrivo di Maria a Ebron e il suo incontro con Elisabetta.

022 Le giornate ad Ebron. I frutti della carità di Maria verso Elisabetta.

023 Nascita di Giovanni Battista. Ogni sofferenza si placa sul seno di Maria.

024 Circoncisione di Giovanni Battista. Maria è Sorgente di Grazia per chi accoglie la Luce.

025 Presentazione di Giovanni Battista al Tempio e partenza di Maria. La Passione di Giuseppe.

026 Giuseppe chiede perdono a Maria. Fede, carità e umiltà per ricevere Dio.

027 L’editto del censimento. Insegnamenti sull’amore allo sposo e sulla fiducia in Dio.

028 L’arrivo a Betlemme.

029 La nascita di Gesù. Efficacia salvifica della divina maternità di Maria.

030 L’annuncio ai pastori, che diventano i primi adoratori del Verbo fatto Uomo.

031 Visita di Zaccaria. La santità di Giuseppe e l’ubbidienza ai sacerdoti.

032 Presentazione di Gesù al Tempio. La virtù di Simeone e la profezia di Anna.

033 Ninna-nanna della Vergine.

034 Adorazione dei Magi. E’ "vangelo della fede".

035 Fuga in Egitto. Insegnamenti sull’ultima visione legata all’avvento di Gesù.

036 La sacra Famiglia in Egitto. Una lezione per le famiglie.

037 Prima lezione di lavoro a Gesù, che non usci dalla regola dell’età.

038 Maria maestra di Gesù, Giuda e Giacomo.

039 Preparativi per la maggiore età di Gesù e partenza da Nazareth.

040 L’esame di Gesù maggiorenne al Tempio.

041 La disputa di Gesù nel Tempio coi dottori. L’angoscia della Madre e la risposta del Figlio.

042 La morte di Giuseppe. Gesù è la pace di chi soffre e di chi muore.

043 A conclusione della vita nascosta.

044 L’addio alla Madre e partenza da Nazareth. Il pianto e la preghiera della Corredentrice.

045 Predicazione di Giovanni Battista e Battesimo di Gesù. La manifestazione divina.

046 Gesù tentato da Satana nel deserto. Come si vincono le tentazioni.

047 L’incontro con Giovanni e Giacomo. Giovanni di Zebedeo è il puro fra i discepoli.

048 Giovanni e Giacomo riferiscono a Pietro il loro incontro con il Messia.

049 L’incontro con Pietro e Andrea dopo un discorso nella sinagoga. Giovanni di Zebedeo grande anche nell’umiltà.

050 A Betsaida nella casa di Pietro. L’incontro con Filippo e Natanaele.

051 Maria manda Giuda Taddeo a invitare Gesù alle nozze di Cana.

052 Le nozze di Cana. Il Figlio, non più soggetto alla Madre, compie per Lei il primo miracolo.

053 La cacciata dei mercanti dal Tempio.

054 L’incontro con Giuda di Keriot e con Tommaso. Simone Zelote sanato dalla lebbra.

055 Un incarico affidato a Tommaso.

056 Simone Zelote e Giuda Taddeo uniti nella sorte.

057 A Nazareth con Giuda Taddeo e con altri sei discepoli.

058 Guarigione di un cieco a Cafarnao.

059 L’indemoniato guarito nella sinagoga di Cafarnao.

060 Guarigione della suocera di Simon Pietro.

061 Gesù benefica i poveri dopo aver detto la parabola del cavallo amato dal re.

062 Gesù cercato dai discepoli mentre prega nella notte.

063 Il lebbroso guarito presso Corazim.

064 Il paralitico guarito a Cafarnao.

065 La pesca miracolosa e l’elezione dei primi quattro apostoli.

066 Giuda di Keriot al Getsemani diviene discepolo.

067 Il miracolo delle lame spezzate alla porta dei Pesci.

068 Gesù, nel Tempio con l’Iscariota, ammaestra.

069 Gesù istruisce Giuda Iscariota.

070 Al Getsemani con Giovanni di Zebedeo. Un paragone tra il Prediletto e Giuda di Keriot.

071 Giuda Iscariota presentato a Giovanni e a Simone Zelote.

072 Verso Betlem con Giovanni, Simone Zelote e Giuda Iscariota.

073 A Betlem, nella casa di un contadino e nella grotta della Natività.

074 All’albergo di Betlem e sulle macerie della casa di Anna.

075 Gesù ritrova i pastori Elia e Levi.

076 A Jutta dal pastore Isacco. Sara e i suoi bambini.

077 A Ebro nella casa di Zaccaria. L’incontro con Aglae.

078 A Keriot. Morte del vecchio Saul.



    001 Pensiero d’introduzione. Dio volle un seno senza macchia.


    Gesù dice a Maria Valtorta:

"

     La purezza ha un valore tale che un seno di creatura poté contenere l’incontenibile, la SS. Trinità con le sue perfezioni.

"

    Dio per manifestarsi agli uomini nella forma nuova e completa che inizia l’era della Redenzione volle un seno senza macchia.

    Anche Eva era stata creata senza macchia, ma volle corrompersi quantunque il mondo fosse puro. Invece Maria, nata in un mondo corrotto, non volle ledere il suo candore neppure con un pensiero rivolto al peccato.

    Conobbe che il peccato esiste, perfino il deicidio, ma per espiarlo e per essere colei che ha pietà per i peccatori e prega per la loro redenzione.



    002 Gioacchino e Anna fanno voto al Signore.


    Anna - dall’aspetto di una cinquantenne - sta tessendo. Poi arriva una vicina a chiederle la giara per farle la provvista di acqua e le lascia il bambino per fare più in fretta.

    Questo risveglia in Anna e nel marito Gioacchino - che arriva poco dopo - il desiderio ancora irrealizzato di avere un figlio.

    Allora l’uomo afferma che, comunque, si può ancora avverare il miracolo come avvenne per Sara, moglie di Abramo, in vecchiaia avanzata.

    Pertanto, le propone di tornare ancora al Tempio, insieme all’innocente bambino a pregare tutti e tre, e lei dice: "Sì, facciamo voto al Signore; Suo sarà il nato, purché ce lo conceda".



    003 Alla festa dei Tabernacoli. Gioacchino e Anna possedevano la Sapienza.


    Di nuovo Anna sospira al vedere una donna che ha già sei figli e un altro è in arrivo, mentre lei non ne ha nemmeno uno. Poi però ha un sogno e lo racconta a Gioacchino: l’anno prossimo verrà per due feste al Tempio, la seconda sarà per l’offerta della sua creatura.

    Gesù dice: che i giusti sono sempre dei sapienti perché, essendo amici di Dio, vivono in sua compagnia e sono istruiti da lui, Sapienza Infinita.

    Anna era la donna forte di cui parlano i proverbi e possedeva una grande virtù, come Gioacchino aveva cercato, curandosi poco invece dell’avvenenza.

    A sua volta, Anna aveva cercato un uomo retto, certa che nella rettitudine è la gioia della famiglia. Essi ottennero gloria davanti al popolo, essendosi fatti re di una virtù verace di fede, speranza, carità e castità, poiché non è necessario essere vergini per essere casti.

    Oggi, invece, non si vogliono figli, ma nemmeno la castità e allora l’amore e il talamo sono profanati.



    004 Anna con un cantico annunzia di esser madre. Nel suo seno è l’anima immacolata di Maria.


    Anna sta tessendo e canta ritmando il moto del piede sul canto.

"

    Gloria al Signore onnipotente che dei figli di Davide ebbe amore. Gloria al Signore! La sua suprema grazia dal Ciel mi ha visitata.

"

    La vecchia pianta ha messo nuovo ramo, ed io son beata.()

    Entra il marito Gioacchino e si fa ripetere quel canto. Lei gli spiega che è felice perché diventerà madre e che ha aspettato a dirglielo per averne la certezza, e che il lino per tessere quel telo lo aveva comprato in Ottobre quando era andata a pregare al Tempio per ottenere la grazia della maternità.

    Sente che sarà una bambina. E dice che è figlia di Dio più che di loro, quella che nasce da un tronco inaridito e non dà pena a sua madre.

    Dopo la visione, Gesù dice a Maria Valtorta:

    Maria, oltre ad avere immacolato il corpo, fu l’unica creatura ad avere immacolato lo spirito.

    Pensa cosa sarebbe stato se dai primi genitori innocenti fossero nati figli innocenti, come Dio voleva.

    Questo, o uomini che dite di avviarvi al "superuomo", e con i vostri vizi vi avviate al superdemone, sarebbe stato il mezzo per portare al superuomo", se aveste saputo rimanere senza la contaminazione di Satana per lasciare a Dio l’amministrazione della vita, della conoscenza, del bene, non desiderando più di quanto Dio non vi avesse dato per generare, in una continuazione verso il perfetto, dei figli che fossero uomini nel corpo e figli dell’Intelligenza nello spirito, ossia trionfatori su Satana, che sarebbe stato atterrato migliaia di secoli avanti l’ora in cui lo sarà con tutto il suo male."



    005 Nascita di Maria. La sua verginità nell’eterno pensiero del Padre.


    Anna esce nel giardino accompagnata da un’altra donna, che le somiglia, a cercare un poco di frescura ma trova più calore.

    Intanto Gioacchino scava un canaletto per dare acqua alle piante che si stanno seccando per la calura e la siccità.

    Anna afferma di non soffrire, al contrario sente una grande pace come la ebbe quando al Tempio pregò per avere un figlio:

    ora pensa che chi nascerà sarà destinato a riedificare il Tabernacolo di Dio in Gerusalemme e che a lui tutti i popoli della Terra si prostreranno.

    Intanto il cielo si copre di nuvole e si scatena un violento temporale.

    Presto una donna annuncia che va tutto bene e poco dopo si sente il primo vagito di una bimba.

    I garzoni insinuano che è forse stato Satana a scatenare quella bufera e che è rimasto scornato ancora una volta dall’arcangelo Michele.

    Intanto compare un grande arcobaleno su tutta l’ampiezza del cielo, che pare abbracci tutta la terra di Israele.

    Anna assegna il nome di Maria alla bimba, e afferma che Dio è con lei da prima che nascesse e trasformerà le amarezze in miele paradisiaco.

    Finita la visione, Gesù dice alla Valtorta che la sola ragione per cui Dio non ha sterminato la razza umana quando peccò alla prima prova, fu la consolazione che avrebbe ricevuto da Maria.

    Dio volle creare un uomo re del mondo, che ammirasse gli astri e le bellezze della natura, anche se sapeva che avrebbe commesso il delitto di uccidersi alla Grazia e di derubarsi del Cielo.

    Poi aggiunge: dimenticate le stampe piene di cose oscure, putride, velenose, bugiarde, bestemmiatrici, corruttrici ed elevatevi nell’illimitata libertà del firmamento.

    Per chi Dio ha fatto il mare che rispecchia il cielo, i laghi, i fiumi, e le sorgenti, che servono a nutrirvi, dissetarvi e mondarvi e che vi servono senza uscire a sommergervi come meritate?

    E le innumerevoli specie degli animali e delle piante e i minerali tra le viscere della Terra?

    Tutto il creato non ha aumentato di un atomo l’infinità di Dio in gioia, bellezza, vita, potenza. Esso è stato fatto per l’uomo. Per vedere tanta opera di Dio e per riconoscenza alla Sua potenza, merita di vivere e di esserne grati.

    E dovreste essere grati di essere trattati da Dio come se foste dei buoni mentre siete ancora prevaricatori, superbi, lussuriosi, omicidi. Questo ve lo insegna Dio. Le altre cognizioni vengono da Satana.

    Tuttavia, Dio sapeva che l’uomo sarebbe stato omicida di se stesso e pensò il modo di annullare la Colpa umana per mezzo di Maria e di Me, che dovevo farmi Carne per salvare e sublimare la carne, e quindi avevo bisogno di una Madre.

    E questa Madre doveva rappresentare la rivincita di Dio, far dimenticare ogni traccia di umanità. Chi l’amerà tornerà ad essere di Dio.

    Gli uomini ubbidendo a Dio avrebbero avuto la pace e l’amore.

    Per la libidine, invece, hanno solo un travestimento dell’amore o la paura di perdere il possesso del cuore dello sposo per libidine sua o di altri; e allora tremano, piangono, diventano folli di gelosia, assassini, disperati, abulici o dementi.



    006 Purificazione di Anna e offerta di Maria, che è la Fanciulla perfetta per il Regno dei Cieli.


    Elisabetta chiede ad Anna come farà a privarsi di Maria.

    La risposta è che è stato Dio a darle quel fiore e lei glielo restituisce e che le sarà di conforto pensare che Maria prega per lei e sarà Dio stesso ad avere cura di sua figlia quando lei non ci sarà più.



    007 La piccola Maria con Anna e Gioacchino. Sulle sue labbra è già la Sapienza del Figlio.


    La bambina Maria racconta storielle di fiori che le ricordano la mamma e il papà.

    Poi domanda quando verrà il Messia. La madre le risponde che succederà fra trenta anni, secondo una profezia che parlava di settanta settimane di anni.

    Maria diventa triste pensando che occorrerà aspettare così tanto ancora, ma la madre le dice che se lei pregherà tanto, il Signore forse lo farà arrivare prima.

    E la bimba allora promette che pregherà tantissimo e che si farà vergine per questo.

    La madre allora le domanda se sa cosa significa questo e la bambina risponde di sì, che dovrà cercare solo l’amore di Dio e non avere occhi e pensieri che per Lui, anche se ciò significa non poter avere figli,

    che sarà lieta di conoscere la vergine che avrà il privilegio di diventare Madre del Messia e di servirla e di servire anche Lui.

    Al padre dice che le dispiace di doverli lasciare, ma se non fosse così, non ne avrebbe merito, e che, comunque, non li dimenticherà mai e, dopo aver pregato per l’arrivo dell’Emmanuele, pregherà sempre per i propri genitori, che Dio li faccia vivere a lungo finché non potrà portarli alla Gerusalemme del Cielo.

    Finita la visione, Gesù pensa alle proteste dei dottori del cavillo che rifiutano l’idea che una bambina così piccola possa già distinguere il bene e il male, sia pure rudimentalmente.

    La Chiesa ha fissato tale età a sei anni, ma vi sono bambini che sanno farlo già a tre anni.

    Aggiunge che se non ci fossimo corrotti, la Sapienza ci sarebbe giunta con i suoi netti bagliori.

    Inoltre, anche dopo aver riottenuto la Grazia con la Redenzione, noi la frantumiamo con la volontà individuale di peccato e con le continue colpe minori o, quantomeno, con le simpatie al vizio oltre all’indebolimento della luce della Grazia a causa di secoli di corruzione, che causano effetti deleteri sul fisico e sulla mente.



    008 Maria accolta nel Tempio. Ella, nella sua umiltà, non sapeva di essere la Piena di Sapienza.


    Gioacchino e Anna camminano a rilento, piuttosto mesti al pensiero di doversi separare da Maria, che ogni tanto li guarda sorridente.

    Sulla strada incontrano Elisabetta che li invita a soffermarsi un poco da lei e li conforta, insieme a Zaccaria, col dire che Dio li conforterà nella loro solitudine, che Maria pregherà per la pace della sua mamma.

    Anche Zaccaria li conforta dicendo che occorre che una vergine della stirpe di Davide sia consacrata per generare il Messia.

    Arrivati a Gerusalemme, Zaccaria va a parlare col Sommo Sacerdote ed egli si presenta ad accogliere la bambina: alza le mani al cielo in preghiera, poi fa un cenno a Maria che lascia i genitori e sale la scalinata.

    Essi la chiamano per un’ultima volta: "Maria! Figlia!" Poi si consolano a vicenda dicendo: "Diamo gloria al Signore che la riceve nella sua Casa."

    Finita la visione, Gesù dice alla Valtorta che Maria aveva posseduto la Sapienza fin dall’inizio della vita e voleva rivolgere il suo pensiero a Dio fin da allora, ma temeva che questi fossero pensieri di orgoglio e ne chiedeva perdono.

    Il dolore è materia troppo ostica per molti, ma l’accettazione di esso è frutto di generosità ed eroismo, che derivano dalla sapienza e questa dall’amore e questo dalla purezza.



    009 La morte di Gioacchino e Anna fu dolce, dopo una vita di sapiente fedeltà a Dio nelle prove.


    Essi avevano subito la persecuzione politica con la cacciata dalla terra di Davide, impoverendoli oltre misura e avevano provato la tristezza di non avere qualcuno che continuasse la loro discendenza.

