volume-07


Sintesi di

L'EVANGELO COME MI E' STATO RIVELATO

    di

    MARIA VALTORTA


    VOLUME 7°

Ultima modifica: 14/6/2020

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INDICE

433 Arrivo a Nazareth. Lodi alla Vergine. Guarigione di Aurea.

434 Lavori manuali a Nazareth e parabola del legno verniciato.

435 Inizio del terzo sabato a Nazareth e arrivo di Pietro con altri apostoli.

436 Svelato il costo della Redenzione ad apostoli e discepole nell’orto di Nazareth.

437 Gesù e la Madre a colloquio.

438 Maria Ss. con Maria d’Alfeo a Tiberiade per farsi cedere Aurea. Un incontro con Giuda Iscariota.

439 Maria Ss. riferisce sulla missione compiuta a Tiberiade. Aurea impara a fare la volontà di Dio.

440 Un altro sabato a Nazareth. Ostinatezza di Giuseppe d’Alfeo.

441 Un dono di Tommaso alla Vergine e partenza da Nazareth. Miracolo su un incendio che diventa il tema di due parabole.

442 Giuda Iscariota a Nazareth da Maria.

443 La morte del nonno di Marziam.

444 Elogio di Marziam. Lezione sull’unico precetto dell’amore, sulla salvezza dei pagani virtuosi e sui meriti dell’Uomo-Dio.

445 A Tiberiade, durante una tempesta, il ritorno dell’Iscariota e due parabole. L’arrivo di Maria Ss., che intercede per Samuele di Ester.

446 Arrivo e accoglienze a Cafarnao.

447 Discorso sulla misericordia nella sinagoga di Cafarnao. Un affronto di Eli il fariseo, minacciato dal centurione.

448 Raduno di barche sul lago e parabola provocata da Pietro, che subisce un giudizio.

449 Il piccolo Alfeo disamato dalla madre.

450 Miracoli nel borgo presso Ippo e guarigione del lebbroso Giovanni.

451 Discorso, nel borgo presso Ippo, sui doveri dei coniugi e dei figli.

452 L’ex-lebbroso Giovanni diventa discepolo. Parabola dei dieci monumenti.

453 Arrivo a Ippo e discorso in favore dei poveri che vengono sanati. Guarigione dello schiavo Aquila.

454 Maria Ss. e il suo amore di fusione con Dio. Ira dell’Iscariota contro il piccolo Alfeo.

455 Affidamento della Chiesa alla maternità di Maria. Discorso, presso Gamala, in favore dei forzati.

456 Commiato da Gamala e arrivo ad Afeca. Monito alla vedova Sara e miracolo nella sua casa.

457 Discorso, ad Afeca, dopo una disputa tra credenti e non credenti. Sara diviene discepola.

458 Una guarigione spirituale a Gherghesa e lezione sull’uso dei doni di Dio. Rientro a Cafarnao.

459 Il perdono a Samuele di Nazareth e lezione sulle cattive amicizie.

460 Farisei a Cafarnao con Giuseppe e Simone d’Alfeo. Gesù non nasconderà alla Madre l’ora del Sacrificio.

461 Un complotto per l’elezione di Gesù a re. Il greco Zenone e la lettera di Sintica con la notizia della morte di Giovanni di Endor.

462 Discorso e guarigioni alle sorgenti termali di Emmaus di Tiberiade.

463 A Tarichea, discorso sulla natura del regno messianico e conversione di una meretrice. Gesù cede ad un invito di Cusa vincendo l’opposizione di Pietro.

464 Nella casa di campagna di Cusa la tentata elezione di Gesù a re. La testimonianza del Prediletto.

465 A Betsaida per un incarico segreto a Porfirea e partenza affrettata da Cafarnao.

466 La sosta presso gli anziani coniugi Giuda e Anna.

467 Parabola della distribuzione delle acque. Perdono condizionato per il contadino Giacobbe. Avvertimenti agli apostoli mentre vanno a Corozim.

468 Un ravvedimento di Giuda Iscariota e gli episodi che illustrano la sua figura.

469 Commiato dai pochi fedeli di Corozim.

470 Lezione sul matrimonio ad una suocera che è scontenta della nuora.

471 Filippo si esalta pensando all’èra messianica. Respinto l’invito ad andare a Giscala, Gesù illustra la nozione del peccato al levita Giuseppe detto Barnaba.

472 La nuova Legge e la richiesta insidiosa di un giudizio su un fatto accaduto a Giscala.

473 Guarigione di un bambino cieco di Sidone e un insegnamento per le mogli di oggi.

474 Una visione che si perde in un rapimento d’amore.

475 Un sospetto di Pietro e digressione sugli ebrei. La pietà di Abele di Betlemme per i propri nemici.

476 Lezione sul modo di curare le anime e il perdono ai due peccatori divenuti lebbrosi.

477 A colloquio con la Madre nel bosco di Matatia. Le sofferenze morali di Gesù e di Maria.

478 A colloquio con Giuseppe e Simone d’Alfeo che vanno alla festa dei Tabernacoli.

479 Con Giovanni presso la torre di Jezrael in attesa dei contadini di Giocana.

480 Partenza da Jezrael dopo la visita notturna dei contadini di Giocana.

481 Arrivo ad Engannim. Macchinazioni di Giuda Iscariota per sventare un’insidia.

482 In cammino con un pastore samaritano la cui fede viene premiata.

483 Gli apostoli discutono sull’odio déi giudei. I dieci lebbrosi guariti in Samaria.

484 Sosta obbligata presso Efraim e parabola della melagrana.

485 L’arrivo con gli apostoli a Betania, dove sono già alcuni discepoli con Marziam. Astuzie dell’Iscariota.

486 Al Tempio per la festa dei Tabernacoli. Discorso sulla natura del Regno.

487 Al Tempio per la festa dei Tabernacoli. Discorso sulla natura del Cristo.

488 Al Tempio per la festa dei Tabernacoli. Partenza segreta per Nobe dopo la preghiera.

489 A Nobe. Parabola del re incompreso dai sudditi e miracolo sul vento.

490 Al campo dei Galilei con i cugini apostoli. Dubbi sull’Iscariota e conversione del levita Zaccaria.

491 Al Tempio nell’ultimo giorno della festa dei Tabernacoli. Discorso sull’Acqua viva.

492 A Betania viene ricordato Giovanni di E’ndor.

493 Discorso presso la fonte di En Rogel, che fu luogo di sosta dei tre Savi.

494 La donna adultera e l’ipocrisia dei suoi accusatori. Vari insegnamenti.

495 Lezione sulla misericordia in risposta alle obiezioni sul perdono all’adultera. Congedo ai discepoli sulla via di Betania.

496 Turbamento improvviso di Giuda Iscariota durante una sosta nella casetta di Salomon.

497 Un’ora di sconforto di Simon Pietro.

498 Esortazione al Taddeo e a Giacomo di Zebedeo a seguito di un diverbio con l’Iscariota.

499 Fuga da Esebon e incontro con un mercante di Petra.

500 Riflessioni di Bartolomeo e Giovanni dopo un ritiro sul monte Nebo.



FINE INDICE


    433 Arrivo a Nazareth. Lodi alla Vergine. Guarigione di Aurea.


    Giuda Taddeo afferma di vedere in Maria Vergine la madre di Gesù ma anche una suddita di Dio.

    Gesù la vede come sposa e delizia di Dio e conforto degli uomini, ma quando arriva a casa la chiama: “Mamma!”

    E Maria gli risponde benedicendolo e augurandoGli pace e amore.

    Gesù contraccambia e poi domanda come sta la ragazza.

    Gli dicono che delira e che c’è pericolo che muoia, ma Lui risponde che non può essere che muoia prima di conoscere la Verità.

    Pertanto, la invita ad alzarsi dicendole che è arrivato il suo Salvatore e la ragazza scende subito dal letto e corre a piedi scalzi da Lui, che poi si ritira nell’officina per dormire.

    Poi si ritira nell’officina per dormire.



    434 Lavori manuali a Nazareth e parabola del legno verniciato.


    Gesù è dedito ad aggiustare sedie e altri mobili consunti.

    Tommaso invece sta lavorando come orafo, riproducendo bellezze della natura, come i fiori. Riconosce, però, che il lavoro del Maestro è più utile alla santità della casa e all’utilità del povero, anziché alla vanità dei ricchi. Poi afferma che nella sua predicazione si rivolgerà soprattutto agli infelici, come gli schiavi, i quali non avendo nessun conforto accoglieranno volentieri quelli offerti dalla fede.

    Gesù lo approva, poi incarica lo Zelote di verniciare una scala.

    Afferma che la vernice va rifatta non appena il legno ne resta spoglio, altrimenti esso si guasta e diventa buono solo per il fuoco.

    Inoltre si deve proseguire in modo metodico - anziché saltare qua e là - altrimenti la verniciatura non risulta uniforme, e insistere sui punti resistenti alla tinta.

    Analogamente, nella formazione dei discepoli, bisogna sempre vigilare sulle virtù messe a difesa del nostro io, per tutta la vita, non si deve essere troppo duri, né troppo indulgenti ma togliere le vecchie idee per far spazio alle nuove.

    Tuttavia, bisogna avere tatto e sfruttare le consuetudini dei vari popoli. Così, lo spirito patrio e il coraggio virile dei Romani non vanno distrutti ma utilizzati per fare grande Roma anche spiritualmente e far forte nella fede chi è forte nella battaglia.

    Non distruggere tutto subito brutalmente ma sostituire piano piano ciò che non deve restare in un convertito.

    Cominciare dal basso, dalle passioni carnali, molto forti nei pagani, ma anche tra gli ebrei – per preparare a ricevere l’Ospite che non coabita in corpi impuri.

    Aurea entra per avvisare che il pasto è pronto e dice che le pare un sogno quello che impara qui.