    Avevano anche avuto malattie, calamità di intemperie, prepotenze di potenti.

    e avevano resistito anche alla tentazione di non negarsi il conforto della figlia per la loro vita declinante, poiché pensavano che i figli sono di Dio prima che dei genitori.

    A loro restavano solo le piccole vesti, i sandaletti, i poveri trastulli della figlia Maria lontana e i ricordi, però con la pace che viene dal dire: "Soffro, ma ho fatto il mio dovere d’amore verso Dio".



    010 Cantico di Maria. Ella ricordava quanto il suo spirito aveva visto in Dio.


    Maria prega e dice ad Anna di Fanuel di essere separata da maestre e compagne pur amandole secondo lo spirito, non secondo la carne.

    Lei, infatti, avrebbe ubbidito ciecamente a Dio anche a dispetto dei genitori se essi - ormai morti - l’avessero ostacolata.

    Dice anche che Dio saprà aprire il cuore al suo sposo e fargli accogliere il voto che lei ha fatto.

    Finita la visione, Gesù afferma che Maria condivideva con Dio in qualche misura la capacità di ricordare, vedere e prevedere, grazie all’intelligenza potente e perfetta perché non lesa dal peccato originale.

    Il sacrificio di Gesù ora reintegra il tesoro dell’intelligenza e della scienza nella mente umana unita dalla Grazia di Dio.

    Ogni cognizione che non viene da anima in Grazia - perché è contraria alla legge divina - non può venire che da Satana.

    Maria era la piena di Grazia dell’antico Testamento e conclude il ciclo delle profetesse, mentre inizia il tempo dei portavoce di Dio nel nuovo Testamento.



    011 Maria confida il suo voto al sommo sacerdote


    Il sommo sacerdote fa chiamare Maria e le dice che la legge di Israele vuole che ogni donna si sposi e generi un maschio da portare la Signore, ma lei scoppia a piangere e allora Anna di Fanuel dichiara che Maria ha fatto voto fin dalla più tenera età di consacrarsi a Dio e Lei lo conferma.

    Allora il sacerdote risponde che bisogna cercare uno sposo santo al quale confidare il voto, sperando che lo accetti.



    012 Giuseppe prescelto come sposo di Maria Vergine


    La Valtorta vede molti uomini riuniti nel Tempio per avere la comunicazione di quale tra loro è stato scelto come sposo per Maria vergine.

    Il sommo sacerdote rivela che è Giuseppe il prescelto da Dio e lo invita a farsi avanti e a sapere da Maria stessa che lei ha fatto un voto.

    Giuseppe - che ha l’aspetto di un trentenne - le dichiara di averla conosciuta fin da quando era una neonata, poiché conosceva i suoi genitori.

    Aggiunge di averle fatto lui stesso la culla, che la sua nascita fu salutata da un violento temporale che salvò la campagna e non causò alcun danno.

    Le confida anche di essere un "nazireo" (N.d.A.: il nazireato era un voto temporaneo o permanente che prevedeva di lasciarsi crescere i capelli, astenersi dall’alcol, non toccare i morti).

    Dice pure che la amerà con lo spirito - non con la carne - come un padre e un fratello, oltre che come uno sposo e le chiede di rivelarle il voto che lei ha fatto.

    Allora Maria gli dice che fin dall’infanzia si è consacrata al Signore, ha offerto la sua verginità in sacrificio d’amore per l’avvento del Messia, tanto atteso dal popolo ebraico.

    Giuseppe le risponde di essere pronto anche lui a unire il proprio sacrificio affinché sia dato al più presto alla terra il Salvatore e la invita ad andare davanti alla Casa del Signore a giurarsi amore come angeli.

    Poi lui preparerà a Nazareth la casa per stare insieme e dopo andrà a prenderla con sé.



    013 Sposalizio della Vergine con Giuseppe, istruito dalla Sapienza a essere custode del Mistero.


    Maria subisce le domande curiose delle sue amiche, ma Elisabetta le chiede se ha parlato a Giuseppe del voto e lei risponde di sì e che lui ha accettato e promesso di unire il proprio sacrificio a quello della sposa.

    Infatti, poi in disparte le dice che metterà la propria castità assoluta al fianco di colei che vuole dare tutto il suo amore a Dio e al mondo per dargli il Salvatore col suo sacrificio di donna.

    Più tardi il pontefice mette la destra della sposa nella destra dello sposo e li benedice solennemente: "Il Dio d’Abramo, Isacco e Giacobbe sia con voi. Egli vi unisca e adempia in voi la sua benedizione, dandovi la sua pace e numerosa posterità con lunga vita e morte beata nel seno di Abramo."

    In seguito i due sposi si scambiano la promessa e vanno in una sala dov’è steso il contratto di matrimonio.

    Finita la visione, Gesù parla alla Valtorta della sapienza del giusto e delle sue opere.

    - Aggiunge che Giuseppe è un corredentore, che la castità di Giuseppe, Maria e Gesù restituisce gli uomini alla Grazia e rende a Dio il suo diritto sull’uomo;

    - che Giuseppe fu grande nella fede, nella costanza, nel sacrificio e nella pazienza. La fede fu grande perché egli credette senza aver visto i miracoli del Messia;

    - che Egli ci sia di esempio in ciò che più ci manca: purezza, fedeltà e perfetto amore.



    014 Gli Sposi arrivano a Nazareth.


    Maria e Giuseppe arrivano su un carro - insieme a Zaccaria ed Elisabetta - bene accolti dalla popolazione che riconosceva lui, ma quasi non ricorda Maria, che era stata presso il Tempio per molti anni.

    Alfeo, fratello di Giuseppe, e la sua consorte offrono la loro ospitalità a Maria, però lei risponde che andrà senz’altro a trovarli, ma preferisce restare nella casa dei suoi genitori, dove ha tanti ricordi.

    La casetta aggiustata per lei ha un grosso orto sul retro e un piccolissimo uliveto.

    Poco ti è rimasto - osserva Zaccaria - a causa dei danni fatti dall’impero romano e della lunga e costosa malattia di tuo padre, ma lei ribatte che le importa poco poiché lei lavorerà, però Giuseppe a questo punto obietta che sarà lui a lavorare e che lei dovrà solo tessere e cucire per la casa. Maria risponde che farà come vuole lui.

    Mentre varcano la porta, Giuseppe si fa promettere dalla sposa che per qualunque problema chiederà soccorso a lui che sarà felice di aiutarla.

    Poi le mostra i lavori che ha fatto nell’orto per renderlo più fruttuoso e promette che ne farà altri ancora, quando verrà a trovarla durante l’estate.

    (Il matrimonio sarà contratto quando Maria avrà raggiunto i sedici anni e solo allora inizierà la convivenza).



    015 A conclusione del Prevangelo.


    Gesù dice a Maria Valtorta che, offrendosi come olocausto, lei Gli ha procurato monete con cui salvare la Terra.

    E se l’Italia non sarà rovinata completamente è perché sul suo esempio molte ostie sono state consumate.

    A sua volta la Madonna le dice che Dio l’ha consolata con estasi soavi in quel tempo di orrori e la invita a volerle bene come figlia e sorella nella sorte di vittima per il bene dell’umanità.



    016 L’Annunciazione.


    Visione di una fanciulla di - al massimo - quindici anni all’aspetto, in una piccola stanza in cui c’è un giaciglio, un letto basso coperto di alte stuoie e tappeti forse stesi su una tavola o su un traliccio di canne.

    L’ambiente è umilissimo e austero, ma regale per la cura con cui tutto è disposto.

    La vergine sta filando del lino seduta su uno sgabello, mentre canticchia in ebraico, forse dei salmi.

    Allora una luce fa ancora più chiare le pareti della stanza e un Arcangelo si prosterna: "Ave, Maria, piena di Grazia" .

    Maria rimane stupita e sgomenta, poiché non sa se è un messo di Dio o dell’Ingannatore, ma lui le dice di essere l’angelo Gabriele e che lei concepirà e partorirà un figlio che dovrà essere chiamato Gesù.

    Egli sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo e regnerà in eterno sulla casa di Giacobbe.

    Poi prega Dio che non tardi a mandare il suo Servo a portare la pace sulla terra, di suscitare la vergine pura e feconda per l’avvento del suo Cristo e di concederle di offrire la sua vita a tale fine.

    Maria domanda se Dio non vuole che lei resti vergine ma l’Angelo le dice che diventerà Madre per l’onnipotenza dell’Altissimo, come sua cugina Elisabetta che è già al sesto mese.

    Allora Maria risponde: "Ecco l’ancella del Signore. Sia fatto di me secondo la tua parola."



    017 La disubbidienza di Eva e l’ubbidienza di Maria.


    Questo capitolo riporta qualche frase tratta dal "Poema dell’Uomo Dio".

    In esso Gesù dice che gli uomini del ventesimo secolo credono alle virtù civiche degli antichi ateniesi. Poi, però, ascoltano le storie dei martiri come racconti fiabeschi, ma in realtà esse sono storia.

    Aggiunge che i martiri erano veramente tornati uomini e donne in virtù della Grazia. Noi, invece, siamo diventati dei bruti, guidati dall’istinto e imparentati con Satana.


FINE INDICE


    Poi inizia il passo tratto dall’Evangelo in cui Gesù dice, a Maria Valtorta, che come è raccontato nella Bibbia, Dio aveva fatto l’uomo e la donna, affinché fossero gioiosi dominatori su tutto il creato.

    Che cosa vuol dire tutto ciò?

    La nostra anima ce lo direbbe se sapessimo conversare con lei, poiché quando siamo in Grazia, Dio viene ad abitare in noi (Gv, 14, 23).

    In tale stato l’anima possiede la Conoscenza, la Scienza e la Sapienza.

    Tali conversazioni sublimi riempiono i silenzi delle carceri e i silenzi degli infermi santi, fino all’amore delle loro croci.

    L’uomo potrebbe dominare su tutti i suoi tre strati, animale, morale e spirituale volgendoli tutti al possesso di Dio.

    Dio aveva proibito la conoscenza del Bene e del Male perché il Bene glielo aveva dato gratuitamente, e il Male voleva che non lo conoscesse.

    Esso infatti è dolce al palato ma desta una febbre che più se ne beve e più se ne ha sete. Produce arsione e uccide.

    E’ stato Satana, inferiore solo a Dio, che covò la superbia e da essa nacque il Male. Una volta cacciato dal Paradiso, l’incubatore del Male incominciò a insozzare la Terra.

    Satana incuriosì la donna ed essa, invece di ricorrere a Dio che l’avrebbe purificata, volle provare e mangiò il frutto proibito.

    Poi persuase anche Adamo a provarlo. Così neanche lui seppe più dominare i suoi tre strati.

    Solo con la Grazia si riesce a strozzare il mostro e a non aver più nulla da temere.

    Maria SS. dice che Dio l’aveva illuminata sulla causa del male del mondo e che lei aveva voluto cancellare da sé, per quanto possibile, ogni traccia di Satana.

    Lei voleva riportare la sua carne alla purezza angelica serbandosi inviolata da pensieri, desideri e contatti umani.

    In questo modo in lei non c’era arsione di carne, però restava il sacrificio di non poter essere madre, ancora più gravoso per la grande considerazione della maternità presso gli Israeliti.

    Il principio della colpa è nella disubbidienza e nella presunzione; in tale stato di ribellione il Diavolo può operare, perciò, lei abbracciò la volontà del Signore per sé e per lo sposo, per restituire alla donna e all’uomo la dignità perduta.

    Gesù riprende a parlare dicendo che troppi sono inceppati nelle formule e ragionano su Dio con le loro formule umane e vorrebbero che anche Dio ragionasse così. E questa è superbia, poiché presuppone la perfezione della mente umana.

    Sarebbe molto bello che, invece, ragionassero secondo lo spirito e seguissero Dio.

    Egli ama disorientare tale superbia effondendosi proprio su quelle persone che sono considerate dei rifiuti dal mondo, ignoranti, ottusi, infantili.

    E gli uomini dovrebbero ringraziare Dio di essersi fatto conoscere e di guidarli alla salvezza, invece di dire che è impossibile che un deficiente diventi un dotto nella scienza di Dio.

    Egli ne ha fatte tante di cose impossibili in passato, anche attraverso i profeti dell’antico Testamento.

    Il frutto mangiato da Adamo ed Eva rappresentava l’esperienza amorosa fatta con malizia per istigazione satanica, contro il comando di Dio: essi dovevano amarsi, ma in santità di affetti.

    Oggi il novanta per cento di noi non vive per amare ma per saziarsi di senso, non come creature dotate di un’anima ma come cani senz’anima e senza ragione e i bruti ci superano nell’onestà del loro amore.



    018 Maria annuncia a Giuseppe la maternità di Elisabetta e affida a Dio il compito di giustificare la sua.


    Maria annuncia a Giuseppe di aver saputo da un messaggero di cui non si può dubitare che la cugina Elisabetta avrà un figlio e che andrà a stare da lei per mesi.

    Giuseppe risponde che l’aspetterà con impazienza e si offre di accompagnarla perché deve andare a Gerusalemme per acquistare attrezzi da lavoro.

    Dopo la visione, Maria Vergine dice alla Valtorta che mentre giudicava opportuno riferire a Giuseppe l’annuncio ricevuto dall’Angelo, sentì dirsi dallo Spirito:

    Taci, affida a me il compito di giustificarti presso il tuo sposo.

    Lei aveva sempre confidato in Dio e non era mai stata delusa e perciò fece lo stesso anche questa volta, ciò però la fece soffrire nei mesi successivi

    e lei lo accettò per riparazione e per insegnarci a tacere in situazioni analoghe.

    Meritate con una vita santa la difesa di Dio e poi andate sicuri: provvederà lui, al momento opportuno, a difendervi presso chi vi ama.



    019 Maria e Giuseppe alla volta di Gerusalemme.


    Giuseppe e Maria partono per andare da Elisabetta a cavallo di due ciuchini.

    Lui parla solo per chiederle se sta bene e se ha bisogno di qualcosa. Infatti, poi c’è un acquazzone e lui le dà il suo mantellone e, per tranquillizzare lei, si mette addosso una coperta, del ciuchino probabilmente.



    020 Partenza da Gerusalemme. L’aspetto beatifico di Maria. Importanza della preghiera per Giuseppe e Maria


    Giuseppe, per Maria, indica come compagno di viaggio un vecchietto che deve andare anche lui nel Paese di Elisabetta. Costui la assilla di domande alle quale lei pazientemente risponde;

    poi finalmente lui tace e lei si può finalmente mettere a pregare.

    La preghiera sia per Maria sia per Giuseppe era di conforto nelle ore tristi; e di adorazione e fusione con Dio nei momenti lieti.




    021 L’arrivo di Maria a Ebron e il suo incontro con Elisabetta.


    In una campagna primaverile, Maria sale a cavallo di un ciuchino per andare a Ebron.

    Entrata nella città, vede una casa che sembra essere di persona agiata.

    Al giardiniere Maria si presenta come cugina dei padroni della casa.

    Allora egli l’accompagna in casa dove è accolta con stupore e gioia dalla vecchia Elisabetta, che la saluta dicendo:

    Benedetta tu tra tutte le donne! Benedetto il frutto del tuo seno!

    Poi aggiunge che il bambino che lei attende stessa ha esultato nel suo seno e che tramite Maria si avvereranno le profezie per la salvezza di Israele.

    Maria risponde esclamando: "L’anima mia magnifica il Signore ." e alla fine del cantico si inginocchia adorando Dio.

    Intanto arriva il vecchio Zaccaria che la saluta con gesti e suoni gutturali, poiché è diventato muto per punizione di non aver creduto che la sua vecchia moglie avrebbe generato un figlio.

    Elisabetta lo informa che anche Maria avrà un figlio.



    022 Le giornate ad Ebron. I frutti della carità di Maria verso Elisabetta.


    Elisabetta dice a Maria che non sente più peso, stanchezza e dolore, da quando lei è arrivata. Vuole tessere da sé per il suo bambino, ma Maria risponde che provvederà lei che ha buona vista e solo dopo penserà al suo Gesù.

    Prima gioisce, ma poi si fa mesta al pensiero delle profezie sulle sofferenze di Gesù per poter sanare noi scellerati.

    A sua volta, dopo aver consolato la cugina, Elisabetta si fa triste al pensiero del castigo subito dal marito e prega che torni a parlare almeno dopo la nascita del bambino.

    Dopo il racconto della visione, è aggiunto un testo ripreso dal Poema, 1, 34 che racconta un’altra visione.

    Maria SS. parla del suo bambino e prevede che sarà molto bello, perché divino.

    Elisabetta le dice che dovrà pur essere detta a Giuseppe l’origine divina di Gesù, ma Maria risponde che provvederà Dio stesso.

    Entra Zaccaria con delle preghiere scritte su dei rotoli e tocca a Maria recitarle ad alta voce.

    Elisabetta dice che sentiranno molto la sua mancanza perché non ci sarà più chi pregherà per loro, ma Maria risponde che poi sarà Zaccaria a pregare, poiché Dio lo avrà perdonato e gli avrà restituito la capacità di parlare.

    Poi Maria torna a tessere poiché è prossima la nascita del figlio di Elisabetta.

    Anche questa visione finisce e Maria SS. aggiunge che la carità verso il prossimo deve precedere quella verso noi stessi, altrimenti siamo egoisti.

    L’aiuto materiale che lei ha portato alla cugina ha fatto sì che Dio sollevasse Elisabetta dalle sofferenze del suo stato quantunque fosse una vecchia.

    Inoltre, la sollecitudine verso la cugina non ha ritardato il lavoro per Gesù poiché Dio è padrone del tempo e anche nelle cose usuali provvede Lui: la carità non ritarda, affretta.

    Infine, l’amarezza per le sofferenze che attendevano Maria, erano mitigate dalla gioia di pensare che esse rinforzavano i deboli rendendoli capaci di raggiungere il Cielo.



    023 Nascita di Giovanni Battista. Ogni sofferenza si placa sul seno di Maria.


    Elisabetta si preoccupa temendo di morire al momento del parto che sta per avvenire, a causa dell’età.

    Maria, però, cerca di rassicurarla dicendole che Dio non lo permetterà e inoltre promette che resterà lei per pensare ai colombi e al marito per un po’ di tempo prima di tornare alla propria casa.

    Dà ordini per i preparativi per il parto e, quando è libera, prega a lungo e intensamente.

    Poi finalmente arriva l’annuncio della nascita di un bambino forte e sano che rallegra la famiglia e i vicini e che induce a benedire Dio.



    024 Circoncisione di Giovanni Battista. Maria è Sorgente di Grazia per chi accoglie la luce.


    La Valtorta ha la visione della casa di Elisabetta il giorno in cui avverrà la circoncisione del suo bambino.

    Gli uomini presenti suggeriscono, per il bambino, il nome del padre Zaccaria, giacché ormai è vecchio, ma Elisabetta risponde che il nome sarà Giovanni e anche il marito lo conferma scrivendolo su una tavoletta.

    Ed ecco che gli si scioglie la lingua e predice la missione di suo figlio che sarà di convertire i cuori al Signore Altissimo.

    Poi il bambino è portato alla circoncisione e ne esce strillando e si calma solo quando è preso in braccio da Maria Vergine.

    Zaccaria s’inginocchia davanti a Maria e le chiede di benedirlo, poiché porta in seno il Salvatore del mondo. Maria risponde che in realtà è Dio che concede le grazie, affinché lo amiamo e serviamo negli anni restanti.

    Anzi gli chiede di pregare per lei che soffrirà molto perché Gesù dovrà affrontare molte sofferenze.

    Finita la visione, la Madonna dà un messaggio alla Valtorta: a chi riconosce il suo fallo e se ne pente e accusa con umiltà, Dio perdona e anzi compensa.

    L’amicizia con Dio è una ricchezza che nessun’altra cosa eguaglia e non permette di sentire l’amaro della disperazione, mescolando il dolore con una carezza e una luce.

    Non vogliate celebrare il ricordo di Gesù nella passione solo nella chiesa ma nel vostro cuore battendovi il petto e dicendo: "Signore, perdonaci e salvaci e noi non vogliamo peccare più."



    025 Presentazione di Giovanni Battista al tempio e partenza di Maria. La passione di Giuseppe


    Giovanni Battista è portato al Tempio. La gente si domanda come mai sia potuto nascere da una donna vecchia se non per un miracolo e se non sia il Messia a lungo atteso,

    ma qualcuno risponde che il bimbo è nato nella Giudea ma non a Betlemme e nemmeno da una vergine come prevedeva la Sacra Scrittura.

    Tutti si felicitano con Elisabetta e Zaccaria, genitori del bimbo e ignorano Maria, anzi la guardano con disgusto a causa della sua gravidanza pur non essendo sposata.

    Finita la visione, Maria dice alla Valtorta che la passione di Giuseppe fu di constatare che lei era incinta, senza apparente ragione, ma che la santità gli impedì di denunciare la sua futura sposa agli anziani affinché fosse giudicata come un’adultera e venisse lapidata e morisse insieme al figlio portato in grembo.

    Fu una passione anche per Maria che si vedeva delusa da Dio dal quale sperava che rivelasse a Giuseppe l’origine miracolosa del suo stato di gravidanza.

    Aggiunge che per essere ascoltati da Dio bisogna pregare tanto e perdonare.



    026 Giuseppe chiede perdono a Maria. Fede, carità e umiltà per ricevere Dio.


    Maria Vergine ha pianto.

    Arriva Giuseppe e chiede perdono per aver pensato male della sua sposa, senza darle la possibilità di giustificarsi e le domanda perché sia stata così umile da non farlo di sua iniziativa,

    Maria gli risponde che se non lo fosse stata non avrebbe meritato di essere la madre del Salvatore destinato ad annullare la colpa di superbia di Adamo

    e che, inoltre, lei ha ubbidito a Dio che glielo aveva chiesto e che il suo silenzio le è costato tanto immaginando il dolore che ne sarebbe venuto a lui.

    Allora Giuseppe le dice che bisogna anticipare il matrimonio tra loro, alla prossima settimana ed entrambi si commuovono al pensiero che Dio li chiamerà padre e madre.

    Finita la visione, la Vergine dice alla Valtorta che vedendo Giuseppe si era turbata, perché temeva che egli mancasse alla carità e alla giustizia, non per se stessa.

    Poi elenca le qualità che occorrono per piacere a Dio e ricevere la sua venuta nel proprio cuore:

     - fede: Giuseppe era così onesto da non poter pensare senza dolore che altri non lo fossero. Noi ci amiamo tanto da ritenerci perfetti. Allora perché disamare il prossimo pensandolo imperfetto?

     - Carità assoluta, che sa perdonare, in anticipo scusando in cuor proprio le manchevolezze del prossimo, concedendo tutte le attenuanti al colpevole;

     - Umiltà assoluta: saper riconoscere che si è mancato anche col semplice pensiero e non avere l’orgoglio di non voler dire "ho errato".

    Ancora più difficile è l’umiltà di tacere le meraviglie di Dio in noi, per non umiliare il prossimo che non le ha ricevute. Lasciate a Dio il compito di svelare i suoi servi.



    027 L’editto del censimento. Insegnamenti sull’amore allo sposo e sulla fiducia in Dio.


    Maria SS. ora appare una donna matura, ma senza la pesantezza tipica di un’avanzata gravidanza, e piena di dignità e grazia e il suo sorriso è mutato in dolcezza e maestà.

    Giuseppe rientra preoccupato perché è uscito l’editto di censimento di tutti i palestinesi e bisogna andare a segnarsi nel luogo di origine, quindi a Betlemme, e sarà difficile trovare dove alloggiare.

    Maria non se ne preoccupa ma pensa alla Sacra Scrittura che afferma che in tale città nascerà il Dominatore promesso alla stirpe di Davide.

    Infatti, rassicura Giuseppe dicendogli che Dio saprà certo trovare un luogo per far nascere il Suo Messia.

    Finita la visione il testo del capitolo 27 riporta un tratto del Poema: 1, 45.

    In esso Maria SS. richiama l’attenzione delle mogli su un punto: troppe unioni diventano disunioni per colpa delle mogli che non hanno quell’amore che è tutto gentilezza, pietà e conforto verso il marito.

    Su di lui pesano molte preoccupazioni, come la necessità del lavoro, decisioni da prendere, responsabilità davanti ai poteri costituiti e alla famiglia propria.

    Ad esse la donna non deve aggiungere il peso di inutili ed egoistici lamenti, perché non ama.

    L’amore è il soddisfare chi si ama e tenergli aperte le ali nei cieli della speranza e della pace, non il soddisfare se stessi nel senso e nell’utile.

    Un altro punto è la fiducia in Dio, la quale è segno di fede, speranza e amore e Dio merita questa fiducia.

    La fiducia è anche umiltà, il superbo dice che lui fa da sé e non si fida di altri che egli considera incapaci, mentitori e prepotenti.

    La fiducia è anche ubbidienza. L’ubbidienza è segno che noi riconosciamo Dio per Padre.

    Nessun evento può accadere se Dio non lo permette. Infatti, Egli non permette tutto.

    Chi è potente non passi il segno se non vuole che Dio lo colpisca; e chi è suddito non maledica mai, poiché spetta a Dio benedire e maledire.



    028 L’arrivo a Betlemme.


    Sulla strada maestra vi sono tanta folla e tanti asinelli carichi di masserizie. Giuseppe chiede ogni poco a Maria se è stanca finché lei non gli risponde che piuttosto sarà stanco lui che va a piedi.

    Poi incontrano un pastore che consiglia loro di cercare rifugio in qualche stalla nelle campagne se, come è quasi certo, non troveranno un posto in albergo.

    A questo punto Maria dice che è proprio giunto il momento e invita Giuseppe a non temere, ma lui è molto preoccupato e chiede invano ad ogni porta se c’è del posto, poi cerca le grotte ma sono tutte basse e umide.

    Infine, un vecchio indica loro una tana in cui forse non c’è ancora nessuno: sembrano le fondamenta di un vecchio fabbricato in rovina.

    Entrano e Giuseppe accende una lanterna che aveva portato con sé. Vede un bue.

    Fa entrare anche il loro ciuchino e gli procura fieno e acqua, poi accende un fuoco.

    Prepara un giaciglio per Maria e la fa stendere a dormire mentre lui su uno sgabello provvede a mantenere acceso il fuoco e ogni tanto si volta a vedere Maria.



    029 La nascita di Gesù. Efficacia salvifica della divina maternità di Maria.


    Gesù è nato in una tettoia, nemmeno ben chiusa al vento, in una notte fredda. Maria e Giuseppe piangono di commozione, poi Maria dice:

    Ecco i tuoi servi, o Signore, sia fatta sempre da noi la tua volontà per tua gloria e per amor tuo.

    Poi cercano di riparare il bambino come possono con qualche coperta, rinunciando ai loro mantelli per coprire Gesù e fargli un letto nella mangiatoia e mettendo il fieno a chiusura dell’ingresso.

    Ecco - in sintesi - ciò che, alla conclusione della visione, Maria vergine dice a Maria Valtorta:

    Ricordi la pace del Natale? Ora per te è il tempo di pena, ma è nella pena che si conquista la pace.

    Io ho redento la donna con la mia maternità divina, ma occorreva dell’altro, poiché il peccato di Eva era un albero di quattro rami: superbia, avarizia, golosità e lussuria.

    Ho vinto la superbia subendo molte umiliazioni da parte degli uomini, senza difendermi in alcuna maniera.

    Ho vinto l’avarizia dei Progenitori rinunciando in anticipo alla mia creatura, cosa che una madre non fa mai, se non forzatamente.

    Ho vinto la golosità - del sapere e del godere - accettando di sapere solo ciò che Dio voleva che io sapessi.

    Ho vinto la golosità del godere, poiché mi sono negata ogni sapore di senso, ho messo la carne, strumento di Satana, sotto i miei piedi.

    A differenza di Eva che spinse il suo compagno alla lussuria, io ho attirato il mio sempre in alto, facendone un angelo.

    Ho vinto la lussuria, la quale è la golosità portata all’ingordigia, poiché ogni vizio non frenato conduce a un vizio più grande.



    030 L’annuncio ai pastori, che diventano i primi adoratori del Verbo fatto Uomo.


    Visione di una luna sfavillante, tanto che un pastore si copre gli occhi come se stesse guardando il sole e stupito chiama i suoi compagni.

    I più giovani hanno paura e un dodicenne piange ed è deriso dagli altri, ma poi è lui ad annunciare agli altri che vede un angelo. I pastori cadono col volto verso terra.

    L’angelo li rassicura e anzi annuncia loro gioioso che è nato il Salvatore, Cristo, il Signore, e potranno trovarlo nella mangiatoia di una stalla dietro Betlemme.

    Infatti, per il Messia non vi fu un tetto nella città di David.

    Scendono dal Cielo molti altri angeli e cantano il Gloria.

    Il pastore che aveva dato indicazioni a Giuseppe su dove passare la notte suggerisce agli altri dove cercare il bambino.

    Raccomanda, però, agli altri di portare dei doni poiché deve trattarsi di una famiglia molto povera.

    Essi, allora, prendono latte, formaggio, pelli, agnellini, una pelle di pecora, una pecora che dia latte fresco e partono.

    Uno di loro promette che parlerà a una bravissima conoscente affinché dia loro un alloggio e un altro si impegna ad avvisare Zaccaria della nascita di Gesù.

    Dopo la visione, Gesù dice a Maria Valtorta, alla vigilia del Corpus Domini, che i pastori sono i primi adoratori del Corpo di Gesù, poiché essi ne hanno tutti i requisiti:

     - fede sicura.

     - Umiltà.

    - Generosità, perché danno quanto possono.

    - Desiderio, perché s’industriano per procurarsi ciò che non hanno.

    - Prontezza di ubbidienza, dal momento che uno di loro va subito ad avvisare il sacerdote Zaccaria, come le ha chiesto Maria.

     - Amore: essi non sanno staccarsi da lì, come si dovrebbe fare con il Suo Sacramento.

    E personalmente a Maria Valtorta fa notare che è a un ragazzo, tra quei pastori, che Dio si mostra e permette di sentire per primo le parole della Vergine.



    031 Visita di Zaccaria. La santità di Giuseppe e l’ubbidienza ai sacerdoti.


    Arriva Zaccaria e Giuseppe lo informa che hanno sofferto alquanto per il freddo, ma soprattutto hanno avuto paura che il freddo facesse male a Gesù,

    che piangeva tanto la notte e non si poteva fare molto fuoco, a causa del fumo che produceva.

    Poi Zaccaria consegna i doni (coperte, vestitini, focacce e altre cosette) inviati da Elisabetta, che si è rammaricata di non poter venire anche lei per il gran freddo.

    Quanto al futuro, Zaccaria dice che è bene che Gesù resti a Betlemme, affinché possa essere ammaestrato da lui e sia un giorno più accetto ai Giudei.

    Maria, piangendo, obietta: "Come faremo? Abbiamo tutto a Nazareth. Possiamo trasportare le cose, ma non la casa".

    Tuttavia, Giuseppe si dice disposto ai maggiori sacrifici per il bene di Gesù.

    Finita la visione, Maria dice alla Valtorta che:

    - Giuseppe è stato santo in tutte le cose, anche le più umili della vita, per la sua castità d’angelo, per la sua onestà di uomo, per la sua operosità, modestia, per tutto

    e ragionava meglio del sacerdote Zaccaria che pensava umanamente e interpretava umanamente le Scritture.

    - Che Giuseppe dovrebbe essere considerato protettore anche dei consacrati, poiché nessuno di costoro ha consacrato se stesso al servizio di Dio come lui.

    - L’ubbidienza salva sempre. E’ sempre doveroso il rispetto al sacerdote per il suo compito anche se ha perso la fiamma apostolica,

    anche se non è santo, e pregare per lui, poiché salvare un’anima sacerdotale equivale a salvarne tante.



    032 Presentazione di Gesù al Tempio. La virtù di Simeone e la profezia di Anna.


    Maria SS. su un ciuchino porta Gesù in grembo e cerca di ripararlo meglio che può dal freddo coprendolo col suo mantello.

    Giuseppe le cammina al fianco tenendo la briglia. Di quando in quando si guardano e sorridono.

    Arrivati nella città, si fermano in un posteggio dove Maria scende dal ciuchino e Giuseppe si procura fieno e acqua per l’animale.

    Poi acquista due colombini per offrirli al momento della presentazione di Gesù.

    I due sposi col bambino raggiungono il Tempio dove il sacerdote compie il gesto rituale di sollevare il bambino a braccia tese verso l’alto e poi lo restituisce alla madre.

    Tra i presenti c’è il vecchio Simeone, un semplice fedele che chiede e ottiene di prendere nelle sue mani Gesù. Allora annuncia che Maria avrà un grande dolore, ma Dio saprà confortarla.