    Il Maestro le domanda se andrebbe da Noemi o Mirta e lei risponde che preferirebbe restare qui, ma comunque non coi romani e all’invito a pregare aggiunge che la preghiera è bella, ma lei ha paura della volontà di Dio, poiché teme che sia differente dalla sua.

    Gesù le risponde che è il bene suo quello che Dio vuole. Allora, lei risponde che, se è così, non ha più paura.



    435 Inizio del terzo sabato a Nazareth e arrivo di Pietro con altri apostoli.


    Aurea vede Tommaso che sta lavorando a un fermaglio e gli domanda se a lei starebbe bene. Lui risponde di sì, ma che le sta meglio la sua virtù e che le cose superflue fanno male agli spiriti deboli.

    Aurea allora dice che i padroni facevano stare molto al sole le ragazze brune e le facevano passare per etiopiche.

    Gesù dice che, più che per i compratori truffati, si dispiace per la sorte di quelle ragazze profanate, quantunque Dio possa sempre intervenire.

    Aurea è contenta che per lei sia intervenuto.

    Intanto – con gli altri apostoli, tranne Giuda e Bartolomeo- arriva Pietro il quale dice che sono venuti qui sia per non imbattersi in Giuda e non peccare, sia perché non si sentivano più di stare lontani da Gesù e ammette che sono stolti a lamentarsi del caldo o del tempo quando sono con Lui.



    436 Svelato il costo della Redenzione ad apostoli e discepole nell’orto di Nazareth.


    Gesù e Maria passeggiano nell’orto e senza volerlo ammaestrano discepoli e discepole.

    Ad Aurea piacciono molto le storie di Rachele, Rut e Tobia, di meno quelle della Pasqua, in cui sono uccisi i figli degli Egiziani.

    Giacomo invita Maria a parlare della nascita di Gesù, ma lei dice che bisogna prima conoscere il passato per capire il presente.

    La ragazza, però, risponde di avere bisogno di conoscere il presente per non avere più paura di Dio.

    Gesù le dà ragione e afferma che Lui si sforza di farlo, specialmente con quelle persone che per ignoranza o per le loro colpe hanno più tendenza a temere Dio.

    Aggiunge che fu severa bontà quella di Dio poiché facendo morire i figli degli egiziani poiché non lasciò loro il tempo di macchiarsi dei peccati dei loro padri e diede a questi il tempo di pentirsi. E anche l’uccisione dei bambini poco dopo la nascita di Gesù, fu una grazia perché impedì loro una volta divenuti adulti di divenire complici dell’uccisione del Salvatore.

    Maria di Alfeo allora risponde che Lui non deve permettere questo, almeno per Sua madre, ma Lui replica che anche Sua madre è Salvatrice e che sa già.

    Maria SS. lo conferma: da quando portò il bambino al Tempio. Allora, per le parole di un vecchio santo ricordò quelle di Isaia secondo le quali la Vergine avrebbe concepito un figlio destinato a diventare l’Uomo dei dolori; e se lei resta serena è perché, prima di essere madre, è figlia e serva di Dio e trova la calma e la serenità nel fare la volontà di Dio, che a suo tempo ci darà gli aiuti necessari.

    Aurea dice a Maria: “Quanto vi costo e come vi amo per quello che vi costo! Benedicimi affinché non vi costi senza frutto.” Maria le risponde che Dio aiuterà anche lei, se farà sempre la sua volontà.



    437 Gesù e la Madre a colloquio.


    Maria è dispiaciuta che i figli di Alfeo non siano tutti discepoli di Gesù, ma Lui li scusa un poco per il carattere autoritario del primogenito Giuseppe, un poco perché in fondo gran parte degli Israeliti è schiava di una religiosità umanizzata e non riesce ad accettare l’idea di un Messia mite mandato a salvare tutti i popoli.

    Perfino il buono e dotto Bartolomeo non riesce a guardare una ragazza straniera come si dovrebbe.

    Gesù dice che Valeria non le ha fatto sapere più nulla. Allora Maria afferma che andrà lei stessa a Tiberiade insieme a Maria d’Alfeo e che trasferirà Aurea in casa di Salome di Simone ad evitare critiche del vicinato.

    Il Maestro si preoccupa per le fatiche che Sua madre dovrà sostenere, ma Maria gli risponde che per la salvezza di un’anima vale la pena di farle.



    438 Maria Ss. con Maria d’Alfeo a Tiberiade per farsi cedere Aurea. Un incontro con Giuda Iscariota.


    Maria d’Alfeo è preoccupata perché si sta facendo notte e loro sono due donne sole in campagna.

    Maria le risponde che non tutti gli abitanti di Tiberiade sono dei Belzebù e ci sono dei giusti anche tra i pagani, comunque se ha paura propone di passare sulla riva dove ci sono i pescatori, ma la vedova di Alfeo risponde che sulla spiaggia ci sono greci, cretesi, arabi, egiziani e romani.

    E poi quando si sente dire che la cognata è venuta per parlare con Valeria, è ancora più sconvolta considerandola un anatema. Maria le risponde che è venuta per Aurea e domanda se si preoccupa così poco per un’anima da salvare, anche se è una straniera.

    Maria d’Alfeo chiede perdono e si decide a proseguire.

    Sono accolte come ospiti dal discepolo Giuseppe che mostra ben presto i suoi pregiudizi verso le romane, generalizzando i cattivi comportamenti di parecchie di loro attribuendoli anche alle romane che frequentano Gesù o basati su ciò che ha sentito dire sull’Iscariota. Maria gli fa capire che questi sono giudizi temerari.

    Poi, mentre Giuseppe e sua moglie vanno a dormire, Maria resta a pregare e aguzzando lo sguardo nella notte di luna, vede una barca che si accosta alla riva. E’ Valeria, come Maria SS. sperava.

    Allora chiama Maria d’Alfeo che sta dormendo e la conduce con sé nella notte. La vedova esclama: “Ma ci prenderanno per delle meretrici!” e la Madonna le risponde: “Basta non esserlo. Vieni!”

    Quando è vicina a Valeria, la chiama e le chiede di poter tenere Aurea, poiché l’ambiente di Tiberiade non è molto raccomandabile.

    Valeria accetta piangendo questa richiesta.

    Le due cognate si avviano per tornare a Nazareth e si imbattono nell’Iscariota piuttosto ubriaco.

    “Giuda – gli dice Maria – disgraziato figlio, che fai? Non pensi a Dio, alla tua anima, a tua madre?”

    Ma Giuda risponde che lui è giovane, non è ancora tutto spirito e che lo lasci stare.



    439 Maria Ss. riferisce sulla missione compiuta a Tiberiade. Aurea impara a fare la volontà di Dio.


    Aurea è stata portata in casa da Maria Vergine che le annuncia che in futuro sarà affidata a Noemi e a Mirta.

    Aurea avrebbe voluto restare con Maria, ma questa le risponde che non si può avere tutto dalla vita e che anche lei ha dovuto rinunciare a Gesù affinché Egli potesse andare a salvare le anime, come anche Aurea è stata salvata da Lui e che deve fare la volontà di Dio. Allora lei accetta di buon grado, pur di non dover tornare coi Romani.


    440 Un altro sabato a Nazareth. Ostinatezza di Giuseppe d’Alfeo.


    Alla casetta di Nazareth arrivano Mirta, Noemi e Abele di Betlemme di Galilea.

    Il discepolo Abele si interessa al lavoro che Tommaso sta facendo. L’apostolo gli spiega che sta adornando fibbie e cinture per le donne del paese, facendosi rimborsare il solo costo del metallo, così pratica la povertà evangelica e predica con gli atti, anziché con le parole e che così farà in futuro quando andrà a predicare tra i pagani.

    Poi gli raccomanda di trattare bene la sorella che ha acquistato, perché è come una colombina spaurita, che è sfuggita allo sparviero e cerca ali materne e fraterne a difesa.

    Abele risponde che anche sua madre è molto buona e spesso piange per la morte della bambina che ebbe al tempo in cui rimase vedova e da allora nella sua casa ogni bambina povera ha diritto a vesti e cibo.

    Poi arrivano altri discepoli e apostoli. Matteo ha portato una pianta di agrumi proveniente da Cirene, la quale rallegra Maria che vede arricchire il suo orto.

    Arriva anche Giuseppe di Alfeo che si compiace che finalmente Gesù abbia ripreso il Suo posto nella falegnameria e vicino alla madre e smesso di percorrere vie insicure e pericolose. Promette, anche che l’indomani Lo accompagnerà alla sinagoga e parlerà a favore di Lui.

    Gesù, però, gli dice che andrà alla sinagoga ma che il giorno dopo andrà di nuovo a evangelizzare per ubbidire all’Altissimo.

    Giuseppe risponde che le sventure ricadranno certamente su di Lui e se ne va.

    Maria d’Alfeo gli dà dello stolto e lo dichiara creatura del suo sangue ma non del suo spirito e piange pensando che non si salverà. Gesù, però, la tranquillizza dicendole che magari all’undicesima ora suo figlio si convertirà.


    441 Un dono di Tommaso alla Vergine e partenza da Nazareth. Miracolo su un incendio che diventa il tema di due parabole.


    Al momento della partenza, Tommaso regala a Maria una spilla che rappresenta un mughetto delle convalli, poiché ad esso l’ha sentita rassomigliare da Gesù. La Madonna risponde che lei solitamente non usa cose che le sembrano vane, ma guarderà ogni giorno questa che esprime l’amore del discepolo e la sua capacità di ricordare anche le parole di Gesù che si riferiscono alle cose e alle persone più umili.

    Tommaso poi regala un oggetto anche ad Aurea ma lei si mette a piangere e allora l’apostolo rimane imbarazzato, ma Pietro tenta di confortarlo dicendogli che se avesse visto Sintica allora…

    Tommaso comprende e gli giura che nulla uscirà dalla sua bocca, ma Pietro non vuole vivere nei sotterfugi e lo confessa a Gesù che lo compatisce e al tempo stesso gli raccomanda di stare più attento un’altra volta.