    Dopo la visione, Gesù fa due commenti:

    1) Dio rivela la verità non a un sacerdote disattento, ma a un semplice fedele di buona volontà, ossia che vive nella fede, nell’ubbidienza, nella purezza, carità, generosità e preghiera. Quest’ultima non consiste nelle pratiche ma in una comunione di spirito con Dio dalla quale si esce decisi a essere sempre più di Dio.

    2) Le parole di Anna che vede anche lei nel neonato il Messia, e dice anche lei che Dio saprà confortare Maria del dolore che la Passione di Gesù le procurerà.

    Gesù poi aggiunge che anche oggi Dio può sconfiggere i satana che ci perseguitano - per portarci alla disperazione e separarci in tal modo da Dio se non ci possono prendere in altro modo - e darci la pace, se glielo chiediamo con molta perseverante fede.



    033 Ninna-nanna della Vergine.


    Ecco solo qualche verso di tale ninna nanna:

    “Nuvolette tutte d’oro

    Paiono greggi del Signore().

    Ma se avessi tutti i greggi

    Che ci sono sulla terra

    L’agnellino a me più caro

    Saresti sempre Tu...”

    E quando Gesù si è addormentato, la madre lo ha deposto nella culla, l’ha coperto con piccoli lini e riparato con un velo dalle mosche e dall’aria e poi è rimasta a rimirare il suo tesoro che dormiva.


    (Nel testo originale ci sarebbe un pps con ninna nanna che si può scaricare o ascoltare, ma allo scrivente non riesce possibile aprire il file).




    034 Adorazione dei Magi. E’ "vangelo della fede".


    Al momento dell’arrivo dei Magi, Gesù sembra avere da nove mesi a un anno. Il più anziano di loro spiega che lo scorso dicembre hanno visto una nuova stella nel cielo di insolito splendore, non rappresentata sulle carte astronomiche, e hanno capito che essa annunciava la venuta del Messia, ognuno di loro all’insaputa dell’altro.

    Si sono incontrati e compresi miracolosamente nonostante la diversità delle loro lingue e hanno proceduto insieme verso la Palestina, ma a Gerusalemme la stella era scomparsa e avevano chiesto al re Erode dove dovesse nascere il re dei Giudei per poterlo adorare. Messi al corrente che ciò doveva avvenire a Betlemme della Giudea si rimettono in cammino.

    Trovato il bambino, in ginocchio gli consegnano i loro doni: oro, incenso e mirra, perché così si conviene a un re di origine divina e che tuttavia come uomo dovrà conoscere la sofferenza e la morte e prendere su di sé il male della terra, per salvare gli uomini.

    In seguito, il più vecchio dei Magi prende il bambino in braccio, lo bacia e poi lo passa agli altri due. Gesù li benedice con la manina facendo un segno di croce.

    Infine, essi si alzano e si avviano per ripassare dal re Erode che aveva chiesto loro di riferirgli il luogo dove era Gesù per potersi recare anche lui ad adorarLo.

    La visione cessa qui e Gesù aggiunge che quei savi d’oriente non avevano nulla che li assicurasse della verità, eppure avevano creduto alla scienza, alla coscienza e alla riflessione resa perfetta da una vita integra.

    Solo loro tra tanti studiosi di segni hanno capito dall’apparizione della cometa inattesa che era nato il Messia, e non hanno avuto esitazioni, paura delle difficoltà (diversità di lingua, delle spese, del caldo, del vento, e dei rischi di febbri, di alluvioni, di cibi differenti, di essere trattati come spie), ma si sono affidati a Dio anche per trovare il luogo dove Lui stava.

    Mentre in questo mondo vi sono dei disgraziati che, per il semplice essere al servizio di un potente, si danno arie da semidei, al contrario i Magi erano realmente grandi ma si sentivano un nulla rispetto al Dio Altissimo e nella più meschina casa di Giuda non dicono "Impossibile".

    Al contrario, curvano la schiena, le ginocchia - e specialmente il cuore - e adorano. Essi indossano le vesti più ricche per rendere onore al Re dei re, non per sfoggio umano.

    Giuseppe nella sua umiltà e giustizia non soffre di essere un personaggio secondario. A sua volta, Maria guida la mano del piccolo Gesù al gesto della benedizione.

    Oggi la mano trafitta di Gesù cade stanca e sfiduciata, perché sa che è inutile benedire o è sdegnata perché gli uomini Lo maledicono.

    E allora è la Madre che Gli toglie lo sdegno baciandoGli la mano o piangendo e Gli ricorda: "Sei il Salvatore. Salva".



    035 Fuga in Egitto. Insegnamenti sull’ultima visione legata all’avvento di Gesù.


    Giuseppe dorme sereno nel suo lettuccio, ma improvvisamente si sveglia di soprassalto e va nella stanza di Maria.

    Le dice di aver avuto la visione di un angelo che gli ha detto di prendere Madre e bambino e fuggire in Egitto.

    Aggiunge di preparare più cose che può, poiché il resto andrà perduto e dovranno restare lontani a lungo.

    Lui andrà a comperare altri due asinelli - su cui caricare i bagagli e loro stessi - e si porterà dietro i doni dei Magi.

    Maria piange e prepara anche il Bambino.

    Giuseppe dopo un poco torna e rivela a Maria che è Erode che vuole uccidere Gesù, ma che lo rattrista vederla piangere. Lei risponde che è per quello che la fuga costa a Giuseppe: la perdita dei suoi clienti, ma lui risponde che ne troverà altri ed entrambi si consolano pensando che Gesù è tutto ciò che conta per loro.

    Intanto si sta facendo giorno. Allora salutano chi li ha ospitati per mesi e partono.

    Finita la visione, Gesù dice che la realtà del Suo Avvento è stata travisata nei secoli, sia pure con l’intenzione di dare maggior lode a Dio.

    Però, la realtà mette meglio in luce i meriti di Maria e l’umiltà di Gesù e il senso del soprannaturale per darcelo come norma di vita.

    Il vangelo rende più chiara la Legge, cioè il Decalogo.

    Aggiunge che:

    - non è vero ciò che noi diciamo, cioè che Gesù, Maria, Giuseppe e i santi non erano come noi, che essi non sentivano le passioni e nemmeno che fossero subito consolati nei loro dolori.

    - Che dovremmo parlare di vizi, capitali per giunta, non di passioni.

    - In realtà, Satana faceva danzare i vizi anche davanti a loro, ma ciò produceva l’effetto contrario poiché essi avevano la volontà di essere graditi a Dio.

    - Quanto alle passioni buone - come l’amore per il proprio paese o per gli amici e simili - le avevano anche loro, ma non le anteponevano mai alla volontà di Dio.

    - Lui non si è mai risparmiato una parola che meritava di essere detta, anche se era atta ad attirarGli l’astio degli Ebrei, poiché non era venuto per procurare soddisfazioni umane;

    aveva predicato sacrificio, distacco, vita casta, umili posti poiché "grandi" nel Suo Regno si diventa facendosi "piccoli".

    La grandezza di questo mondo si ottiene quasi sempre con mezzi illeciti, uccidendo o svenando altri nelle ricchezze singole o collettive.

    - Maria era sola nella sua stanza, rimasta vergine anche dopo il parto.

    E’ il contrario di quanto sostengono dei disgraziati dall’animo tanto corrotto e dalla mente tanto prostituita alla carne.

    Essi sono incapaci di pensare che uno possa rispettare la donna vedendo in lei l’anima e non la carne ed elevare loro stessi in un’atmosfera soprannaturale, appetendo ciò che è Dio.

    La parola "moglie" si usava anche a quei tempi ed era stata usata tantissime volte nella Sacra Scrittura per intendere la donna con cui si hanno rapporti.

    Invece, lo stesso Angelo dice a Giuseppe: "Prendi il fanciullo e la Madre di Lui" per intendere che fu madre vera, ma non fu moglie a Giuseppe.



    036 La sacra Famiglia in Egitto. Una lezione per le famiglie.


    La casa in Egitto della sacra famiglia è di estrema povertà: delle pareti fatte con le canne che possono proteggere solo da cani e gatti randagi, ma d’altra parte non c’è niente da rubare.

    C’è un orticello nonostante il terreno arido, una capretta legata e una siepe tutt’intorno.

    La casa è all’estrema periferia di una città o paese. Gesù bambino ha ora circa due anni e gioca con giocattoli di legno.

    Maria, che dimostra, sì e no, un’età di venti anni, tesse e sorveglia il bambino.

    Un poco più tardi, dopo il tramonto, torna Giuseppe che deve essere stato a fare qualche lavoro a domicilio e appare meno che un quarantenne. Gesù gli corre incontro e si abbracciano e baciano.

    La loro casa è suddivisa in due locali: uno di essi serve da cucina, sala da pranzo e officina ed è pulitissima.

    Giuseppe si mette a lavorare alla luce di una lanterna mentre Gesù lo guarda e Maria prepara la cena. In seguito si siedono a mensa, pregano e poi mangiano.

    Al bambino è dato pane inzuppato nel latte della capra, Giuseppe mangia quasi solo pane con una fettina di formaggio.

    In seguito Maria porta in tavola delle verdure cotte e le mangia anche lei e Gesù rosicchia una piccola mela, poi mangiano frutti che somigliano un poco a olive o datteri.

    Finita la visione, Gesù dice a Maria Valtorta che essa è una lezione di umiltà, rassegnazione e armonia proposta a tutte le famiglie cristiane.

    Non c’erano accuse da parte di Giuseppe a Maria di essere la causa di tante ristrettezze, né di lei a lui di non saperle dare di più, ma vero amore senza egoismo, nonostante l’ostilità di un popolo verso gli stranieri come loro e la difficoltà per entrambi di trovare lavoro.

    E nemmeno malumore verso Dio per tanta povertà perché vedevano nel poco che avevano che Dio li amava.

    Al contrario, avevano acquistato una capretta con tanti sacrifici per offrire qualcosa di più a Gesù.

    In quella casa si pregava e v’era frugalità, e vi sarebbe stata anche se il denaro fosse stato abbondante, poiché si voleva nutrirsi per vivere

    e non per far godere la gola concedendosi capricci e spendendo sostanze in cibi costosi senza pensare a chi è scarso o privo di cibo.

    In quella casa si amava il lavoro e lo si sarebbe amato anche se il denaro fosse stato abbondante, poiché col lavoro l’uomo ubbidisce al comando di Dio

    e si libera dal vizio che stringe e soffoca gli oziosi. E così si gode anche il riposo tra un lavoro e l’altro.

    In quella casa regnava anche l’umiltà. A differenza di tante donne che, essendo di origini più nobili o un poco più colte o più ricche, s’insuperbiscono e si fanno adorare dal marito,

    Maria - che pur aveva avuto il privilegio di essere Madre di Dio - serviva il coniuge invece di farsi servire.

    Giuseppe non insuperbiva di essere stato fatto custode della Madre di Dio e di Gesù, ma faceva mille lavori per alleviare la vita a Maria, renderle comoda la casa e lieto di fiori l’orticello.

    Infine in quella casa era rispettato

    l’ordine soprannaturale - Dio era il Capo supremo e a lui veniva dato culto e amore -,

    morale - Giuseppe era il capo della famiglia e a lui era dato affetto, rispetto e ubbidienza)

    e materiale - tenendo in ordine la casa, le vesti e le altre cose, poiché sono date da Dio.



    037 Prima lezione di lavoro a Gesù, che non usci dalla regola dell’età.


    Giuseppe aveva preparato dei piccoli attrezzi da falegname affinché potesse maneggiarli Gesù.

    Egli era il capo indiscusso della famiglia e ciononostante tanta umiltà era in lui, mai un abuso di potere e la famiglia viveva in grande amore e armonia!

    Gesù sapeva che Giuseppe, dopo la sua morte, sarebbe andato in paradiso dopo un breve soggiorno al limbo.

    Eppure aveva pianto come chiunque per la sua morte poiché su quel petto santo aveva dormito da piccino e da esso aveva avuto tanto amore.

    Poi Gesù racconta che Giuseppe lo aveva avviato subito al lavoro, non appena aveva l’età per maneggiare gli attrezzi, senza lasciarlo poltrire nell’ozio.

    Inoltre lo aveva stimolato attraverso l’amore per la Madre invogliandolo a fare attrezzi che fossero utili a lei.

    Dove sono ora le famiglie in cui ai piccoli si faccia amare il lavoro come mezzo per fare cosa gradita ai genitori?

    I figli ora sono i despoti della casa. Crescono duri, indifferenti, villani verso i genitori. Li reputano loro servi o schiavi.

    Non li amano e ne sono poco amati. I genitori si staccano dai figli con un assenteismo vergognoso.

    I figli del ventesimo secolo sono di tutti - della nutrice, dell’istitutrice, del collegio, dei compagni, della strada, delle scuole - ma non dei genitori.

    Mamme e padri li generano e basta. Nessuno più di un padre e di una madre ha il dovere e il diritto di formare la mente, il cuore e lo spirito del figlio.

    Da un istituto familiare sgretolato non possono che venire fuori uomini futuri e donne future sempre più depravati e cagione di sempre più grandi rovine.

    In verità sarebbe meglio che non vi fossero più matrimoni e prole sulla terra, piuttosto che famiglie che non sono scuole di virtù, di lavoro, di amore, di religione, ma caos in cui ognuno vive a sé.

    Spezzate pure le famiglie ma non lamentatevi se questa terra diviene sempre più un inferno, dimora di mostri che divorano famiglie e nazioni.



    038 Maria maestra di Gesù, Giuda e Giacomo


    Visione di Gesù e dei suoi cugini Giacomo e Giuda di Alfeo che giocano insieme fingendosi mercanti e acquirenti o rievocando episodi della Bibbia.

    Poi arrivano il padre e la madre dei cugini che portano regali dai parenti, formaggio e altro, e anche tre agnelline per i bambini, con cui passare il tempo invece che a litigare con altri bambini.

    Poi Alfeo dice che adesso i bambini andranno a scuola e suppone che vi andrà anche Gesù, ma la Madre dice decisamente di no.

    Giuseppe spiega che Maria è stata al Tempio e conosce la Legge come un dottore, assicura che Gesù non sarà viziato per il fatto di restare in casa.

    Allora la moglie di Alfeo chiede che anche i suoi figli siano istruiti da Maria e la proposta viene accolta volentieri, poiché sa che i bambini la amano e seguiranno con gioia i suoi insegnamenti.



    039 Preparativi per la maggiore età di Gesù e partenza da Nazareth.


    La visione del 19 dicembre mostra Maria SS. con la cognata intente a tingere le matasse di lana.

    Nella visione del 20 la Valtorta vede un Gesù dodicenne con l’occhio ancora con un poco di letizia nello sguardo, che raramente mostrerà in seguito, vedendo la morte, il peccato e l’inutilità del Suo sacrificio per la volontà contraria dell’uomo.

    Maria, riguardo a Gesù, dice allo sposo: "Benedicilo, Giuseppe, prima di partire per Gerusalemme. La tua benedizione darà la forza anche a me di staccarmelo un poco di più.".

    Allora Giuseppe recita la formula: "Sì, ti benedico, Benedetta, e Gesù con te. Il Signore vi guardi e vi benedica.

    Abbia di voi misericordia e vi dia pace." Poi aggiunge: " E ora andiamo. L’ora è propizia per il viaggio."



    040 L’esame di Gesù maggiorenne al Tempio.


    Gesù è accompagnato al Tempio affinché sia giudicato maggiorenne come era stabilito per l’età di dodici anni, anche in considerazione della sua maturità e preparazione religiosa.

    Gli esaminatori Lo interrogano e riconoscono che Egli potrà diventare un grande dottore della legge, quantunque provenga da un paese umile come Nazareth, e raccomandano a Giuseppe di farlo istruire da grandi maestri come Hillel o Gamaliele.

    Poi gli fanno altre domande, ad esempio se si può mangiare l’uovo deposto dalla gallina in giorno festivo, visto che è proibito lavorare e, perfino, far lavorare gli animali.

    Gesù risponde che la gallina che depone l’uovo o la pecora che partorisce rispondono a un comando di Dio e non peccano;

    e si può anche offrire in sacrificio a Dio l’uovo o l’agnello partorito il giorno festivo.

    Gli fanno domande sui precetti - e Gesù mostra di conoscerli - e sul simbolo insito nel quarto libro dei Re, capo 22° versetto 10.

    Risponde che quando gli uomini violano i comandamenti di Dio sono invariabilmente puniti.

    Precisa che Israele non ha la Sapienza, la quale viene da Dio e bisogna essere fedeli a lui per avere luce.



    041 La disputa di Gesù nel Tempio con i dottori. L’angoscia della Madre e la risposta del Figlio.


    La visione è di due gruppi di dottori nel Tempio.