    Maria ha gli occhi lucidi di pianto per queste dolorose separazioni ma poi ammette che è il loro destino di discepole e che Gesù ha detto che si deve pensare che, bella peggiore delle ipotesi, ci si rivedrà nell’aldilà e che non si devono trattenere i fratelli per gelosie o quando essi stessero andando incontro al martirio, non siano vili né consiglino alla viltà, ma si addestrino fin da ora alle separazioni.

    Poi, Mirta consola Aurea dicendole che in futuro sarà lei ad accarezzarla al posto di Maria e che in passato pregava Dio di poterla avere come figlia.

    Nel frattempo si accorgono che poco lontano un bosco sta bruciando e sta per raggiungere le case in alto sulla collina e i boscaioli sono pochi per spegnere le fiamme.

    Gesù sorride pensando al dilagare della Sua dottrina nel mondo che distruggerà le eresie, come il fuoco sta distruggendo tanti aspidi nella valle, ma poi allarga le braccia e dice: “Arrestati! Muori! Lo voglio.” Come se un grande moggio fosse calato a soffocare le fiamme, il fuoco in poco tempo si spegne e i boscaioli si guardano sorpresi domandandosi quale angelo abbia operato il miracolo.

    Poi vedono Gesù e capiscono che è stato Lui a salvare le loro case e i loro beni e si gettano sulla cenere ai Suoi piedi, ma Lui risponde che dovrebbero preoccuparsi ancora più di salvare le loro anime e usare sempre molta prudenza anche nelle cose spirituali, poiché quel fuoco è dovuto a qualche scintilla sfuggita a un adulto o a un ramo acceso gettato per gioco da un bambino.

    L’incendio materiale una volta fermato lascia un terreno dissodato pronto per le coltivazioni mentre la cenere è un concime, ma nel campo spirituale non è così.

    Dovranno fare un contro – fuoco alle insinuazioni dei Suoi nemici con una fede sempre più forte e una ferma volontà di essere di Dio.

    Poi chiede a quei boscaioli ospitalità per le donne che li accompagnano, ma essi si dicono ben lieti di accoglierli tutti nelle loro case povere e umili ma pulite.


    442 Giuda Iscariota a Nazareth da Maria.


    Giuda si presenta alla casetta di Nazareth molto presto la mattina sperando di non essere visto da nessuno. In realtà alcuni si accorgono di lui ma fingono di nulla e se ne vanno.

    Un altro invece sta su un albero a guardarlo e alla fine lo chiama e gli dice che Maria sta in una casa vicina, presso una vecchia morente, e poi la va ad avvisare che c’è qualcuno che la cerca.

    Giuda vuole persuadere Gesù a costituire un regno terreno e farsi aiutare da Maria in ciò. Per questo, cerca di giustificarsi per il suo comportamento a Tiberiade, dicendole che le romane gli hanno dato del pazzo e che lui agisce per il bene di Gesù, ma Maria lo dichiara mentitore e piange perché lui non si cura di salvare la sua anima e dal momento che dice di aver passato la notte sveglio per parlare con lei, lo manda a dormire mentre gli prepara un pasto.



    443 La morte del nonno di Marziam.


    Marziam è contento di andare a rivedere il nonno, ma egli sta per morire.

    Il nipote gli dice che presto avrà del denaro che gli permetterà di licenziarsi da Giocana e di essere accolto da Pietro e Porfirea come lui. Intanto gli porta delle vesti di canapa, ma il vecchio dice che ormai non gli servono più.

    Gesù, a Sua volta, assolve il vecchio da tutto quanto possa avere commesso di colpe e di omissioni e dei moti dell’animo contro la carità e verso chi l’ha odiato.

    Il vecchio risponde che ci si addormenta in pace con l’aiuto di Gesù, poi si accascia. Marziam gli dà un poco di miele e il nonno lo accetta ma è contento che il nipote sia ancora più buono del miele.

    Marziam piange dicendo che resta solo, ma Pietro lo conforta dicendogli che c’è lui, Porfirea e ci sono tutti gli apostoli. Il vecchio sente la fine vicina e annaspa.

    Il Maestro intona il salmo 120 e poi il 121. Nel frattempo il vecchio spira e Gesù gli chiude gli occhi, poi dice a Marziam che quel vecchio ha avuto la grazia di morire sul petto del Salvatore e che per lui nipote c’è Dio che lo ama per tutto il mondo.



    444 Elogio di Marziam. Lezione sull’unico precetto dell’amore, sulla salvezza dei pagani virtuosi e sui meriti dell’Uomo-Dio.


    Gesù insegna che non si può dire di amare Dio, se non si ama il prossimo: la Carità inizialmente era un solo comandamento. Sono stati gli uomini a separare l’amore del prossimo da quello di Dio, dando valore solo a questo, ma così facendo in realtà non amano neanche Dio.

    Alla fine del mondo ci saranno solo due regni: il Paradiso e l’Inferno e non più quattro poiché cesseranno il Purgatorio e il Limbo, quest’ultimo dove resteranno fino a quel giorno i pagani giusti che hanno seguito la loro religione credendo che fosse quella vera.

    Per acquistare meriti bisogna fare con sforzo qualcosa di superiore alla nostra natura:

    - non basta mangiare, ma semmai mangiare parcamente per dare quello che si risparmia ai poveri;

    - o lo stare zitti, ma il non rispondere alle offese;

    - o il sacrificare la propria vita per amore del prossimo.

    Pertanto, il più povero degli uomini può essere il più ricco di tutti beneficando i fratelli con la propria preghiera e sofferenza.

    Senza la Carità sono vani i riti, le preghiere e le offerte.

    Se sapremo amare, Dio sarà con noi sempre.


    445 A Tiberiade, durante una tempesta, il ritorno dell’Iscariota e due parabole. L’arrivo di Maria Ss., che intercede per Samuele di Ester.


    A Tiberiade, Pietro prevede una burrasca e dice ai garzoni di mettere al sicuro le barche.

    Gesù comanda a due discepoli di chiedere se qualcuno Lo ha cercato al portinaio di Giovanna di Cusa; e ad altri ordina di andare a procurare cibo per tutti poiché “non è giusto gravare sulla famiglia del discepolo.”

    Mentre Lui sta appoggiato ad un muretto, arriva l’Iscariota che afferma di averLo cercato invano a Cafarnao negli ultimi giorni.

    Gesù gli risponde che solo chi è in colpa non si sente in pace, neanche quando è separato dall’amico e Lui è un amico misericordioso; perciò lo invita a confidarsi. Gli dice anche che Pietro aveva commesso la sbadataggine di confidare a un altro apostolo una cosa che doveva rimanere segreta e tuttavia Gliel’aveva confessata, e invita, invano, l’Iscariota ad avere anche lui l’umiltà di confessare le sue colpe.

    Poi, mentre stanno riuniti in casa del discepolo Giuseppe, lo Zelote chiede a Gesù di raccontare un parabola, ma Lui risponde che le parabole saranno loro di grande aiuto nella predicazione e invita Simone a raccontare lui stesso una parabola.

    Allora lo Zelote dice che una vite cresceva tra le case e viveva con la poca umidità che traeva dalla terra per mezzo delle radici, ma le foglie venivano imbrattate dalla polvere, dal fumo delle case e dagli escrementi degli uccelli e la vite cresceva stentata, finché non venivano le piogge a ripulire le foglie.

    Lo stesso avviene all’uomo che non crescendo isolato negli orti di Dio, ma in contatto col mondo esterno e guai a lui se non si pulisce con l’acqua proveniente dal Cielo, che monda dalle impurità e nutre tutto l’io.

    Gesù aggiunge che a differenza della vite l’uomo ha il libero arbitrio e può muoversi per cercare l’acqua del Cielo e sfuggire la polvere, il fumo e l’ardore della carne, delle passioni e del demonio.

    Poi, un bambino chiede una parabola sulla mamma.

    Il Maestro, allora, dice che la mamma ti veglia, ti cura, ti insegna, guarda che tu non ti faccia del male e ti tiene sotto le ali del suo amore come una colomba con i suoi nati. La mamma va ubbidita e amata perché fa tutto per il nostro bene. Dio fa lo stesso, molto più perfettamente di qualsiasi mamma.

    Intanto arriva Maria che chiede a Gesù di andare a Nazareth per convertire Samuele che è stato la causa di morte, per dolore, di sua madre Ester e ora sembra un demente per il rimorso.

    Gesù risponde che non può convertire uno che non si pente, ma Maria insiste tanto. Alla fine il Maestro la lascia tornare a Nazareth incaricando Giuseppe e l’Iscariota di accompagnarla. Quest’ultimo fa molte difficoltà anche perché ha paura dei dementi, ma il Maestro lo rassicura dicendogli che Lui ha provveduto a farlo uscire dallo stato di follia.

    Giovanna domanda a Gesù se ora si recherà da lei, ma ottiene come risposta che lei potrà sempre andare da Lui quando vorrà, mentre ci sono molti che sono legati al loro lavoro e perciò bisogna che sia Lui ad andare da loro.



    446 Arrivo e accoglienze a Cafarnao.


    Porfirea si avvicina alla barca sulla quale è Marziam e lo abbraccia dicendogli che lo amerà anche per lui (il nonno), poi va a riunirsi a quelli dell’altra barca per venerare il Maestro prima che se ne impadroniscano quelli di Cafarnao.

    Infatti, molta gente si avvicina a Gesù, compreso Giairo. Ognuno lascia il posto a chi è più di riguardo di lui. Il Maestro si informa sull’attività dei Suoi discepoli e poi va verso la campagna per poter stare in mezzo a tutti senza dover fare preferenze.



    447 Discorso sulla misericordia nella sinagoga di Cafarnao. Un affronto di Eli il fariseo, minacciato dal centurione.


    Gesù parla sulla porta della sinagoga, per essere udito sia da quelli che stanno dentro, sia da quelli che hanno trovato posto nel giardino di Giairo.

    Dev’esserci stato qualche contrasto poiché qualcuno grida che essi non possono permettere che Lui venga insultato, ma Gesù risponde che devono rispondere sempre con la mitezza ai nemici, poiché i figli dell’ira sono figli del secolo e delle loro passioni e non possono stare con Lui.

    Infatti Sennacherib, che credeva di poter osare tutto, fu ucciso dai suoi stessi figli e a Davide non fu concesso di costruire il Tempio a Dio, poiché aveva sparso troppo sangue.

    E Davide lo accettò e formulò una preghiera che Lui ora recita insieme ai presenti. Domanda poi a loro se essi, per essere iracondi, non vogliono edificare in loro la dimora di Dio in attesa di andare nella dimora sua, eterna e gaudiosa?

    Poi, si fa dare un rotolo da Giairo contenente il capitolo 5 di Geremia dove legge: “Girate per le vie di Gerusalemme… e io le userò misericordia… se vi trovate un uomo che pratichi la giustizia.”

    Aggiunge che qui a Cafarnao Lui ha beneficato molte persone, eppure solo poche di esse ora sono presenti e gli altri hanno già dimenticato, con l’aiuto del Male che lavora sempre.

    Dovrebbero lavorare anch’essi, ma con l’amore.

    Il fariseo Eli si sente offeso e grida che essi – scribi e farisei -non sono il Male.

    Il centurione, però, gli ordina subito di uscire e lo avvisa che farà un rapporto al proconsole, ma Gesù chiede ai militi di non entrare in quel luogo sacro e di rispettare la canizie di Eli che, però, ricambia dicendo che ora ha le prove della Sua complicità con Roma ma alla fine l’ingrato Eli finisce col chiedere a Lui di far cambiare idea al centurione, ma gli è risposto che sia lui stesso ad andare a dirgli che il Maestro lo invita a usargli pietà; e infatti il centurione annulla l’ordine.

    Gesù si accorge che i Suoi apostoli, perfino Pietro, Tommaso e Giovanni guardavano con sdegno il fariseo e si sarebbero compiaciuti di un castigo per lui, e domanda loro se ha dei seguaci o dei demoni. Poi auspica che sia l’ultima volta che si comportano così.

    Infine, dice che è inutile parlare nella sinagoga: le prossime volte lo farà sulle barche, nel lago.



    448 Raduno di barche sul lago e parabola provocata da Pietro, che subisce un giudizio.


    Vedendo barche di romani, Pietro afferma che se fosse lui il padrone del lago proibirebbe a quei pagani viziosi di danneggiare chi fa la pesca con i loro fumi, incensi e fanali.

    Gesù, però, è contento che non sia lui il padrone, poiché il vero Padrone è Dio, e l’uomo non si dovrebbe azzardare a giudicarne la condotta. Quelle barche, infatti, appartengono a pagani che vogliono conoscere la Verità. Pietro, allora, lascia il timone per correre a chiedere perdono al Maestro, ma ciò causa uno sbandamento della barca che rischia di affondare. Per fortuna Matteo prende lui il timone e impedisce la sciagura.

    Ad ascoltare il Maestro sono venuti anche parecchi da Magdala che passano i loro fanali a quelli della barca di Gesù affinché Lui sia ben visibile a tutti.

    A questo punto il Maestro racconta in forma di parabola quel cattivo giudizio di Pietro e domanda ai presenti se Dio avrà perdonato la sfiducia in lui e il rischio di far morire affogati quelli che stanno nella sua barca.

    La maggior parte di loro risponde di no.

    Gesù, però, afferma che Dio non vede in lui materia di colpa, poiché la colpa c’è quando c’è volontà di peccare, conoscenza di peccare e persistenza a voler peccare anche dopo che si è conosciuto che quell’azione è peccato.

    Quando una persona fa un atto apparentemente buono ma pensa di fare peccato, pecca come se facesse un atto cattivo. E viceversa.

    Ad esempio, se uno sa che un nemico è un malato al quale il medico ha proibito di bere, e gli dà dell’acqua e ne causa la morte, fingendo di essere mosso dalla compassione, non fa un’opera di misericordia poiché il suo fine è malvagio.

    Al contrario, se un figlio impedisce al padre di ubriacarsi, e fa lui da capo famiglia pur facendo soffrire il padre per salvarlo da morte, non pecca ma fa una cosa buona poiché la sua volontà è buona.

    Ancora, non pecca il soldato che non consente alla strage e uccide il nemico poiché così gli è imposto dalla dura legge della guerra.

    Stiano attenti quelli che fanno parte del popolo di Israele, poiché l’eccessivo e disordinato amore di religione e di patria è egoismo e conduce al peccato, poiché semina nel cuore una mala volontà che fa ribelli a Dio e ai suoi comandi.

    La superbia fuma nell’egoista e offusca la verità, inizia il processo dei perché, passa al dubbio, al distacco dall’amore e dalla fiducia in Dio e nella sua giustizia e dal timore di Dio e del suo castigo. E quando l’uomo ha in sé solo mala volontà Dio non perdona, ma finché l’uomo ha buona volontà e fa anche atti spontanei di virtù, allora giunge alla Verità; e il Padre amoroso si curva ad aiutare e a perdonare quei figli che hanno buona volontà.



    449 Il piccolo Alfeo disamato dalla madre.


    E’ ancora molto caldo, ma Gesù non vuole lasciare queste zone senza che Lo abbiano ascoltato, perciò ordina agli apostoli di prendere provviste e vestiti per vari giorni e chi non si sente di andare resti pure qui.

    Allora Pietro, con Andrea e i figli di Zebedeo, va preparare le barche, mentre i rimanenti preparano i cibi.

    Vicino a Gesù, c’è un bambino che scoppia a piangere. Gli domandano che cosa abbia ma lui piange più forte.

    Allora i grandi cominciano a ipotizzare che pianga perché ha visto la frutta e la vorrebbe o perché si sente male, ma alla fine l’Iscariota tenta di staccarlo dalle ginocchia di Gesù e grida: “Ma insomma cosa vuoi?”

    “Con Te!…Vai via … e botte, botte, botte” risponde il bambino.

    La padrona di casa spiega: “Poverino! Da quando la madre si è risposata, i figli del primo marito sono come mendichi, come non nati da lei… “ e aggiunge che quella donna è un vipera.

    Gesù va da quella madre che al vedere il bambino dice:

    “Sei qui, sempre in giro come un cane randagio…” e Gesù risponde: “Come un figlio senza madre… Con la memoria del primo marito, hai perso anche la memoria dei tuoi figli. Che cosa ha questo bambino di diverso rispetto a quello che stai aspettando?”

    La donna risponde che il suo stato merita rispetto ma Gesù le domanda se non meriti rispetto anche la sua anima. Tuttavia, non riesce a farle cambiare idea.

    Allora, porta il bambino con sé e salendolo sulla barca annuncia agli apostoli che ora hanno un nuovo discepolo.



    450 Miracoli nel borgo presso Ippo e guarigione del lebbroso Giovanni.


    Appena qualche pescatore del sobborgo sul mare di Ippo riconosce Simone di Giona e i figli di Zebedeo comprende che è arrivato il Rabbi di Galilea e si affretta ad annunciarlo a tutti, sicché si riunisce una grande folla che ricorda i due indemoniati che furono liberati e in cambio molti maiali precipitarono nel lago.

    C’è una donna sterile che chiede la grazia di avere un bambino poiché il marito quasi la odia e si rivolge a Sua madre per ottenere il miracolo ma Maria le dice che la fede deve essere rivolta a Dio e l’accompagna dal Figlio.

    Un vecchio cieco cerca Gesù da tempo, ma arriva sempre dopo che Lui è partito da una città e vorrebbe che qualcuno lo accompagnasse da Lui.

    Due giovani portano la madre malata su una barella.

    Infine, c’è Giovanni, un anziano lebbroso nel bosco che, si dice, ha fatto molto bene e ha preso la lebbra probabilmente ospitando degli estranei, gli sono morti prima i figli, poi la moglie ed è rimasto solo e nonostante tutto ciò ha continuato ad avere fede in Dio, a trasmetterla agli altri e ha chiesto che gli portino il Messia quando capiterà nella zona.

    Ora essi conducono Gesù da lui. Il lebbroso si avvicina e grida: “Ecco l’Agnello di Dio che viene a sanare il dolore del mondo. Gesù… pietà di me!” Afferma anche di sentire una voce interiore che grida: “Ecco l’Atteso! E’ venuto a premiare la tua fede.”

    Gesù gli risponde: “ E se io non potessi nulla e la tua fede andasse delusa?”

    “Direi che ciò è volontà dell’Altissimo e continuerei a credere e ad amare.” Il Maestro, però, si compiace di tanta fede e vuole che lui si risanato. E la sua pelle in poco tempo appare rimessa a nuovo.



    451 Discorso, nel borgo presso Ippo, sui doveri dei coniugi e dei figli.


    Fede, speranza e carità sono le virtù a cui Gesù aveva esortato come capaci di resistere ad ogni evento penoso e mezzo sicuro per ottenere grazia da Dio in questa vita e nell’altra.

    Tutti la mattina dopo stanno attendendo che Gesù esca dalla casa che lo ospita.

    Egli benedice le case, gli orti e le barche ma aggiunge che ciò per essere fruttuoso richiede il loro buon volere: l’uomo non deve essere un despota, né della sposa, né dei figli, né dei servi, ma un giudice giusto e tuttavia senza debolezza, casomai nel dubbio è meglio essere debole che duro, poiché l’eccesso di bontà punisce essa stessa l’uomo che ne fa uso.

    Anche la sposa deve essere giusta, dare ubbidienza al marito, senza però degradarsi per colpevoli condiscendenze, anche perché un giorno il marito potrebbe diventare sospettoso riguardo alla sua fedeltà.

    Faccia che la sua castità imponga allo sposo quel ritegno che si ha per cose pure e la guardi come sua simile e non come una schiava o concubina da rigettare quando non serve più. La donna sia paziente e materna col marito e lo consideri come il primo dei suoi figli.