    Uno di essi è capeggiato da Gamaliele e Hillel e l’altro - più numeroso, dotato di intransigenza astiosa e retriva - da Sciammai.

    Gamaliele, appoggiandosi alla profezia di Daniele, sostiene che il Messia deve essere ormai nato da una decina d’anni.

    Al contrario, Sciammai sostiene che la schiavitù di Israele è aumentata e la pace è ben lontana dall’essere venuta nel mondo e a Gerusalemme.

    Gesù afferma che è Gamaliele ad avere ragione.

    Sciammai obietta che i bambini di Betlemme furono fatti uccidere da Erode.

    Gesù risponde che Dio ha salvato il suo Messia, e quando sarà l’ora Egli si manifesterà, e libererà gli uomini dalla schiavitù del Male, e gli spiriti saranno sudditi del Regno eterno.

    Gamaliele chiede come sarà possibile la pace se al popolo ebraico verrà guerra e distruzione.

    Gesù gli risponde che il popolo ebraico rifiuterà il suo Re e non avrà la pace, perché non ha buona volontà.

    Sciammai dà del bestemmiatore a Gesù e Gli chiede dove sta il Precursore del Messia.

    La risposta è che il precursore esiste già e si manifesterà solo poco prima del Cristo, che è Re di un Regno spirituale e suoi sudditi saranno solo coloro che sapranno rigenerarsi nello spirito.

    Hillel Lo riconosce come un profeta e si offre per accoglierLo con sé e istruirLo, ma Gesù risponde che Lui raccoglie le voci del Cielo nella solitudine finché non arriverà la Sua ora e di essere il servo del Signore.

    Finita la visione, Gesù dice alla Valtorta che:

    - Sua Madre accorgendosi che Gesù non era con Giuseppe, non lo assalì con aspri rimproveri.

    - Non si abbandonò a scene drammatiche per essere notata e compatita, come fanno comunemente le donne.

    - Maria e Giuseppe lasciano la preparazione del pasto e il riposo, tornano indietro e solo dopo tre giorni ritrovano Gesù nel Tempio.

    - La Madre Gli domanda perché abbia fatto così, ma Gesù le spiega che doveva fare gli interessi di Dio, prima dei loro.



    042 La morte di Giuseppe. Gesù è la pace di chi soffre e di chi muore.


    Gesù sta lavorando con calma, ma arriva la Madre che con gli occhi lucidi Gli dice che Giuseppe sta male.

    Allora sale ad assisterlo, lo aiuta a sistemarsi meglio sul letto e poi gli resta vicino e recita alcuni salmi.

    Poi dice: "Grazie, padre mio, per Me e per la Madre. Ai in pace, padre. La Vedova non sarà senza aiuto.

    Precedimi per dire ai Patriarchi che la salvezza è nel mondo e il Regno dei Cieli presto sarà a loro aperto. Vai, padre. La Mia benedizione ti accompagni."

    Poi Gesù cinge e attira a Sé il morente che si accascia e si spegne senza sussulti. Allora abbraccia Maria che si era avvicinata a Lui nello strazio che la angosciava.

    Infine Gesù dice alla Valtorta che le vedove dovrebbero unirsi a Lui e che sono in errore quelle che pensano che l’amore di Maria per Giuseppe non fosse intenso.

    Egli le era stato padre, sposo, fratello, amico, protettore.

    Maria si è sempre stretta a Dio nelle ore più gravi della sua vita.

"

    Imparate, voi che morite, a meritare di aver Me vicino, a vostro conforto. E anche se non l’avete meritato, osate ugualmente di chiamarmi vicino. Io verrò, con le mani piene di grazie e di perdono. Non posso abolire la morte, ma la rendo soave a chi muore fidando in Me.

"

    043 A conclusione della vita nascosta.


    Maria Vergine dice alla Valtorta che:

    - col tempo le cose che le erano state insegnate in anticipo si sarebbero rivelate preziose nel momento della "tempesta", portando consolazioni non umane ma soprannaturali.

    - Dice anche che i doni dei Magi si esaurirono rapidamente a causa dell’usura per acquistare il minimo di masserizie necessarie e un tetto in Egitto, finché Giuseppe non trovò un lavoro.

    E quel poco che rimase servì per acquistare l’indispensabile una volta tornati a Nazareth.

     - la presenza di Gesù non procurò a Giuseppe e a Maria beni materiali.

    Allo stesso modo noi non dovremmo avere pretese non appena siamo uniti un poco a Gesù, ma dovremmo "cercare le cose dello spirito", considerare tutto il resto un sovrappiù e confidare che Dio non ci farà mancare il cibo.

    - Accettare la sofferenza, magari piangendo ma senza ribellarsi: ciò che si fa per i fratelli è amore per Gesù che li vuole salvi.



    044 L’addio alla Madre e partenza da Nazareth. Il pianto e la preghiera della corredentrice


    Maria piange a causa della prossima partenza di Gesù. Lui la consola dicendole che verrà a trovarla quando capiterà in Galilea e se non potrà, la farà avvisare affinché lei possa raggiungerLo.

    Inoltre la invita a far venire le parenti per non essere sola e far stare più tranquillo Lui, che di ciò ha bisogno per compiere la Sua missione.

    Che, comunque, quest’ora doveva arrivare da quando Le apparse l’Angelo e che superata la prova avranno la pace e la gioia.

    Gesù recita il Padre Nostro insistendo soprattutto sulle parole Venga il tuo regno e Sia fatta la tua volontà.

    Amorosamente, poi Lui e la Madre si abbracciano e baciano più volte. Infine si lasciano. E’ cominciato il cammino che li porterà entrambi al Golgota.

    Dice Gesù:

    Questo è il quarto dolore di Maria dopo la >Sua presentazione al Tempio, la fuga in Egitto e la morte di Giuseppe.

    I parenti erano piuttosto ostili perché animati dal senso umano, ossia dall’egoismo, "avrebbero voluto che Io restassi con Mia Madre,

    Mi sposassi, non infastidissi le caste potenti e si sentivano urtati vedendo che Mia Madre non Mi ostacolava in nulla.

    Noi dovevamo fare la volontà del Padre e abbiamo chiesto il Suo perdono per ogni sospiro, per andare incontro alla nostra missione degnamente.

    Il nostro vero pane non era quello terreno quantunque anch’esso necessario finché si è in questo mondo, ma la missione che Dio ci assegnava giorno per giorno.

    Maria pregava insieme a Me poiché sono Io che rendo accettabili le vostre preghiere al Padre: tutto quello che chiederete al Padre in nome mio Egli ve lo concederà."



    045 Predicazione di Giovanni Battista e Battesimo di Gesù. La manifestazione divina.


    Il Battista parla alle folle con veemenza, annuncia il Messia ed esorta a preparare i cuori, estirpando da essi gli ingombri e raddrizzando i pensieri.

    Intanto Gesù arriva alle sue spalle, vestito come un popolano, senza nessun segno divino che lo distingua, ma Giovanni avverte il Suo arrivo ed esclama:

    Ecco l’Agnello di Dio. Come è che il mio Signore viene a me?

    Per compiere il rito di penitenza.

    Mai, mio Signore. io stesso devo venire a Te,

    ma Gesù ribatte: "Lascia che si faccia come voglio, affinché il tuo rito divenga inizio ad un più alto mistero e sia annunciato agli uomini che la Vittima è nel mondo."

    Allora Giovanni Lo battezza e dice alla folla di aver riconosciuto in Lui il Redentore dal segno che lo Spirito Santo aveva indicato.

    Dopo la visione, Gesù dice alla Valtorta che, se non fosse per la colpa di Adamo, l’uomo avrebbe visto Dio attraverso le apparenze esterne, mentre adesso lo sa fare sempre meno.

    Giovanni, invece, era stato mondato dalla colpa originale quando Maria Vergine si era curvata amorosa ad abbracciare la cugina Elisabetta.



    046 Gesù tentato da Satana nel deserto. Come si vincono le tentazioni.


    Gesù sta nel deserto in digiuno e meditazione ed ecco che Gli si avvicina il demonio sotto le vesti di un beduino che ha uno sguardo penetrante ma misterioso,

    mentre Gesù ha uno sguardo che rivela bontà e amore per te, quantunque anch’esso ti legga nel cuore.

    Il demonio Gli dice di poterLo condurre al successo con gli uomini, i quali capiscono solo oro, cibo e senso, non sacrificio, dolore e ubbidienza. Non vale la pena soffrire per loro.

    Comincia a procurarTi una donna, poiché dove Tu fallirai, essa riuscirà. La donna ha bisogno del luccichio dell’oro. Come puoi comprendere e guarire le malattie del senso se non sai cosa sono?

    Sei talmente debole da non poter nemmeno comandare al miracolo, ma posso farlo io per Te.

    Ma Gesù risponde: "Taci. Non di solo pane vive l’uomo".

    Allora il demonio gli dice: "GettaTi giù dal tempio e gli angeli saranno lieti di far da scala a Te che scendi."

    Ma Gesù risponde: "Non tentare il Signore Dio tuo."

    E il diavolo a lui: "I cuori dei ministri del Tempio non sono dominati che dalla potenza umana. Adorami e io Ti darò la Terra."

    Ma Gesù si alza e gli risponde: "Va via Satana. E’ scritto: ’Adorerai il Signore Iddio tuo e servirai lui solo.’

    Finita la visione, Gesù ispira alla Valtorta:

    - ieri eri senza forza, che è la Mia volontà;

    - Satana si presenta sempre con veste benevola, con aspetto comune.

    Se le anime sono attente, soprattutto in contatto spirituale con Dio, avvertono facilmente l’insidia, altrimenti cadono nel tranello e liberarsene è poi molto difficile.



    047 L’incontro con Giovanni e Giacomo. Giovanni di Zebedeo è il puro tra i discepoli.


    Giovanni si presenta a Gesù dichiarandosi discepolo di Giovanni Battista - che ora è stato incarcerato da Erode - e chiede di essere ammaestrato da Lui.

    Gesù gli risponde che i Suoi discepoli dovranno essere pronti a lasciare tutto: casa, parenti, modo di pensare e anche la vita.

    Aggiunge che Lui li accoglie, ma che la Sua dottrina è ancora più severa di quella del Battista e proibisce anche il risentimento.

    Giovanni accetta, poiché vuole una guida, la luce al posto delle desolanti tenebre.

    Finita la visione, Gesù dice che:

    - del gruppo di discepoli del Battista solo Giovanni lo riconobbe. Egli aveva anima, pensiero e carne limpidi da ogni lussuria.

     - la castità è sempre fonte di lucidità di pensiero e la verginità affina e conserva la lucidità intellettiva e affettiva a perfezione.

    - La verginità dovrebbe essere anche degli uomini fuori dal matrimonio, poiché dalla libidine non potrà venire che un capo famiglia malato nel sentimento e spesso anche nella carne.

    - La verginità di coloro che si sono consacrati è un sacrificio gradito a Dio. Numerosi, però, sono coloro che rimpiangono il voto fatto: essi sono vergini solo a metà.

    - Lui dà piuttosto corona di vergine a coloro che si presentano col giglio spezzato dall’imposizione di un tiranno.

    - Satana comincia con tentare all’impurità poiché sa che poi l’uomo è facile preda di tutte le altre colpe.

    - Avvenuto l’arresto del Battista, i suoi discepoli rividero Gesù, dopo il Suo ritorno dal deserto, un giorno.



    048 Giovanni e Giacomo riferiscono a Pietro il loro incontro col Messia


    Giovanni spiega ad Andrea che non è andato a pescare perché ha finalmente trovato il Messia. Simone, però, è scettico ma Giovanni insiste e riesce a convincerlo e, insieme ad Andrea, vanno a cercare Gesù. Simone dice che dovrebbero portarGli dei doni come si usa con i rabbini.

    Giovanni risponde che Gesù non vuole nulla, che è venuto per dare la luce ai piccoli di Israele e del mondo, a capovolgere il mondo, ad abbassare ciò che ora è in alto e ad alzare ciò che ora è sprezzato, per chi vuole verità e pace, luce e vita eterna.

    Egli infatti poi chiede loro solo un tesoro che i ricchi non hanno: carità, fede, buona volontà, retta intenzione, continenza, sincerità, spirito di sacrificio.

    Aggiunge che gli uomini non vorrebbero generalmente cadere nelle reti di Mammona, ma vi cadono per la propria superbia che fa loro ritenere di avere il diritto di fare ciò che fanno o per leggerezza e per il peso del peccato originale.



    049 L’incontro con Pietro e Andrea dopo un discorso nella sinagoga. Giovanni di Zebedeo grande anche nell’umiltà.


    Giovanni cerca e trova Gesù che si era allontanato per pregare.

    Gli promette che lo amerà più di qualunque cosa, anche se ciò gli dovesse procurare dolore e persecuzione.

    Gesù afferma di voler salvare chi è in errore e anche i peccatori: con loro sarà tutto misericordia.

    Non lo sarà invece con i disonesti, cioè con quelli che si fingono buoni mentre fanno opere malvage, per ricavarne utile proprio.

    Poi Giovanni parla a Gesù di Giacomo e Simone che vogliono parlarGli.

    Intanto arrivano alla sinagoga. In essa Gesù si fa dare un rotolo della Scrittura a caso.

    Nel capitolo settimo del libro di Geremia legge: "Non vi cullate nelle vane parole da voi ripetute che qui c’è il Tempio del Signore."

    Infatti, solo se essi agiranno con giustizia, Dio abiterà in mezzo a loro.

    Il primo Tempio è nel cuore di ogni uomo e la preghiera non è santa se prima il cuore non si emenda e con esso non si emendano costumi e affetti.

    E’ inutile che piangano perché Dio non li ascolta, se essi negano aiuto al misero. Il tempo della Redenzione è giunto.

    Ma ne preparino le vie in loro con la buona volontà, l’onestà e vivendo senza invidia.

    Poi esce fuori e vede Giacomo, Andrea e Simone. Quest’ultimo ammette di non aver creduto che Giovanni avesse trovato il Messia.

    Poi domanda come farà a diventare come il Maestro vorrebbe.

    Gesù gli risponde di fare come era raccomandato dal profeta Michea: per ora deve praticare la giustizia e la misericordia, e mettere ogni cura nel seguire Dio.

    Infine Gesù li lascia affinché possano dedicarsi al loro lavoro di pescatori con la promessa di rivedersi il giorno dopo.

    Giovanni Gli chiede di poter andare con Lui, che è diretto a Gerusalemme, ed è accontentato.

    Finita la visione, Gesù dice che:

    - Giovanni fu di una grande umiltà, il primo nel riconoscere Gesù, nel parlarGli, nel seguirLo e predicarLo, ma non se ne gloriò e volle che Andrea apparisse il primo apostolo di Cristo.

    - Allo stesso modo dovremmo considerare che la nostra riuscita dipende da un complesso di cose e lodarne Dio, piuttosto.

    - I nostri successi possono provenire da altri apostoli, che sono timidi ma compiono olocausti e sono le prime leve del lavoro degli altri.

    - Si deve pensare che "io opero ma costui ama più di me, prega meglio di me, si immola come io non so fare."

     - Giovanni e Maria SS. si erano amati perché si vedevano, l’uno e l’altra, come dei secondi Gesù per umiltà.



    050 A Betsaida nella casa di Pietro. L’incontro con Filippo e Natanaele.


    Gesù è ospitato da Simon Pietro che Lo invita a restare una notte a riposare da lui e Gli assicura che non si farà rumore, ma Gesù preferisce pregare e dormire su una terrazza.

    Poi va a fare una passeggiata sulla riva del lago - dove sono dei ragazzini che giocano - e domanda loro che cosa stanno facendo.

    Rispondono che volevano giocare alla guerra ma che "lui" - Gioele, un ometto gracile - non vuole; e allora giocano alla pesca.

    Gesù, allora, risponde che lui ha ragione e che la guerra è un castigo di Dio e segno che l’uomo non è più figlio di Dio che fece tutte le cose, ma non le armi.

    Creò l’uomo con gli occhi affinché avesse sguardi d’amore, la bocca per dire parole d’amore, udito per udirle, mani per dare soccorso, piedi per correre veloce dal fratello bisognoso e cuore capace di amare.

    Che la guerra non si deve fare, neanche se si è più forti, perché altri ne avrebbero danno. E ai ragazzi dice:

    Vi prenderò se sarete buoni. Mai più brutte parole, prepotenze, risse, cattive risposte ai genitori, ma preghiere, studio, lavoro, ubbidienza.