    La moglie sia laboriosa, poiché ciò giova all’onestà e alla borsa. Non allontani il marito onesto con stolte gelosie, né creda di riconquistarlo con le proprie ire se egli è infedele, ma con un comportamento serio e virtuoso, senza bronci e sgarbi, dignitoso e amoroso.

    Non dia ai suoi figli il cattivo esempio di tornare in famiglia divorziando o cercando compenso in un finto amico né tolga loro il diritto ad avere almeno la madre, una madre giusta che sia anche sorella e amica dei suoi figli, una madre che dia soprattutto l’esempio. Tutti i figli devono essere amati, anche quelli non buoni, come fa Dio, per tentare di farli buoni col tempo.

    Non giudicate dalle apparenze. Nell’aldilà vedrete come un attimo di gloria nel cielo sarà più vasto della più trionfale vita di uomo che sia mai esistita.

    E i figli a loro volta siano sottomessi ai genitori e imparino così a ubbidire anche a Dio che non vedono.

    Infine sarà santa quella casa in cui per la giustizia dei padroni, si fanno giusti anche i servi e i garzoni. E questi si comportino bene per non disgustare il padrone e un legame di amore di prossimo colmi la divisione tra servi e padroni.



    452 L’ex-lebbroso Giovanni diventa discepolo. Parabola dei dieci monumenti.


    Gesù con i Suoi torna dall’ex - lebbroso Giovanni che si dichiara pronto unirsi ai Suoi discepoli, poiché ormai non ha più nessuno e la sua casa è probabilmente in rovina dopo quindici anni di abbandono.

    Gesù, però, gli dice di restare per il momento a predicare la Buona Novella a Ippo, Gamala, Afeca e paesi vicini.

    Giovanni accetta volentieri pur riservandosi di chiamare qualche altro discepolo per farsi istruire di più.

    Gesù poi dice che il Cielo accoglie chi è senza macchia ma Dio porge l’aiuto a rialzarsi a chi ha sbagliato purché si penta e umilmente.

    E racconta una parabola.

    Un uomo aveva due figli e un tesoro. Un giorno rivelò loro come ottenerlo.

    Dovevano seguire un sentiero difficile e assolato che portava in cima a un monte. Lungo il percorso si trovavano dieci monumenti sui quali si trovavano scritte tre parole: amore, ubbidienza, vittoria. Non si dovevano lasciar ingannare da sentieri più semplici e comodi.

    Uno dei fratelli dopo una parte dell’ascesa decise di seguire uno di questi sentieri più facili e ombreggiati pensando che il padre avesse voluto farsi beffe di loro.

    L’altro figlio invece, nonostante le tentazioni, continuò a seguire il sentiero indicato dai monumenti. Nel decimo di essi trovò anche tracce di sangue del padre. Finalmente arrivò sulla vetta e trovò il padre ad attenderlo, che gli disse che il fratello non avrà il premio perché non è tornato indietro quando si è accorto che il suo sentiero non conduceva alla vetta.

    Poi Gesù spiega che i dieci monumenti rappresentano i dieci comandamenti, e il sangue su uno di essi è quello che Lui verserà per far avere agli uomini il Tesoro facendo candida e forte la loro anima.



    453 Arrivo a Ippo e discorso in favore dei poveri che vengono sanati. Guarigione dello schiavo Aquila.


    Anche molti del sobborgo sul mare ora sono a Ippo con gli abitanti del luogo. Gesù comincia il Suo discorso dicendo che questa città è bella e prospera, ma sono presenti anche uomini che hanno lavorato per costruirla ma si sono ammalati e sono diventati dei mendicanti.

    Allora perché oggi voi non date loro un pane senza che debbano elemosinarlo e un giaciglio senza che debbano dividere le tane con gli animali selvatici, un soccorso alle loro malattie, che curate potrebbero dare loro modo di fare ancora qualcosa senza avvilirsi in un ozio forzato e mortificante? Non vi bruciano la coscienza quelle monete che riponete nei vostri forzieri, sapendo che molti non hanno uno spicciolo per comperarsi il pane?

    Voi dite che credete nel Signore altissimo e osservate la Legge, che conoscete i Profeti e i libri della Sapienza. Mi avete detto che credete in Me e siete avidi della Mia dottrina. Ma allora dovete farvi il cuore buono poiché Dio è Amore e prescrive amore e anche i profeti, i libri della Sapienza e la mia Dottrina prescrivono amore. I sacrifici e le preghiere sono vani se non fa loro da base l’amore del prossimo.

    Dite che vorreste essere miei discepoli per predicarmi. Potreste farlo benissimo: questi che vengono a voi con le vesti lacere sono coloro che attendono la Buona Novella, ma come possono essi credere che Dio è loro Padre se sono privi di ciò che gli uccelli dell’aria hanno? Come possono credere che bisogna amarsi come fratelli di fronte alle durezze del prossimo? La provvidenza c’è è Dio vi concede l’onore di esserne i ministri.

    Il Regno dei Cieli è aperto a tutti purché si sappia vivere nella giustizia, che consiste nella pratica della Legge e nell’esercizio dell’amore.

    Ricchi spogliatevi delle vostre ricchezze e comperate con esse il Regno dei Cieli. Poveri, spogliatevi del vostro avvilimento e venite sulla via del vostro Re.

    Dio promise che avrebbe risparmiato Sodoma e Gomorra se vi avesse trovato anche solo dieci giusti. Risparmiate la punizione alla vostra città con la vostra giustizia.

    Molti si offrono di ospitare il Maestro, ma egli sceglie di restare con i poveri e di dividere il pane con loro. E intanto, dal momento che vede la fede dipinta sui loro volti e nei loro cuori dice loro: ”Vi sia fatto ciò che chiedete.” In breve, storpiati, ciechi, estenuati tornano in buone condizioni e si sentono capaci di bastare a loro stessi e le loro grida rimbombano nelle piazze.

    Un romano domanda se quello che ha fatto è solo per quelli del popolo ebraico.

    Gesù gli risponde che il Suo potere è universale, come il Suo amore e la Sua dottrina. Allora, il romano dice che ha uno schiavo che soffre molto perché la paralisi lo sta uccidendo lentamente…

    Gesù gli assicura che l’unica schiavitù che Gli fa ribrezzo è quella del peccato ostinato, di chi non si pente e che il suo schiavo è guarito e invita il romano a guarire dal suo errore e a entrare nella vera fede.



    454 Maria Ss. e il suo amore di fusione con Dio. Ira dell’Iscariota contro il piccolo Alfeo.


    Maria d’Alfeo dice che Gesù farebbe bene ad affidare il piccolo Alfeo alla vedova Sara di Afech che lo ha chiesto.

    Maria SS esprime il dubbio che sia giusto toglierlo alla madre, ma la cognata le risponde che non sarebbe giusto nemmeno che gli uomini tolgano il Figlio a lei, torturandoLo e uccidendoLo.

    Maria risponde che da ciò, però, deriverà la Redenzione del genere umano e che lei da quando ha accettato di essere la madre del Salvatore, ne ha accettato anche le conseguenze, poiché la sua volontà deve fondersi con quella di Dio Padre.

    Allora la cognata ammette che anche lei preferirebbe vedere i suoi figli uccisi dagli uomini, piuttosto che saperli nemici di Dio.

    Gesù decide di accamparsi qui per entrare all’alba in Gamala. Gli rispondono che l’anno scorso Lo hanno supplicato di andarsene… e Lui ribatte che allora non avevano l’animo in pace per accogliere la parola di Dio. Poi promette alla vedova Sara che se Dio giudicherà opportuno che il piccolo Alfeo ritrovi amore, penserà a lei.

    Il Maestro decide che le donne dormano in una grotta su uno strato di eriche e di felci lasciate probabilmente da pastori ad asciugare e gli uomini all’aperto sull’erba.



    455 Affidamento della Chiesa alla maternità di Maria. Discorso, presso Gamala, in favore dei forzati.


    Gesù si sveglia per primo, si alza e si immerge nella meditazione.

    Poi cerca acqua per lavarsi e riordinarsi i capelli e la barba e, sull’esempio degli uccelli, la trova sulle corolle di grossi fiori o su foglie larghe e pelose. Allora, va a vedere gli apostoli che sono ancora addormentati. Tra le donne è già sveglia Sua madre. Lei dice che ha sognato come un fiume d’oro che Gli uscisse dalla bocca, con un suono di una dolcezza indicibile e si domanda come farà a ringraziare l’ Eterno di averla fatta madre Sua.

    Gesù le risponde che è già preparato il sacrificio che lei dovrà consumare per questa lode perfetta. E in quell’ora sarà l‘Amore eterno a pensare per lei. Nessuno di questi capisce, poiché Satana crea i fumi affinché essi non vedano e siano più facili ad essere piegati.

    Sin da ora le affida la Sua Chiesa e la invita a non respingere i tarati come Giuda e a insegnare a Pietro e agli altri a soccorrere anziché a respingere. E nei secoli sia sempre colei che intercede e protegge, difende e aiuta la Sua Chiesa. Lei soltanto potrà mutare i decreti di castigo dell’Eterno per uno o per molti, poiché nulla la Triade potrà negare al suo Fiore.

    Ormai tutti sono svegli e si mettono in cammino verso Gamala. Si imbattono in schiavi o condannati che lavorano sodo all’ordine di un romano che agita la frusta e sta per colpire un lavoratore sfinito che vacilla e si siede.

    Gesù gli dice che non gli è lecito farlo e chi non usa misericordia non troverà misericordia.

    Dei passanti intuiscono che si tratta del Rabbi galileo e corrono a chiamare i loro compaesani di Gamala.

    Presto arriva la popolazione di tale città con i suoi notabili per ascoltare Gesù, il quale li invita a recarsi presso quei lavoratori e a far loro interrompere il lavoro, se possono. E così fanno.

    Gesù fa dare dagli apostoli un cibo da uomini ai lavoranti e si fa dare quello che era destinato a loro (pane e posca - in realtà una crosta dura, degna di bestie, con acqua e aceto). Quando essi hanno finito di mangiare, comincia a parlare dicendo che si stanno facendo delle fortificazioni inutili poiché se Dio vuol punire un popolo non c’è fortificazione che tenga.

    Si dovrebbe piuttosto fare quello che il profeta dice, di abbassare le cime della superbia, raddrizzare le vie storte della concupiscenza, levare gli ostacoli della sensualità dal proprio cammino e allora apparirà la gloria del Signore e l’uomo avrà la difesa di Dio contro i nemici materiali e spirituali.

    Adesso, essi guardano con compassione quei loro fratelli, ma dovrebbero andare oltre e pensare che anche questi hanno un pensiero e un’anima e che un giorno erano sani, liberi e felici. Domani potrebbero trovarsi nella loro situazione quelli che ora stanno bene.

    Poi, rivolgendosi soprattutto a quelli che forse hanno versato sangue umano o si sono appropriati di ciò che non era loro, afferma che è volontà di Dio che essi con l’espiazione annullino il loro debito verso l’Amore.

    Anche quelli che ora sono liberi e felici devono preoccuparsi di preparare in loro il Regno di Dio per non essere colti impreparati nel momento della prova.

    Pure gli stranieri devono farlo, poiché tutti i popoli sono chiamati a far parte del nuovo popolo del Signore e solo chi finge di rispettare il Decalogo ne sarà escluso.



    456 Commiato da Gamala e arrivo ad Afeca. Monito alla vedova Sara e miracolo nella sua casa.


    I cittadini di Gamala la mattina dopo si vantano delle bellezze della loro città e affermano che i loro rapporti coi romani si limitano alla costruzione, ma per la religione essi sono fedeli al Decalogo.

    Gesù li ammonisce che la loro fedeltà non sia solo formale, altrimenti quelle fortificazioni non serviranno a nulla ed essi conosceranno orrori peggiori di quelli antichi e per molto più tempo.

    Infine il Maestro riesce a sfuggire agli abitanti che Lo vorrebbero trattenere e si avvia verso Afeca.

    La vedova Sara mostra i suoi boschi e i suoi frutteti ben coltivati e si dispiace di non avere eredi a cui lasciarli.

    Gesù le risponde che lei si preoccupa stoltamente delle cose della terra che sono di ostacolo alla perfezione e, peggio ancora, rischiano di traviare il bambino.

    Lavori, dunque, alla propria santificazione se vuole che le sia dato un bambino.

    Comunque, Sara accoglie Gesù e i Suoi nella propria casa. Domanda alle serve come è andata durante la sua assenza. Le rispondono che il servo Giuseppe ha fatto dei danni e un altro, Elia, si è spezzata una gamba, che ora è lucida e temono che vada in cancrena.

    Sara chiede misericordia per lui e per lei stessa poiché non saprebbe come fare senza quel servo ora che ce n’è molto bisogno.

    Il Maestro dice al servo Samuele che lo faccia venire da Lui, sulle sue gambe, ma egli risponde che neppure Gamaliele potrebbe farlo.

    Allora va a dirglielo Sara e scappa per non vedere quella gamba lucida ma poi rimane sorpresa al vedere che ora quel servo corre meglio di uno sano, si getta ai piedi di Gesù e dice che non ha esitato a credere di poter muoversi poiché aveva sentito parlare di Lui dai Suoi discepoli.

    Invece di convincersi di fronte al miracolo, Samuele grida che è una magia e ammonisce la padrona che sta violando le leggi contro maghi e indovini.



    457 Discorso, ad Afeca, dopo una disputa tra credenti e non credenti. Sara diviene discepola.


    Nel fondaco di Sara, Gesù parla o piuttosto risponde alle domande che gli vengono fatte. Ne nascono discussioni tra i presenti, molti dei quali sono stranieri o di passaggio.

    Un siro-fenicio dice che Gesù è il vero Atteso poiché ne ha visto i miracoli e ha sentito i Suoi discorsi divini.

    Il giudeo fa lo scandalizzato dicendo che il vero Messia è re, non un falso rabbi mendicante. Un altro, però, gli obietta che i sapienti sono poveri perché onesti, non come i loro sacerdoti e falsi rabbi parati di oro e prepotenza.

    Gesù allora racconta l’episodio di Aronne e Mosè che in occasione della rivolta del popolo ebraico nel deserto furono incaricati da Dio di colpire una pietra del monte dalla quale scaturì l’acqua per dissetare il popolo e il suo bestiame.

    Aggiunge che anche oggi il popolo israelita protesta contro Dio perché è soggetto allo straniero e vorrebbe che Lui si proclamasse re per essere liberato, ma Lui risponde di essere Re degli spiriti e che è venuto a portare una liberazione ben più ampia, a perseguire la santificazione, ma Israele resta chiuso e duro, specialmente nei suoi grandi.

    Gesù fa per accomiatarsi da Sara, ma lei gli chiede di poter essere Sua discepola, perché Pietro l’ha aiutata a cambiare il suo modo di pensare. Lei lascerà Samuele a dirigere i suoi traffici e destinerà i guadagni ai bisognosi e anche alla madre di Alfeo, se vorrà riprendersi il bambino.



    458 Una guarigione spirituale a Gherghesa e lezione sull’uso dei doni di Dio. Rientro a Cafarnao.


    Ai bordi del lago la gente riconosce Gesù e accorre per ascoltarLo. Tra la folla si fa largo una donna, Arria, pagana convertita all’ebraismo la quale supplica Gesù di guarirle di nuovo il marito Simeone ebreo

    Gesù le risponde che non può guarirlo poiché è tornato a fare l’usuraio e il ladro e non ha mantenuto la sua promessa di restituire il mal tolto a chi poteva e di darlo ai poveri negli altri casi. Per questo, la moglie deve scegliere tra la guarigione al prezzo di farlo indurire ancora più di cuore e andare alla dannazione eterna, oppure di restare malato e convertirsi.

    La donna sceglie con dolore la conversione del marito.

    Anche lui conferma che preferisce accettare la cecità prevista dal medico, piuttosto che la dannazione.

    Poi Gesù:

     -           ai presenti raccomanda di perdonare quell’uomo affinché anche Dio lo perdoni e perdoni loro, e di non ricordargli più le sue colpe, né usargli disprezzo, rancore o ironia.

    Ognuno ha un poco di responsabilità verso il prossimo. Guai a chi dà scandalo e anche a chi respinge con l’intransigenza chi si è appena messo sulla strada del bene.

    Anzi con l’amore si può evitare la tentazione che favorisce la ricaduta.

     -           spiega agli apostoli che è meglio non ricevere un dono – salute, prosperità, affetti, missione se di essi si fa un uso cattivo.

     Al contrario, anche la morte è un dono se esso evita nuovi peccati e coglie l’uomo quando è riconciliato col Signore.



    459 Il perdono a Samuele di Nazareth e lezione sulle cattive amicizie.


    Samuele è preso dal rimorso di aver causato la morte della madre, percuotendola semplicemente perché gli aveva detto di essere buono.

    Gesù gli risponde che sono anni che la stava uccidendo, da quando aveva smesso di essere giusto e Lui glielo aveva detto. Ora deve essere grande la sua giustizia per annullare il suo debito.

    Gli consiglia di mettere sul conto dell’espiazione il maltrattamento che ha subito da un apostolo (l’Iscariota) e pensi che quando si agisce male ci si mette nella condizione di essere giudicati.

    Poi Gesù parla delle amicizie: è sbagliato pensare che i giudizi cattivi degli altri non ci causino alcun male.

    All’origine dei cattivi comportamenti ci sono sempre i cattivi amici e Samuele conferma che è vero.

    Bisogna capire quali sono i veri compatrioti, amici o parenti, sentendo i loro giudizi, le loro azioni o le azioni che vorrebbero da noi.

    Se in essi non c’è del bene, dobbiamo limitarci a usare carità con tali persone loro, poiché sono degli infelici che hanno lo spirito malato, ma diffidare di loro e non seguire i loro consigli, né imitare le loro azioni.

    Consiglia, anche:

     di diffidare di coloro che ci coprono di lodi, dopo averci combattuto, o di chi dice che un marito adultero è fedele, un fannullone è un buon lavoratore e un ladro è un onesto. E’ uno che vuole essere aiutato a far del male a qualcuno che lui odia;

     E di essere prudenti come serpenti poiché il mondo è un serpaio e chi non vigila perirà;

     Fatto questo, vivere in alto sulle rupi in semplicità, come le colombe;

     e, infine, di pregare poiché Satana sibila intorno a noi e giubila quando un discepolo di Cristo perisce.



    460 Farisei a Cafarnao con Giuseppe e Simone d’Alfeo. Gesù non nasconderà alla Madre l’ora del Sacrificio.


    E’ sabato e Gesù va con Bartolomeo a guarire i malati. Raccomanda loro, però, di non dire che sono stati guariti affinché i farisei non ne facciano un capo d’accusa contro di Lui, e anzi di andare in una casa lungo la strada per Magdala, affinché i farisei non li trovino e non scoprano che sono stati guariti di sabato.

    Per tornare al paese seguono un altro percorso, sono visti dalla gente e un vecchio chiede che il Maestro parli loro. Lui risponde che ci sono i sinagoghi che, se buoni come Giairo, fanno conoscere al popolo la volontà di Dio e in futuro, quando non ci sarà più Lui, saranno i Suoi discepoli a farlo al Suo posto.

    Comunque, raccomanda loro di conservare la Sua parola che è Luce e scoprire per mezzo di essa e della Carità le loro imperfezioni e dissiparle, così da non tornare più come erano prima.

    Intanto è arrivato Giuseppe d’Alfeo insieme ad alcuni farisei che chiedono a Gesù se è vero che Lui accarezza il popolo per servirsene in una sommossa.