    Poi invita Filippo a essere Suo discepolo e lo manda a chiamare anche il fratello Natanaele.

    Infine radunatasi la folla, Gesù le augura pace e benedizione e predica dicendo che Egli non impone centinaia di precetti a differenza dei rabbini ma solo i dieci comandamenti come furono dati da Dio, senza complicazioni, e di amare Dio e il prossimo,

    cioè di essere figli rispettosi, sposi fedeli, uomini onesti nei commerci, senza violenze per i nemici, senza menzogna nel deporre, senza invidia per chi ha, senza lussuria verso l’altrui donna

    e di praticare l’amore alla perfezione, anche verso i nemici.

    Aggiunge di rispettare il giorno festivo astenendosi anche dal vendere o comprare, ma facendo solo il bene al prossimo.



    051 Maria manda Giuda Taddeo a invitare Gesù alle nozze di Cana.


    Maria SS. manda Giuda Taddeo a invitare Gesù alle nozze di Susanna con un cugino, in quanto nipote dello sposo di Sua Madre.

    Gesù accetta l’invito e dice che a Gerusalemme con i Suoi discepoli andrà dopo, rinunciando a passare a Nazareth.

    Giuda si mostra preoccupato e su sollecitazione di Gesù si decide a parlare.

    Dice che è pericoloso andare a Gerusalemme, poiché le caste dominanti non gradiscono che Lui parli in quel modo.

    Il Maestro risponde che loro ragionano ancora alla maniera degli uomini, mentre dovrebbero seguire i desideri del Cielo.

    Al più Sua Madre avrebbe potuto chiederGli di pensare a lei, ma lei sa che un giorno Lo perderà e si è preparata.

    Maria fin dalla sua nascita si è consacrata a Dio e sarà solo lei un giorno a restarGli vicina e a riportarli a Lui, dopo che essi per viltà saranno fuggiti.

    Se essi sapessero chi è Sua Madre, non la criticherebbero in cuor loro, ma la venererebbero come l’amica più intima di Dio.



    052 Le nozze di Cana. Il Figlio, non più soggetto alla Madre, compie per Lei il primo miracolo.


    Maria SS. sta aiutando nei preparativi della mensa. Ascolta molto e con pazienza; parla poco e a voce bassa.

    Gesù e i Suoi discepoli, benché inattesi, sono messi a tavola vicino agli sposi.

    Maria si accorge che il maggiordomo è in imbarazzo dopo che i servi gli hanno detto qualcosa, perciò dice a Gesù: "Figlio, non hanno più vino."

    E Lui le risponde sorridente: "Donna, che vi è più tra te e Me?"

    Maria, però, visto il sorriso suggerisce ai servi di fare tutto quello che Lui dirà: "riempire le giare con acqua".

    E Lui poi lo trasforma miracolosamente in vino.

    Una volta che esso è stato portato ai commensali c’è tutto un sussurrio e poi lodi a Gesù e a Maria.

    Ma il Maestro si alza, dice di ringraziare Sua Madre e, con i Suoi discepoli saluta, benedice tutti e si sottrae al convito.

    Finita la visione, Gesù spiega:

     - quel "più" omesso da molti traduttori del vangelo.

    Dopo l’inizio della missione di predicazione, Egli era il servo di Dio e non più un Figlio soggetto alla Madre.

    Egli "aveva messo mano all’aratro" per aprire i cuori alla parola di Dio e se fosse tornato indietro sarebbe stato inadatto al Regno dei Cieli.

    In seguito con la morte in croce Gli toccherà la missione della Redenzione.

    E, solo dopo, Maria lo avrebbe riavuto trionfante con la Risurrezione e sarebbe di nuovo stato tutto suo.

    Quando Gesù aveva detto ai discepoli: "andiamo a far felice mia Madre", non intendeva solo la felicità di vederLo.

    Conclude, infine, che è per Maria che riceviamo i miracoli, specialmente quello del perdono.



    053 La cacciata dei mercanti dal Tempio.


    Visione di un grande affollamento e vocio nel Tempio, con grida, insulti, bestemmie, usurai che cambiano le monete facendo pagare di più ai vecchi, ai poveri e ancora di più agli stranieri.

    Ci sono dei vecchietti che supplicano un venditore di agnelli di avere pietà per loro per i quali questa potrebbe essere l’ultima Pasqua. Ma egli risponde con disprezzo.

    Si fa avanti Gesù parlando a loro favore, ma ottiene solo scherno.

    Il Maestro, allora, strappa una fune dalle mani di un garzone e ne fa una frusta con nodi scorsoi che fungono da flagelli.

    Comincia a rotearla intorno e ad abbassarla senza pietà, dopo aver rovesciato a terra i banchi di monete.

    Gli strozzini fuggono e il popolo ride e urla dietro di loro, ma accorrono sacerdoti, rabbini e farisei e Gli chiedono:

    Chi sei? Come ti permetti di fare questo, turbando le cerimonie prescritte?

    E Gesù risponde di essere Colui che può () e che non è Lui che turba la Casa di Dio, ma loro che permettono che divenga sede degli usurai e dei mercanti.

    Poi rivolto al popolo cita i passaggi della Sacra Scrittura in cui si dice che dovranno essere costituiti dei giudici giusti,

    che essi non dovranno accettare donativi, che sacerdoti e leviti dovranno vivere con le offerte fatte al Signore, che si potranno fare prestiti a interesse solo agli stranieri.

    Come potrà il popolo rispettare il Signore, se non Lo rispettano proprio coloro che dovrebbero farlo più di tutti?

    Con quale autorità essi profanano il comando di Dio e permettono usura contro i fratelli di Israele?

    Aggiunge che la Sua è la scuola di Dio e chiama il popolo a venire ad essa per essere condotto alla vera Terra beata.



    054 L’incontro con Giuda di Keriot e con Tommaso. Simone Zelote sanato dalla lebbra.


    Gesù è cercato da persone che l’hanno sentito al Tempio e da un lebbroso tutto coperto di piaghe.

    Prima va da questo che Lo supplica di avere pietà di lui ma anche di tenersi lontano per non infettarsi.

    Gesù lo guarisce subito e lo ammonisce a non peccare più come ringraziamento a Dio e ad andare a mostrarsi al sacerdote.

    Poi si rivolge agli altri due che desiderano seguirLo, poiché Lo giudicano diretto alla gloria.

    Gesù risponde che si tratta, però, della gloria del Cielo, la quale richiede virtù, sacrificio e una lotta continua contro il nemico che è in loro stessi, contro il mondo nemico e contro il nemico Satana.

    Uno dei due uomini è Giuda di Keriot e l’altro è Tommaso, detto Didimo.

    Gesù li invita a soppesare i sacrifici che dovranno fare, prima di decidere di diventare Suoi discepoli.

    Aggiunge che alla Pentecoste potranno rivederLo al Tempio e comunicarGli la loro decisione.

    Gli altri sei apostoli si rendono conto che Gesù li ha considerati diversi, Tommaso più sincero perché non attratto dalla gloria umana.

    Andrea chiede a Gesù perché non abbia fatto in Galilea e a Cafarnao alcun miracolo a differenza di Cana.

    Gesù risponde che

    ogni ubbidienza alla Legge è unione con Dio e il miracolo è un segno di tale unione;

    per questo Lui ha fatto prima il Suo dovere e poi ha iniziato i miracoli.

    Inoltre, deve dare il buon esempio ubbidendo alla Legge, poiché Lui è conosciuto quasi da tutti come Israelita e non come Figlio di Dio.

    Poi, però, Tommaso torna indietro e chiede di essere accolto tra i discepoli, ammettendo di avere molti difetti, ma anche un grande amore.

    E Gesù lo accoglie, benedicendo lui e gli altri apostoli come fratelli, non secondo il sangue ma secondo il volere di Dio.


    (Riguardo alle malattie, sarebbe utile che la gente sapesse che esistono altre scuole mediche. Alcune di esse - l’igienismo, la macrobiotica, l’omeopatia - in alcuni casi sembra si rivelino più efficaci della medicina ufficiale, quantunque non siano riconosciute da troppi Stati. Facendo in internet una ricerca si troveranno siti che parlano di queste scuole mediche, ad esempio all’indirizzo http://igienismo2000.blogspot.it)



    055 Un incarico affidato a Tommaso.


    Ormai, è la fine della cena ed è rimasto ben poco da mangiare. Perciò Gesù dà a Tommaso la propria parte di formaggio e invita Giovanni a cedere il proprio posto al nuovo apostolo.

    Poi aggiunge che devono fare così per legge di carità, perfino nei confronti di chi li odia.

    Ancora di più dovranno amare chi dice di voler essere loro compagno nel servire il Signore Iddio, perché saranno uniti dal vincolo eterno di Cristo.

    Pietro obietta che potrebbe trattarsi di un bugiardo, che magari farà loro del male.

    Gesù risponde che è meglio peccare di bontà e fiducia che di diffidenza e durezza e che il premio di Dio ci sarà sempre, magari con l’aggiunta del premio per l’eventuale male ricevuto, fosse anche il martirio.

    Poi dà a Tommaso l’incarico di andare dal lebbroso guarito per invitarlo a far sapere agli altri lebbrosi che Gesù li può guarire.

    E poi, lui e il lebbroso già guarito, si facciano vedere dal Maestro nei pressi di Efraim per avere nuovi incarichi.

    Pietro si risente che l’incarico non sia stato conferito a loro, anziché all’ultimo arrivato, ma Gesù risponde che

    Lui sa già quello che essi valgono poiché provengono da un paese di gente onesta,

    a differenza di quanto avviene nel paese di Tommaso, dove vizio, irreligione, politiche e altre cose mondane offuscano la mente.

    Aggiunge che non devono mai discutere sui meriti e sui posti, poiché davanti a Dio è grande chi si fa servo dell’uomo.



    056 Simone Zelote e Giuda Taddeo uniti nella sorte.


    Tommaso, Giuda Taddeo e il lebbroso guarito aspettano nel luogo stabilito per l’incontro con Gesù.

    Giuda dice che i suoi parenti non gradiscono che Gesù faccia il predicatore e nemmeno che lui stia diventando un Suo discepolo,

    ma ormai lui fa di testa sua e si domanda perché i genitori debbano ostacolare i figli che vogliono seguire una buona strada.

    Dopo una lunga attesa, finalmente vedono arrivare Gesù e Lo salutano festosamente.

    Giuda piange e spiega che vuole stare con Lui, ma i suoi non vorrebbero.

    Gesù gli risponde che fa bene a ubbidire a Dio piuttosto che ai suoi familiari.

    Poi invita il lebbroso guarito ad avvicinarsi e a dire il suo nome.

    Si tratta di Simone detto "zelote" per la casta e "cananeo" per la madre e discendente da una famiglia che era potente.

    Ora è rimasto solo e vorrebbe seguire il Maestro, ma precisa che la madre era una schiava.

    Gesù gli risponde che solo il peccato è una schiavitù agli occhi di Dio.

    Simone aggiunge che il padre era un vizioso che ha dilapidato la fortuna della famiglia e gli ha causato anche la malattia.

    Domanda se può non maledirlo, visto che non può avere neanche la gioia di diventare padre per non trasmettere la malattia ai figli.

    Il Maestro gli risponde che deve non maledirlo e lo invita a essere Suo discepolo, così troverà molti figli e il vero Padre.

    Poi gli dice di restare sul posto con Tommaso a preparare il popolo - malati, peccatori e persone che aspettano il Messia - all’arrivo di Gesù.

    A Giuda conferisce l’incarico di preparare la popolazione di Nazareth.

    Così, se Lo rifiuteranno, gli apostoli saranno comunque giustificati davanti a Dio.

    Rimanda gli altri apostoli a pescare poiché intende prepararli a poco a poco alla loro missione.



    057 A Nazareth con Giuda Taddeo e con altri sei discepoli.


    Gesù sta ormai nei pressi di Nazareth e i Suoi discepoli sono contenti di restare con Lui, quantunque li abbia autorizzati a tornare alle loro case.

    La Madre Lo abbraccia tra le lacrime poiché ha saputo cosa era successo a Gerusalemme.

    Lei non vuole distoglierLo dalla Sua missione, ma prova pur sempre i sentimenti di una madre.

    Poi a Pietro risponde che a tutti loro gioverà più l’attesa che di essere subito presi come apostoli.

    Ma non tarda ad aggiungere che il sorriso di Gesù significa che il loro desiderio sarà presto soddisfatto.

    Infine, il Maestro dice loro che lì per passare la notte non c’è che il laboratorio con dei banconi.

    Pietro risponde che essi sono un letto comodo per dei pescatori abituati a dormire su strette assi.



    058 Guarigione di un cieco a Cafarnao.


    Gesù scende in barca per aiutare gli apostoli a pescare, dopo che uno di essi Gli ha insegnato cosa deve fare e raccomandato di avvicinarsi alle altre barche, ma non troppo, poiché quando i pesci sono molti, è difficile trattenerli se non si è in parecchi.

    Gesù dice che lo stesso avviene con i peccati, in cui anche un piccolo peccato di omissione, può diventare un’abitudine e alla fine un vizio capitale e portare alla dannazione.

    Per evitarlo, occorre avvertenza e preghiera per essere forti e avere aiuto e ferma volontà di non peccare, poi una grande fiducia nell’amorosa giustizia del Padre.

    Poi parlano a Gesù di un cieco che vorrebbe essere guarito.

    Si tratta di un fabbro al quale era saltata una scheggia rovente in un occhio bruciandolo e che presto aveva perso anche l’altro occhio.

    Ora vive del lavoro della vecchia madre e della moglie e delle elemosine che riesce a raccogliere, ma preferirebbe tornare a lavorare.

    Gesù allora gli stende le mani sulla testa e prega: "Padre! La tua luce a questo figlio!"

    Presto il fabbro comincia a vedere gli oggetti intorno a lui sempre più nitidamente.

    Allora è tentato di abbracciare Gesù, ma poi si frena ed è il Maestro che lo attrae a Sé e poi gli raccomanda di andare in pace a casa e di essere felice e giusto.

    E lui esclama: "Sempre, Gesù. Sii benedetto Te e l’Altissimo!"



    059 L’indemoniato guarito nella sinagoga di Cafarnao.


    Gesù entra nella sinagoga di Cafarnao e augura la pace a tutti coloro che cercano la Verità.

    Si fa consegnare dall’archisinagogo un rotolo scelto a caso, - quello di Giosuè, 7,13 - e comincia a spiegarlo ai presenti:

"

    E’ il Re di Israele, il Promesso, che raccoglie il suo popolo! ... ma non si tratta di un Regno terreno, come molti pensano nella loro mente annebbiata. Israele non dovrà combattere contro i nemici esterni, ma contro quelli interni: levi l’anatema del peccato dal suo cuore, se vuole che Dio lo raduni e gli dica: Mio popolo, a te il Regno che non sarà più sconfitto, né invaso, né insidiato dai nemici.""

"

    Si tratta, invece, di un Regno in cui entreranno i buoni, i miti, i continenti, i misericordiosi, gli umili, gli amorosi del prossimo e di Dio e i pazienti.

    Israele non dovrà combattere contro i nemici esterni, ma contro quelli interni: levi l’anatema del peccato dal suo cuore,

    se vuole che Dio lo raduni e gli dica: Mio popolo, a te il Regno che non sarà più sconfitto, né invaso, né insidiato dai nemici".

    Solo pochissimi tra loro morranno prima che si aprano le porte del Regno dei Cieli.

    Gli altri saranno giudicati già prima della morte e passeranno subito a Dio o a Mammona, poiché il Messia è qui per dare loro la Buona Novella.

    Trovino, dunque, il punto in cui hanno sbagliato nei dieci comandamenti e si pentano con sincerità, poiché Dio non può essere ingannato.

    Un Israelita muove varie obiezioni e alla fine mette in dubbio che Lui sia il Messia.

    Allora Gesù fa venire avanti Aggeo, un tale che tutti i suoi concittadini conoscono e considerano indemoniato.

    Alle prime, l’indemoniato mugola, ma poi dice chiaramente:

    Che c’è tra noi e Te, Gesù di Nazareth? Perché sei venuto a tormentarci? Tu sei il santo di Dio.

    Gesù allora gli intima di tacere e di uscire da quell’uomo, che a questo punto si dimena a strattoni, urla con voce disumana e poi è gettato al suolo.

    Poi si rialza stupito e guarito.

    Gesù, allora, domanda al suo oppositore che cosa vorrà rispondere ora, ma egli senza ribattere nulla, se ne va sentendosi sconfitto.

    La folla lo sbeffeggia e applaude Gesù, il quale guarisce altri malati e poi va via con l’aiuto degli apostoli che Gli fanno largo tra la folla.



    060 Guarigione della suocera di Simon Pietro.


    Pietro chiede a Gesù di far visita a sua suocera, malata e incerta se essere favorevole o contraria al Messia per la diversità delle opinioni che sente in giro.

    Una nuora che le sta preparando un pasto appetitoso riferisce che i medici sono pessimisti sulla possibilità di guarigione.

    Gesù chiede alla vecchia se ha male e lei risponde che si sente morire, ma lui le dice che non morrà, affinché la sua anima abbia tempo di vedere e amare la Luce, poi le prende la mano, dicendo:

    Sii guarita! Alzati! La vecchia si accorge di non avere più nulla e grida che è guarita.

    Simone, mortificato, le domanda se non dice nulla al Signore e lei allora lo fa e Gli domanda che possa fare per ringraziarLo?"

    Lui le risponde di essere molto buona, come lo è stato l’Eterno con lei e di lasciarLo riposare nella sua casa poiché ha percorso molta strada negli ultimi giorni. Lei risponde di sì ma senza entusiasmo.

    Pietro rimane di nuovo mortificato e afferma che lui l’avrebbe fatta ritornare malata.

    Gesù lo rimprovera, dicendogli che in futuro succederà ben peggio, che Lui non vuole riconoscenza immediata e gli basta di aiutare le anime a salvarsi.

    Confessa, inoltre, a Pietro di avere già avuto altre manifestazioni di ingratitudine, come a Nazareth a casa della mamma di Sara che era molto malata,

    ma i suoi familiari l’avevano cacciato perché non volevano noie con la sinagoga.

    Lui, però, non voleva che la sua figlioletta diventasse un’orfana e una figliastra e le disse che la sua mamma sarebbe guarita ma quando lei andò a dirlo ai suoi, essi la castigarono perché aveva parlato con Gesù.

    Poi arriva la suocera di Pietro che invita Gesù a fermarsi a mangiare da lei.

    In seguito un bambino porta un’offerta da parte di un tale. Pietro vorrebbe sapere chi è il benefattore, ma Gesù lo rimprovera poiché il bene, per essere meritorio - ossia ricompensato da Dio - deve restare occulto.



    061 Gesù benefica i poveri dopo aver detto la parabola del cavallo amato dal re.


    Gesù racconta la parabola di un cavallo - figura del popolo ebraico - molto amato dal re, Dio - e che tuttavia si era allontanato da lui ma era finito male, in mano a padroni che lo maltrattavano.

    Allora il cavallo, si pentì, ma tuttavia rifiutava di tornare dal suo vecchio padrone.

    Questi dopo aver invano mandato amici e messaggeri, mandò il suo stesso figlio - Gesù - a tentare di convincere il cavallo a ritornare.

    A questo punto, il cavallo non avrebbe finalmente dovuto decidersi a tornare e a essere più buono di quanto gli veniva chiesto dal principe?

    Poi, Gesù dà aiuto economico a dei poveri e tra essi c’è un vecchietto al quale non dà nulla.

    Alle sue proteste, Gesù ribatte che lui non è un bisognoso, ma una persona avida, che ha la borsa piena di soldi e che vuole rubare il denaro ai veri bisognosi.

    Per tale motivo gli dà dell’usuraio. Poi zittisce gli ascoltatori che si sono messi a schernire quel vecchio, dicendo che se lui ha peccato di sincerità e onestà, essi stanno peccando contro la carità.

    Uno dei poveri ricevendo il denaro dice che vorrebbe piuttosto la guarigione, ma che non osa chiederla perché tutti lo disprezzano,

    ma Gesù risponde che Lui è la pietà e aiuta tutti quelli che hanno fede e amore per Lui; e lo guarisce.



    062 Gesù cercato dai discepoli mentre prega nella notte.


    Gesù ospitato nella casa di Pietro, esce nella notte senza far rumore per andare nella campagna a pregare.

    Mentre prima sospirava come per una pena morale, ora sorride rasserenato.

    Gli apostoli tornati dalla pesca, non avendoLo trovato, vanno a cercarLo.

    Un contadino dice che Lo ha visto salire verso il monte, probabilmente nell’uliveto di Michea come altre volte.

    Infatti sta lì: allora Gli domandano se ha dormito male a causa del letto.

    Gesù risponde di no, ma che è uscito per pregare poiché la preghiera se non sempre dà la grazia, dà pace ed equilibrio per resistere a tante cose che urtano, senza uscire dal sentiero santo.

    Pietro ribatte che vorrebbero pregare anche loro allo stesso modo.

    Il Maestro risponde che preghino come sanno fare e che non sono le parole che contano ma i gesti accompagnatori e comunque insegnerà loro la preghiera più santa quando avranno acquisito un minimo di santità.

    Poi domanda se volevano altro.

    Pietro risponde che era venuta gente per ascoltarLo, malati per essere guariti, e alcuni poveri, ma avevano detto loro che tornassero il sabato, visto che Lui predica in quel giorno.

    Gesù li rimprovera dicendo che Lui è l’Amore, la Luce, la Salute tutti i giorni della settimana e che man mano che le folle lo scopriranno Egli non avrà più il tempo neanche per mangiare e ne sarà felice.

    Informato da loro da dove veniva la gente, Lui si reca in quelle città e nei paesi, dopo avere ordinato loro di restare a Cafarnao



    063 Il lebbroso guarito presso Corazim.


    La Valtorta ha la visione di un lebbroso con la carne tutta corrosa, sembra la morte con un bastone in mano.

    Egli sta attendendo invano Samuele, l’uomo rattrappito già guarito da Gesù e che dà un poco di tempo assiste lo sventurato portandogli una parte di quello che riesce ad ottenere in elemosina.

    Finalmente questi arriva e gli porta delle provviste insolite e ricche: pesce e formaggio, oltre al solito pane.

    Gli dice di far festa perché ha trovato il Messia e che potrà essere guarito anche lui.

    Il lebbroso allora lascia perdere il cibo e passando in un fossato, per non essere visto dalla gente sana che potrebbe lapidarlo, corre incontro al Messia che sta venendo e vedendolo gli grida:

    Maestro, Messia, Santo, abbi pietà di me! Se vuoi tu puoi mondarmi! e si butta ai suoi piedi, ma invita Gesù a stargli lontano per non infettarsi anche Lui.

    Però Gesù lo accarezza e gli dice: "Lo voglio! Sii mondato! Ma vai dal sacerdote e compi quanto la Legge prescrive ma non dire nulla di quanto ti ho fatto, sii buono e non peccare mai più".



    064 Il paralitico guarito a Cafarnao.


    Pietro e Andrea stanno aggiustando le reti.

    Pietro è rattristato perché non hanno pescato niente e gli dispiace per i poveri ai quali non potrà dare nulla, mentre di solito dà loro almeno i pesci piccoli, malgrado i borbottii dei propri familiari.

    Poi arriva Gesù che viene annunciato a tutta la città di Cafarnao dai bambini festanti.

    Allora la folla si riunisce per ascoltarlo e in prima fila stanno superbi farisei e dottori, ma Gesù vuole essere circondato dai bambini, poiché dice che essi sono i gigli della Terra, come gli angeli sono i gigli del Cielo.

    E che la Terra sarebbe un giardino se da essa si fossero effusi i figli di Adamo per popolare la terra di santità. Invece la Terra è diventata una selva aspra e crudele…

"

    Voi che volete amarmi prendete ad esempio questi bambini, che sono semplici, puri, amorosi, sinceri, credenti.

"

    Non vi è sapiente in Israele che sia maggiore del più piccolo di questi la cui anima è il Regno di Dio.

    Poi gli apostoli Gli dicono che c’è un paralitico che non può venire avanti a causa della molta folla. Allora Gesù risponde che sia calato giù dal tetto e poi gli dice: "Ti sono rimessi i peccati."

    I farisei mormorano fra loro, ma Gesù dimostra loro che Lui ha il potere anche di rimettere i peccati, guarendo il paralitico dicendogli: "Alzati, prendi il tuo letto, cammina e sii santo."

    La gente piange e ride, mentre i cinque astiosi se ne vanno tronfi e duri. Poi Gesù guarisce anche un bambino morente.



    065 La pesca miracolosa e l’elezione dei primi quattro apostoli.


    Gesù, parlando alla folla, afferma che, in primavera, vedendo gli alberi in fiore, l’agricoltore pensa che avrà molti frutti. In realtà prima del momento della raccolta possono avvenire molte cose: venti, piogge, burrasche, guerra, crudeltà di potenti, malattie delle piante o dell’uomo; e allora le piante intristiscono e perfino muoiono.

    Allo stesso modo, ora Lui sta iniziando l’apostolato e la folla si orna di buoni propositi e di amore, ma verrà Satana a bruciarla col suo alito. Tutti i nemici Suoi e della gente cercheranno di isterilirla.

    Occorre perciò che essa faccia buona guardia, che cerchi il Sole, la Luce, la Vita e cioè Lui stesso, che osservi i dieci comandamenti e in modo particolare l’amore verso Dio e il prossimo.

    Finito di predicare, Gesù invita Pietro a prendere il largo nel lago e a gettare le reti. Pietro, che ha pescato invano tutta la notte, si decide a farlo solo dietro l’insistenza di Gesù.

    Ben presto la rete si riempie di grossi pesci e occorre chiedere aiuto agli altri compagni di pesca.

    Pietro allora dice a Gesù di allontanarsi da lui poiché è un peccatore, ma il Maestro lo rassicura dicendogli che in futuro insieme ai suoi compagni sarà pescatore di uomini.



    066 Giuda di Keriot al Getsemani diviene discepolo.


    Gesù sta nell’orto del Getsemani. Ed ecco arrivare Giuda di Keriot deciso a diventare un discepolo perché sente che Gesù è Colui che i profeti hanno preannunciato e che ricostituirà il Regno di Israele.

    Gesù, però, tenta di fargli capire che non si tratta di un regno umano ma del Regno dei Cieli, e non si tratta della gloria di questo mondo.

    Aggiunge che da Israele verranno i Suoi primi seguaci e testimoni, ma anche i persecutori, i carnefici e il traditore.

    Giuda dice che è impossibile che venga il traditore da Israele, ma Gesù gli risponde che anche i profeti sono stati combattuti e uccisi dagli Israeliti.

    Lui non è venuto per sottrarre lo scettro ai re e il potere ai potenti, ma per strappare le anime a Satana, per insegnare misericordia, sacrificio, umiltà e continenza.

    Giuda insiste che lui Lo seguirà fino alla morte e alla fine ottiene appuntamento per il giorno dopo.



    067 Il miracolo delle lame spezzate alla porta dei Pesci.


    Due orticoltori si minacciano di morte perché l’asino di uno di essi ha mangiato una buona parte della lattuga dell’altro. Gesù interviene per farli ravvedere, ma invano.

    Allora spezza miracolosamente le lame delle loro spade e dice loro:

"

    Dov’è ora la vostra forza? O miseri coloro che si fondano su mezzi umani per vincere, e non sanno che non è violenza ma santità quello che ci fa vittoriosi sulla Terra e oltre!

"

    Perché Dio è con i giusti. Il secondo dei precetti del Signore è il precetto di amore verso il prossimo. Dio è buono e nei suoi figli vuole benevolenza. L’uomo ha una ragione e un’anima.

    Per la ragione si deve condurre da uomo. Per l’anima si deve condurre da santo.

    Chi non fa così si mette al di sotto degli animali, scende all’abbraccio col demonio perché si indemonia l’anima col peccato d’ira.

    Perché lo fate? Per poche monete, per pochi palmi di terra, per una donna, per un posto più buono: queste cose non sono eterne.

    Esse durano meno della vita e per esse perdete la pace eterna che è promessa ai giusti e che il Messia vi porterà insieme al Suo Regno.

    Venite sulla via della Verità. Seguite la Voce di Dio. Amatevi, siate onesti, continenti, umili e giusti.

    Un uomo Gli domanda: "Sei tu forse il Messia?"

    Io lo sono.

    Tu? Quello che guarisce i malati e predichi Dio in Galilea?

    Sono Io.

    Io sto perdendo le forze per i dolori. Ho dei figli ancora piccoli. Guariscimi!

    Va alla tua casa ... e guarirai, lo voglio.

    La folla acclama Gesù ed esclama: "Resta con noi in Giudea".

    Giuda allora dice: "Vedi che tutto Israele ti ama! ...Non ama il Battista perché è difficile seguirlo nella sua penitenza. Tu sei più buono ed è facile amarti" ma Gesù risponde che come il Battista è odiato per la sua austerità, Lui lo sarà per la Sua bontà perché l’una e l’altra predicano Dio... e che la folla umile Lo ama, ma non tutta la folla è umile.



    068 Gesù, nel Tempio con l’Iscariota, ammaestra.


    Gesù è al Tempio con Giuda e gli ordina di andare a chiedere al magistrato il permesso di poter insegnare poiché non vuole scandalizzare il popolo col non rispettare la consuetudine di essere rispettosi e umili con le caste potenti.

    Il magistrato arriva e manifesta dei dubbi sull’identità e capacità di insegnare di Gesù, ma poi si allontana perché cercato da altri.

    Intanto Gesù comincia a parlare ai presenti e annuncia che è finito il tempo dell’attesa, il Sole è fra loro e tutto prende più ampio respiro, anche il precetto di amare Dio e il prossimo.

    Ora dovranno amare anche il nemico, come Dio che perdona moltissime volte chi pecca. Preparino i cuori alla grazia poiché il Redentore è tra loro.

    Giuda dice ai presenti che il Messia è proprio quello che sta parlando, che lui è un Suo discepolo e che gli chiedano miracoli. Un presente allora afferma di avere un occhio già secco e l’altro lo sta diventando.

    Gesù afferma che Lui può guarire chi ha fede e gli domanda se lui crede.

    Quello risponde di sì e il Maestro si bagna un dito con la saliva, gli sfiora gli occhi e gli domanda se ora vede.

    Sì, ci vedo come quando ero un bambino, risponde; e poi si prostra ai piedi di Gesù che gli raccomanda di essere buono per riconoscenza a Dio.

    Un levita Gli domanda con quale potere faccia queste cose.

    La risposta è che come i profeti facevano miracoli per mostrare che Dio era con loro, così fa Lui, e che il Messia può fare con maggiore ragione e misura, ciò che potevano fare i profeti.



    069 Gesù istruisce Giuda iscariota.


    Gesù dice a Giuda che specialmente la notte preferisce rimanere solo affinché il Suo spirito possa trarre nutrimento dal Padre attraverso l’orazione e la meditazione,

    che Gli sono necessarie più del nutrimento materiale, poiché chi vuole vivere per lo spirito e portare gli altri alla stessa vita deve posporre la carne,

    quasi ucciderla nelle sue prepotenze, per dare tutte le sue cure allo spirito.

    Bisogna lasciare tutto quello che ci turba poiché Dio è pace.

    Bisogna saper trarre nutrimento dai cibi e se si comprende che un cibo ci nuoce, anche se è appetitoso al gusto, bisogna rinunciare a esso.

    Meglio pane e acqua che i pasti complicati della mensa del re.

    E’ vero che uccidersi è uguale all’uccidere poiché solo Dio ha il potere di togliere la vita.

    Chi si uccide confessa la propria superbia, sia che ciò avvenga per le sventure che si accaniscono contro di lui e lui vuole vincerle da sé senza tendere la mano al Padre, e dirgli:

    Aiutami, perché da Te tutto spero e attendo, sia che dica di non poter essere perdonato, poiché sa che lui non perdonerebbe chi avesse commesso la medesima colpa contro di lui e misura Dio su se stesso.

    L’umile compatisce e perdona anche se soffre dell’offesa ricevuta.

    Il superbo non perdona. E’ superbo anche perché non sa dire: "Padre, ho peccato, perdona al tuo povero figlio colpevole":

    Tutto - anche il delitto dei delitti - sarà perdonato dal Padre, se sarà chiesto perdono con cuore sincero e contrito, umile e volenteroso di risurrezione nel bene".

    Quanto al suicidio esso non sarà più perdonato dopo che il Verbo avrà dato forza agli spiriti col Suo Spirito, né nel giudizio particolare, né nel Giudizio finale, né mai.

    La vita è un mezzo che serve per il fine che è l’eternità.

    E allora dare alla vita quello che le serve per durare e servire lo spirito nella sua conquista, continenza della carne in tutti i suoi appetiti,

    continenza della mente in tutti i suoi desideri, continenza del cuore in tutte le sue passioni che sanno di umano.