    Gesù risponde che Lui considera buona l’ubbidienza, la rinuncia, la povertà, l’umiltà e la carità e non insidia le potenze degli uomini. In realtà sa che essi vorrebbero che non parlasse alle turbe, ma fingono di desiderare che vada a predicare anche in Giudea e che non divida il popolo.

    Giuseppe Gli raccomanda di accontentarli affinché Lo appoggino, ma il Maestro gli fa capire che è ingenuo nel credere alle loro parole e alle loro lodi, gli dice che non cambia mai, che si allontani poiché Gli causa dolore e che non riveli alla madre e ai fratelli questi consigli stolti.

    Poi arrivato a casa dà ordini affinché le due Marie siano riportate a Nazareth e assicura alla madre angosciata che questo non è l’ultimo addio prima della Passione e che comunque, come lei desidera, quando arriverà quel momento, glielo farà capire.



    461 Un complotto per l’elezione di Gesù a re. Il greco Zenone e la lettera di Sintica con la notizia della morte di Giovanni di Endor.


    All’arrivo a Tiberiade, Gesù fa scendere le due Marie e poi incarica gli apostoli di avvisare la gente che Lui parlerà a Tarichea, poi si dirige verso la casa di Giovanna di Cusa. Qui comprende dal piccolo Mattia che si sta organizzando un complotto per sostituire Gesù a Erode come re di Israele. Poi Giovanna glielo conferma, ma il Maestro le risponde che anche i Suoi amici rischiano di comportarsi come nemici con la loro testarda idea di voler fare di Lui un Re di un piccolo Stato e ribadisce che Lui è un re ma non di questa terra e che instaurerà il Suo Regno col Suo Sangue.

    Poi, accoglie Simone e l’inviato da Antiochia, Zenone, che porta una lettera di Sintica nella quale lei comunica che Giovanni di Endor è morto e che quantunque lei fosse desiderata come insegnante da personaggi altolocati ha preferito trasferirsi presso la famiglia di Zenone - che sotto la scorza di barbaro è un brav’uomo – che potrà essere molto utile alla Chiesa poiché ha molti amici in Grecia, Asia minore, perfino in Iberia e tra le stesse milizie romane.

    Sintica afferma che anche tra i gentili vi sono spiriti onesti che anelano al Bene e sono stanchi di odio, vizio e durezza, capaci di dare le vita una volta che si sia data loro una fede. Lei si adopererà per far conoscere Gesù a persone di tutte le razze.

    Infine Gesù si apparta con la madre per farle conoscere la parte della lettera che Lui non ha letto agli apostoli, poiché vi si parla del perdono che Giovanni dà all’Iscariota sapendolo principale responsabile del suo allontanamento di Gesù e del tradimento del Salvatore.


    462 Discorso e guarigioni alle sorgenti termali di Emmaus di Tiberiade.


    Accomiatandosi da Giovanna, Gesù le chiede di convincere Cusa e gli altri, che sono in errore quando vedono in Lui un re temporale.

    Poi esce a piedi verso le terme alle quali si sta recando molta gente, alcuni per curare i propri mali, altri per chiedere l’elemosina.

    Una donna Gli parla di sua figlia esangue e Lui le dice di non portare la figlia alle sorgenti, poiché invece di acquistare salute perderebbe la purezza dell’anima, poiché sono luoghi di licenza degradante. Poi le promette che la giovane guarirà.

    Molti malati sono nelle portantine e Gli gridano: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me.”

    Il Maestro dice che la misericordia apre la porta alla grazia. Pertanto, siano misericordiosi per ottenere misericordia e che i due terzi di loro sono malati perché egoisti o concupiscenti. Aprano la porta alla fede e all’amore e abbattano l’egoismo, la concupiscenza e la superbia; inoltre, diano un obolo e saranno guariti a dimostrazione che Lui è quello che dice di essere, il Cristo del vero Dio.

    I presenti gettano monete e anche gioielli nel lembo del manto alzato e teso da Lui, che poi fa distribuire tutto il denaro ai mendicanti. (Fa, invece, restituire i gioielli poiché non c’è sul posto chi li compri, ma assicura che Dio apprezza l’intenzione e concederà ugualmente la guarigione).

    Poi, grida: “Padre, fa risplendere te, nel Figlio tuo. In tuo nome io ordino ai morbi: “Andate.” E i malati si rialzano, gli storpi si raddrizzano, i paralitici si muovono e il popolo grida gli osanna.



    463 A Tarichea, discorso sulla natura del regno messianico e conversione di una meretrice. Gesù cede ad un invito di Cusa vincendo l’opposizione di Pietro.


    Gesù dichiara alla folla di Tarichea che gli ebrei hanno del Messia di Dio un’idea limitata, quella di potenza umana, di un trionfatore sui popoli che dominano Israele al momento, ma come potrebbe il vero Dio trattare un popolo diversamente da un altro, quando tutti sono stati creati da lui?

    Un padre è tale anche se il figlio è ignorante e stolto e si preoccupa di istruirlo e renderlo saggio, con lacrime, castighi salutari, perdoni misericordiosi. A maggior ragione lo fa un Dio, che vuole riunire tutti gli uomini sotto un solo scettro e un’unica dottrina perché siano tutti fratelli e figli di un unico Padre.

    I gentili, a loro volta, considerano dio chi ha forza bruta o astuzia o potenza acquistata in qualche modo e contemporaneamente marciume di passioni scatenate.

    Lui è il Cristo mandato a salvare gli uomini. Chi metterà in pratica le Sue parole diventerà un dio, figlio di Dio in un Cielo in cui non è corruzione e dove l’Amore è l’unica legge.

    La Sua dottrina porterà giustizia tra le nazioni, nel senso che se venisse applicata non ci sarebbero più odi, guerre e sopraffazioni.

    Amate l’unico Dio e il prossimo vostro e ripudiate gli idoli e le passioni che vi fanno duri di cuore, aridi, sensuali, ladri e omicidi, poiché come l’acqua sporca di fango evaporando ridiventa pulita, così può fare chi abbandona i suoi errori.

    Si fa avanti una donna confessando di essere peccatrice e infanticida e aggiunge di essere stata guarita nel corpo a Emmaus, ma vorrebbe esserlo anche nell’anima. Gesù le risponde che è perdonata e le raccomanda di non peccare più.

    Intanto si presenta anche Cusa pregandolo di andare urgentemente da lui e dai suoi amici. Gesù gli risponde che sa già che cosa vogliono dirgli, ma Cusa insiste e vuole portarlo con la sua barca a Tiberiade.

    Pietro protesta temendo che si tratti di un tranello, ma Gesù lo tranquillizza poiché non è ancora la Sua ora.



    464 Nella casa di campagna di Cusa la tentata elezione di Gesù a re. La testimonianza del Prediletto.


    Gesù afferma di essere venuto per dimostrare di non essere vile, poiché Lui non ha colpe né verso gli uomini né verso Dio, poiché è la giustizia divina quella che gli uomini dovrebbero temere.

    Fa presente che Lui teme soprattutto i falsi amici e l’ingiusto zelo degli amici veri che non hanno ancora capito il discorso di Bétèr.

    Cusa ha organizzato una cena e dopo di essa manda via i servi e manifesta le loro intenzioni: è chiaro ormai dai fatti, dai miracoli che compie che Lui è l’atteso Messia di Israele e dunque essi hanno deciso di mettere insieme le loro ricchezze e di far sì che il popolo sia liberato dagli oppressori stranieri e dai loro corrotti complici interni.

    D’altronde, gran parte del popolo è dalla parte del Maestro.

    Gesù risponde con un no secco, poiché Lui è stato mandato a fondare un Regno spirituale, a liberare gli uomini dalla schiavitù satanica, dal peccato, dall’errore, dalla carne, dal gentilesimo, dall’idolatria.

    Aggiunge che il diavolo li ha fatti cadere in una falsa interpretazione dei segni e delle Scritture, sotto la spinta di interessi personali, preconcetti, esaltazioni, cattivo amore di patria in cui il popolo perirà misconoscendo il suo Re, che li perdona e invita quelli tra loro che sono retti di cuore a non essere i servi inconsci del male.

    Lo accusano, allora, di averli compromessi, ma Lui ricorda che è maledetto chi colpisce di nascosto il suo prossimo, accetta doni per condannare a morte l’innocente e che molti furono inceneriti da Dio per molto meno. E se ne va, allontanandosi come portato via dal vento sicché non riescono più a trovarLo.

    Si ferma sotto una quercia e piange. Giovanni, che insieme agli altri apostoli, aveva seguito Gesù in barca, si era poi tuffato in acqua e si era nascosto nei paraggi della villa di Cusa per scoprire se Gesù veniva rapito o altro. Ora Lo sente piangere e si avvicina a Lui per sapere che è successo. Gli risponde che volevano farlo re, un povero re di questo mondo, alcuni in buona fede, altri per denunciarLo e toglierLo di mezzo.

    Lo incarica di rivelare queste cose il giorno in cui gli uomini diranno che Lui era un comune capo popolo, che era solo uomo o solo spirito, che non aveva sofferto tentazioni o non aveva pianto, di affermare che invece rifiutò di diventare re, poiché Lui, Figlio di Dio, non poteva accettare ciò che è terreno e fasciare la Luce di Tenebre, che aveva preso carne per redimere le carni e le anime e il mondo per instaurare il Suo Regno nei cuori prima di instaurarlo nei Cieli in eterno.

    Finita la visione, Gesù fa notare alla Valtorta l’umiltà di Giovanni che scrivendo il suo vangelo non nomina mai se stesso, ma dice “il discepolo che Gesù amava” oppure “l‘altro discepolo” e simili.

    Suggerisce inoltre a tutti noi di pensare a quello che avremmo fatto se ci fosse stata offerta una corona di re per fini apparentemente buoni.