    Illimitato, invece, lo slancio verso le passioni che sono del Cielo: amore di Dio e del prossimo, volontà di servire Dio e prossimo, eroismo nel bene e nella virtù.

    E chiedere a Dio di non essere indotti in tentazione, come faceva Gesù stesso.



    070 Al Getsemani con Giovanni di Zebedeo. Un paragone tra il Prediletto e Giuda di Keriot.


    Dopo aver cenato insieme, Gesù e Giovanni vanno all’orto degli ulivi e parlano del Tempio. Giovanni dice che esso sembra librarsi sul vuoto, ma Gesù sospira perché proprio coloro che dovrebbero dargli vita comunicano morte al luogo santo poiché sono - più di nove su dieci - essi stessi cadaveri nel loro spirito.

    Poi, parlando dei suoi discepoli, dice: "Voglio che vi amiate senza preferenze, aiutandovi scambievolmente, compatendovi l’un l’altro. Nessuno è perfetto, né i giovani, né i vecchi.

    Se foste tutti uguali, sareste una forza in un carattere e delle deficienze in tutti gli altri. L’amore per la causa di Dio vi deve unire".

    Finita la visione, Gesù dice a Maria Valtorta che Giovanni è il discepolo che si dona senza voler conservare nulla di sé, mentre Giuda iscariota non si vuole spogliare di se stesso, della sua superbia, sensualità e cupidigia, del suo modo di pensare e così neutralizza gli effetti della Grazia.

    Egli è il capostipite di tutti gli apostoli mancati, al contrario di Giovanni.

    Aggiunge che Lui e la Madonna sono impossibili da imitare, poiché il loro sacrificio fu di un’asprezza totale,

    ma che Giovanni è imitabile da tutti; egli si sente un nulla, accetta tutto, non chiede le ragioni ed è pago di far felice Gesù.



    071 Giuda iscariota presentato a Giovanni e a Simone Zelote.


    Gesù invita Giuda a confidargli i suoi pensieri, non riguardo alle condizioni sociali della gente, ma di confidargli tutto a proprio riguardo,

    come faceva col proprio padre che lo lodava per le opere buone, lo compativa per altre, lo rimproverava ma dolcemente per quelle sbagliate.



    072 Verso Betlem con Giovanni, Simone Zelote e Giuda iscariota.


    Simone Zelote rispondendo a Gesù dice che come è stato guarito miracolosamente da Lui dalla sua malattia del corpo, così lo è stato per il rancore contro i suoi nemici.

    Poi, in risposta ad un’obiezione di Giovanni, aggiunge che quando gli apostoli parleranno nel nome di Gesù, lo faranno usando la potenza di Dio, per Sua misericordia, se essi non si lasceranno prendere dalla superbia.

    Gesù gli risponde che proprio per questo motivo lo ha scelto come discepolo.



    073 A Betlem, nella casa di un contadino e nella grotta della Natività.


    Gesù con tre apostoli sta andando a Betlemme ma si ferma a bere in un pozzo e si imbatte in una donna intenta ad annaffiare l’orto.

    Lei pure è di Betlemme e Gli parla dei misfatti di Erode trenta anni prima, offre loro la propria ospitalità per la cena e un ricovero per la notte, se le lasciano finire l’annaffiatura.

    Aiutata in tale compito da loro, poi li conduce verso una casetta dove sono accolti benevolmente da suo marito.

    Egli racconta dell’uccisione di migliaia di bambini, semplicemente perché dei pastori, che dovevano aver bevuto, avevano detto di aver visto degli angeli che annunciavano la nascita del Messia, in una spelonca!

    Essi avevano creduto ai pastori e avevano portato doni, li avevano ospitati. E la povera Anna non solo aveva perso i beni ma anche la vita e i nipoti.

    E dire che già altri erano stati presentati come Messia!

    Gesù li invita a non maledire i pastori perché maledizione attira maledizione e dovrebbero maledire anche loro stessi per la propria credulità.

    Poi cita le Scritture e afferma che anche la strage degli innocenti era stata profetizzata (Ger. 31,15).

    Poi Gesù gli domanda dove abitano Levi ed Elia perché, pur non conoscendoli di vista, sa che sono degli infelici e vuole andare a trovarli.

    Il contadino risponde che sono ancora pastori e stanno a Ebron al servizio di un ricco erodiano, ma consiglia di non farsi vedere con loro che sono molto odiati dai Betlemiti, che li ucciderebbero volentieri anche oggi per quella strage.

    Gesù risponde che fanno male ad odiare quei pastori, e che solo quando perdoneranno, il Messia si rivelerà a loro e che era stato Satana a volere quella strage.

    Ma quell’uomo li caccia di casa, poiché non vuole noie né con i Betlemiti, né con Roma, né con Erode.

    Giuda risponde minacciando l’agricoltore, ma Gesù lo invita a non reagire e aggiunge che molti altri si comporteranno così con Lui; e se dovesse incenerirli tutti…

    Giovanni invece piange perché Gesù non è amato ma il Maestro gli risponde che lui stesso dirà infinte volte:

    Egli era la luce venuta a splendere fra le tenebre, ma le tenebre non Lo compresero (), venne alla sua casa, e i Suoi non Lo ricevettero.

    Infine, Gesù li conduce a riposare nella capanna di Betlemme dove era nato trenta anni prima e racconta loro che il censimento disposto dall’imperatore Augusto aveva portato lì Giuseppe e Maria, entrambi discendenti della tribù di Davide. Giuda, che aveva protestato per la sporcizia del posto, ora chiede perdono a Gesù.



    074 All’albergo di Betlem e sulle macerie della casa di Anna.


    Giuda convince Gesù e Giovanni a scambiare i vestiti con quelli di Simone Zelote e con i suoi poiché i Galilei non sono visti di buon occhio a Betlemme e chiede che si lasci parlare lui con delle mezze bugie.

    Giuda afferra un garzone bruscamente per intimorirlo e fa chiamare il padrone dell’albergo, che arriva immediatamente.

    Gli chiede se sappia di Anna che aveva la casa di fronte all’albergo. La risposta è:

    - che fu uccisa insieme ai suoi figli salvo una, per avere ospitato la famiglia di Giuseppe e Maria, col bambino;

    - avrebbe potuto forse ospitare lui quella famiglia, ma intuì che era una faccenda pericolosa e preferì dire che non avere posti liberi;

    - in seguito arrivarono tre re, potenti e maghi, con un corteo che non finiva più e che gli fecero guadagnare molto;

     - lui non aveva subito morti perché si era appena sposato, ma gli altri…

    Poi mostra loro i molti punti rovinati della città, in alcuni erano state arse anche le case, perché i padri avevano difeso i figli con le armi.

    E si vedevano sepolcri sparsi qua e là, che erano delle vittime di quelle stragi.

    Gesù piange e Giuda spiega che Anna era come una sorella per Sua Madre.

    Poi il Maestro comincia a predicare e cita la Bibbia che parla della donna che avrebbe schiacciato la testa al Serpente, il quale poi si vendicò colpendo al cuore le madri strappando i loro figli,

    ma essi entreranno fra non molto in Cielo che sta per essere riaperto dal Messia che fu salvato dal Padre per conservarLo per la salvezza del popolo.

    Infine, su richiesta di uno dei presenti ammette di essere Lui il Messia.

    Un uomo urla che ridia loro i figli uccisi.

    Una donna grida che aveva cinque figli e tutti le furono uccisi.

    Inizia una gazzarra e volano pietre. Giuda fa da scudo a Gesù e grida agli altri di mettersi al sicuro.

    Poi Gesù afferma che per ora non giova a nulla insistere a parlare a quella folla e che intanto andranno dai pastori, se li troveranno.



    075 Gesù ritrova i pastori Elia e Levi.


    Gesù con i tre apostoli sale su per la montagna, trova tre pastori e li saluta presentandosi come uno che li ama.

    Uno di loro risponde: "Saresti il primo da molti anni. Da dove vieni?"

    Gesù risponde che viene dalla Galilea, più precisamente da Nazareth.

    Allora quel pastore gli domanda se era più tornato quel bambino figlio di Maria che era fuggito per fortuna del mondo, e afferma che i figli suoi erano stati uccisi, come pure sua moglie.

    Aggiunge che quel bambino era stato presentato loro dagli angeli come Salvatore, il Messia e che essi non erano affatto ubriachi, come invece la gente di Betlemme affermava;

    che in seguito aveva pregato col Gloria a Dio nell’alto dei Cieli

    e che non chiedeva a Dio che di fargli sapere che il Messia era vivo;

    Gesù allora afferma di esserlo Lui stesso e i pastori si gettano a terra a baciarGli i piedi, piangendo di gioia.

    Gesù li fa alzare tutti, Elia, Levi e Giuseppe, figlio di Giuseppe.

    Poi Gesù domanda loro degli altri pastori che erano andati ad adorarLo ed Elia Gli risponde che alcuni erano morti; altri erano stati accolti da lui, visto che i loro genitori erano morti o erano stati uccisi.

    Anche Zaccaria era stato buono aiutando questi perseguitati dando loro cibo e poi trovando loro un padrone che desse loro un lavoro.

    Il Maestro chiede di vederli tutti e di volerli tra i Suoi amici, ma di andare anzitutto da Isacco.

    Poi recita la preghiera: "Gloria a Dio nei Cieli altissimi e pace in terra agli uomini di buona volontà. Venite, voi primizie dei miei adoratori. Venite a conoscere il Padre in verità per seguirlo in santità e averne eterno premio."

    A questo punto i pastori fanno cenare Gesù e gli apostoli con il latte e poi parlano con Lui della fuga in Egitto e del ritorno e chiedono come fare per servirLo.

    Gesù li incarica di parlare di Lui alla gente e che potranno non essere creduti o addirittura essere dileggiati o percossi

    e ad Elia promette che gli angeli canteranno il Gloria alla sua morte "per l’uomo di buona volontà."



    076 A Jutta dal pastore Isacco. Sara e i suoi bambini.


    Gesù scende con i Suoi tre apostoli e con i pastori che conducono a valle il gregge.

    Dice che a Ebron passeranno dopo, poiché si deve passare prima da coloro che soffrono e sono vivi.

    Da Samuele, che non soffre più perché è morto ed è un giusto passeranno dopo.

    Precisa che per i morti che hanno bisogno di preghiere si può pregare anche da lontano.

    I giusti che si riuniranno in Cielo si ameranno molto più che sulla terra e a loro verrà ridato un corpo affinché possano gioire maggiormente e saranno simili a come erano sulla terra poiché così ameranno rivedersi.

    Elia va a chiamare Isacco e gli riferisce che c’è Gesù di Nazareth ad attenderlo.

    Isacco resta un momento stupito e commosso; poi, lui che era paralizzato dalla vita in giù, salta giù dal letto

    e passando in un viottolo giunge dal Maestro e si prostra davanti a Lui, che lo fa rialzare e gli dice che non può fermarsi lì poiché deve evangelizzare tutto Israele,

    ma potrà essere lui a seguirLo, a testimoniare sulla propria guarigione, senza timore di minacce,

    che non ha bisogno di andare a scuola, poiché le sofferenze subite a causa della sua testimonianza passata sono state già una scuola per lui;

    che un giorno potrà vedere la Sua mamma che parla spesso di lui;

    e che ora andranno tutti da una signora la quale da quando era bambina andava spesso da Isacco a farsi raccontare la storia di Gesù.

    Lei ora è una donna che ha chiamato i suoi figli Maria, Giuseppe ed Emanuele; la sua famiglia ha aiutato tanto Isacco.

    Il Maestro chiede a Maria: "Chi sono Io?"

    E lei risponde che Lui è Gesù, figlio di Maria, nato a Betlemme e che la mamma le ha messo quel nome affinché sia buona.

    E lo sarai?

    Sì, Gesù.

    Giuda, però, le dice di chiamarLo "Maestro" o "Signore", ma Gesù ribatte che lasci che lei Lo chiami col Suo nome poiché solo su labbra innocenti esso non perde il suono che aveva sulle labbra di Sua Madre.



    077 A Ebron nella casa di Zaccaria. L’incontro con Aglae.


    Giuda iscariota è incline a concludere che è nocivo essere amici di Gesù viste le sofferenze di Anna, ma Gesù gli risponde che chi ha avuto il bene raro di servire Dio in modo speciale per tutta la vita e già ha il sorriso della coscienza che approva, non può pretendere di avere anche onori e beni terreni. Ciò sarebbe anche imprudente.

    Vorrebbero entrare nella casa di Zaccaria per pregare al suo sepolcro ma un pastore del luogo spiega loro che da quando il Battista sta in prigione la casa non è più sua e perfino il sepolcro è stato guastato, e le ossa sono state mescolate.

    Intorno alla casa è stato fatto un muro affinché la gente non vedesse che era diventata un lupanare e in esso è stata portata una romana, mima e ballerina.

    Giuda le dà della spudorata e la invita a rientrare, ma Gesù lo mette a tacere chiedendo chi è tanto puro da non aver mai nemmeno desiderato almeno una volta la mela offerta da una donna.

    Poi chiede di entrare perché la casa era di un Suo parente, ma lasciando la porta aperta affinché il mondo non mormori.

    Poi dice alla donna, Aglae, di chiamarsi Gesù che significa Salvatore, che ha la missione di salvare chi ha buona volontà di salvezza, e di insegnare ad essere puri, a volere il bene ad ogni costo.

    La invita ad avere lei stessa pietà di sé, della sua anima, la quale fa dell’uomo un dio anziché un animale.

    Aggiunge che è il peccato a ucciderla e a trasformare l’uomo in un animale repellente e che comunque se in quel luogo non si vuole l’onestà, Aglae potrà andare da Lui.

    A Giuda ribatte che Aglae si dimostrerà migliore di lui e che se Lui non ha potuto pregare sulle ossa dei Suoi parenti può però benedirle e assicurare che la loro prima risurrezione è vicina e che poi verrà il giorno in cui saranno mostrati agli angeli come servi del Signore.



    078 A Keriot. Morte del vecchio Saul.


    Arrivati a Keriot, nella casa della madre di Giuda, Gesù viene fatto rivestire dei sandali nuovi comprati apposta per Lui e di una tunica di lino fresco e nuovo.

    Gesù, prima di mangiare, sceglie il frutto più bello e lo offre alla donna dicendole: "Prima la madre, sempre".

    Lei si commuove e poi dice al figlio che crede di aver fatto tutto bene, ma che lei non sa gli usi dei re.

    A questo punto Gesù sbotta:

    Quali usi donna? Quali re? Ma che hai fatto, Giuda?

    Poi chiama in disparte Giuda e lo rimprovera di non aver ancora capito che Lui non vuole essere un sovrano di questo mondo e che il semplice presentarLo come tale è un intralcio e un pericolo per la Sua missione e gli ricorda che cosa è stato fatto da Roma in un caso simile del passato e la strage dei bambini voluta da Erode al semplice sentir dire che era nato il re di Israele.

    Anzi, invita Giuda ad andarsene dagli apostoli, visto che è avido degli onori e dei beni di questo mondo.

    Giuda, allora, si getta a chiedere perdono e promette che non ripeterà più questo errore.

    Gesù risponde che ancora una volta lo perdona, sperando di essere compreso in futuro.

    Poi si addentrano in Keriot dove molta gente, popolo e notabili, sono in attesa di Gesù.

    Egli dice loro che Lui è solo la Parola del Padre e a lui tornerà dopo aver evangelizzato Israele, invita ad aprire i cuori e le menti alla Verità, a lasciare ai Cesari e ai Tetrarchi le loro prede, che Lui strapperà molte prede al fuoco di Satana per portarle al Regno della pace di cui è principe e all’eterno tempo del Padre, che dovranno liberarsi della superbia, dei pensieri umani e chiedere a Dio di insegnare loro a conoscerlo e a servirlo in verità.

    Infine conclude che non possiede ricchezze e non promette onori della terra, ma le ricchezze soprannaturali del Padre Suo.

    Le gente bisbiglia e alcuni si avvicinano a Gesù e tra loro il vecchio Saul che ricorda quello che successe a Betlemme e domanda se Giovanni Battista era il Messia.

    Gesù gli risponde che era il Precursore e che il Messia è Lui stesso.

    Allora Saul dice che non credeva più di aver la Grazia di vedere il Messia e che ora non desidera più vedere altra luce che non sia la Sua. E invita la folla a udire la voce che nel morire vedette la Luce di Dio.

    Poco dopo si accascia e muore.

    Gesù dice che quel vecchio dovrà attendere poco per vedere il volto di Dio ed essere felice.



 

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