    465 A Betsaida per un incarico segreto a Porfirea e partenza affrettata da Cafarnao.


    Gesù si fa accompagnare dal solo Giovanni a Betsaida. Lì va alla casa di Pietro per chiedere a Porfirea di non mandare Marziam a Gerusalemme in occasione della Pasqua, affinché non sia sottoposto a una prova troppo dura per lui, nell’occasione della Sua Passione. Quantunque ciò violi il precetto, l’ubbidienza a Dio è più importante e comunque Lui lo assolve in anticipo.

    Ora porterà con sé Marziam affinché possa stare con Lui e gli altri apostoli per alcuni mesi.

    Poi, Gesù incontra la vecchietta che abita vicino alla madre del piccolo Alfeo e le comunica che arriverà una vedova che, insieme a lei, avrà cura del bambino e dei suoi fratelli.

    Si incontra con gli altri apostoli che lo vedono afflitto e stanco e lo interrogano e invitano a riposarsi, ma Lui risponde che ha perso un giorno e deve recuperarlo per avere il tempo di andare al Settentrione.



    466 La sosta presso gli anziani coniugi Giuda e Anna.


    Gesù arriva presso la casa dei due vecchi coniugi Giuda e Anna, che pur essendo molto affezionati alla loro casa, sono pronti a metterla a disposizione di Gesù e dei Suoi discepoli, ma Lui si limita a chiedere loro di aiutare la vedova del falegname di Corozim ed essi promettono di prendere con loro le due figliolette di quella donna come aiutanti delle loro anziane serve.

    Quanto alla loro bambina morta a tre anni, dice che lei li attende in Cielo e che bisognerebbe preoccuparsi piuttosto dei figli adulti che non seguono troppo le vie del Signore.

    Inoltre, acconsente alla loro richiesta di avere con loro Marziam per due settimane per andare con lui a Gerusalemme.



    467 Parabola della distribuzione delle acque. Perdono condizionato per il contadino Giacobbe. Avvertimenti agli apostoli mentre vanno a Corozim.


    Gesù racconta la parabola seguente:

    Un ricco padrone aveva delle terre vicine a un lago e aveva abbondanza di acque.

    Fece allora costruire dei canali affinché anche i suoi servi vicini avessero l’acqua necessaria alla loro vita, ai loro animali e piante, anzi ne procurò loro in abbondanza con l’incarico di darla ad altri, ma essi preferirono pensare solo a loro e negarono l’acqua agli altri dando loro bastonate e aizzando contro di loro i cani.

    Quando il padrone lo venne a sapere, mandò i contadini che avevano le terre ricche di acqua in quelle che non ne avevano e viceversa, raccomandando i nuovi fortunati di dare parte della loro acqua a quelli che ora ne erano privi.

    Chi è ricco è solo il depositario della ricchezza con l’ordine di distribuirla a chi ne è povero e anche chi non è ricco ha spesso possibilità di dare un qualche aiuto ad altri che non hanno nulla.

    Ora Lui non potrà più tornare ad essere misericordioso verso i bisognosi, perciò incarica i presenti di essere buoni verso chi non ha nulla.

    Intanto arrivano gli apostoli che raccolgono gli oboli per i poveri.

    Dietro di loro si avvicina Giacobbe che riconosce di essere un peccatore e di essere stato punito e ora vorrebbe essere perdonato, ma Gesù gli risponde che non si è curato di convertirsi e perciò sarà perdonato solo se in futuro cambierà vita.

    Poi dice agli apostoli che andranno verso i confini settentrionali, passando anche in città dove Lui è odiato, ma ora l’odio è più forte di prima, però è dissimulato sotto la forma di onori.

    Anch’essi dovranno guardarsi da chi finge di onorarli o fa loro dei doni e offre loro una vita agiata. Infatti, anche Sansone fu ingannato in questo modo e asservito agli stranieri. Dovranno perciò preferire una vita sobria, come gli uccelli che scelgono una vita parca e il riposo su una frasca piuttosto che una gabbia dorata e il cibo abbondante ma in balia dei capricci degli uomini.



    468 Un ravvedimento di Giuda Iscariota e gli episodi che illustrano la sua figura.


    Gesù sta passeggiando. Sorride ammirando la bellezza dei fiori e il canto di un usignolo. E quando arriva Giuda lo fa sedere accanto Lui e gli dice che gli animali sono grati a Dio di quello che hanno e cantano pure se non hanno nulla, e sono sempre felici, salvo che li faccia infelici l’uomo che è cattivo, irrispettoso, prepotente, crudele e più ha dentro dei rimorsi e più diventa crudele anche con gli animali.

    Giuda è contento che Gesù gli abbia parlato così, confessa di avere l’anima turbata, poiché ha il diavolo del senso e chiede al Maestro di tenerlo sempre con Sé, si scusa di averLo tenuto sveglio, dice che gli resta duro ammettere di avere peccato.

    Il Maestro gli risponde che bisogna evitare il peccato per non dover ammettere di essere un peccatore. Il proprio ioè un grande amico, un grande tentatore, un grande nemico e un grande giudice ma Lui non è così, perciò vada sempre da Lui quando si sente debole.

    Dopo la visione Gesù afferma che l’immagine di Giuda è stata molto svisata nel corso dei secoli e ultimamente parecchi ne hanno fatto un secondo grande artefice della Redenzione o pensano che il suo tradimento sia stato la conseguenza di un improvviso e feroce assalto del Tentatore. Al contrario, quanto più la colpa è grande più occorre una preparazione nel tempo. Lo stesso succede nella salita alla santità. Non si arriva al delirio satanico se non si è aspirato per anni con voluttà l’alito dell’Inferno. Oggi la gente nega il diavolo perché lo ha tanto in sé da non accorgersi nemmeno che esiste.

    Poi benedice i pochi presenti e se ne va.



    469 Commiato dai pochi fedeli di Corozim.


    Non è ancora l’aurora quando Gesù si incontra con gli apostoli che hanno in mezzo a loro il piccolo falegname Giuseppe che si è alzato appena sveglio per timore di non vedere Gesù.

    Solo poche persone sono venute. ma Gesù dice che comunque il seme è stati gettato e un giorno germinerà per opera di Giuseppe e di altri, grazie alla loro bontà.

    Raccomanda al piccolo discepolo di essere buono e lavoratore, perdonare chi non li ama, essere riconoscente a chi fa loro del bene vedendo in loro Dio, anziché oziare, non invidiare chi è ricco per poter godere molto, non mettere la volontà propria avanti a quella di Dio.

    Non siano egoisti al pensiero che Lui li lascia poiché tante persone ancora non Lo hanno visto mai e magari moriranno senza averLo visto e tuttavia dovranno credere ugualmente in Lui e alle Sue parole per poter avere la vita eterna.

    Poi benedice i pochi presenti e se ne va.



    470 Lezione sul matrimonio ad una suocera che è scontenta della nuora.


    Una donna si lamenta della nuora che è bisbetica e senza rispetto, ma Gesù la esorta a persuaderla alla bontà con la bontà. Deve esserle madre anche se lei non le è figlia. I suoi difetti le sembrerebbero così gravi se fosse su figlia? Se sua figlia le dicesse che è maltrattata nella casa dello sposo che lei direbbe?

    Se è una sposa fedele, premurosa verso il marito e i figli, se ha dato il nome della suocera anziché quello della propria madre alla figlia, come può dire che non la rispetta?

    La vecchia si giustifica dicendo che ora il figlio non l’ama più come prima, ma Gesù le risponde che lei stessa avrà diviso il suo amore tra lo sposo e i genitori e che non deve essere egoista, poiché la Scrittura stessa dice che “l’uomo lascerà la casa di suo padre e si unirà alla moglie e i due saranno una sola carne” e poi Mosè ha previsto il comandamento “Onora il padre e la madre”.



    471 Filippo si esalta pensando all’èra messianica. Respinto l’invito ad andare a Giscala, Gesù illustra la nozione del peccato al levita Giuseppe detto Barnaba.


    Gesù si alza per primo e va a rinfrescarsi per primo in un ruscello, poi sveglia gli apostoli addormentati tra l’erba a prepararsi anche loro.

    Filippo vede il Maestro guardare lontano e suppone che abbia presenti le profezie che annunciano sventure contro altre nazioni e la grandezza di Israele il cui Messia sarà sovrano dei re della Terra, ma Gesù gli risponde con le profezie che il Figlio dell’Uomo dovrà bere il fiele e l’aceto e vestirsi con la porpora del Suo Sangue, ma non si sorprende che secoli di errori e di peccati impediscano, per ora, perfino agli apostoli di capire la Scrittura.

    Poi si imbattono in due discepoli e in un levita che Lo invitano ad entrare in città per giudicare un caso, ma Gesù risponde loro che è inutile giudicare ciò che è stato già giudicato e che rappresenta un omicidio premeditato.

    Uno dei discepoli chiede di poter restare qualche giorno con Lui e, malgrado l’opposizione degli apostoli diffidenti che lo ritengono una spia, è accolto da Gesù.

    Egli dice che è impossibile non peccare dal momento che ci sono seicentotredici precetti da osservare oltre i dieci della Legge e inoltre bisogna rispettare le tradizioni, le decisioni, le benedizioni, le preghiere…

    Il Maestro gli risponde che Dio è Amore, prima ancora che Giustizia, Potenza e Rigore; e che occorre piena avvertenza e perfetto consenso della volontà per peccare. In realtà Dio ha imposto solo Dieci comandi e, quando sarà restituita agli uomini la Grazia di Dio sarà sufficiente amare Dio sopra ogni cosa e amare il prossimo come se stessi.



    472 La nuova Legge e la richiesta insidiosa di un giudizio su un fatto accaduto a Giscala.


    Gesù afferma che chi non è contro di Lui è con Lui e che non si può pretendere che Gamaliele, il più grande rabbino del momento in Israele, lasci tutta la sua sapienza rabbinica per prendere Lui, quando gli stessi Suoi apostoli non Lo prendono, ossia non accolgono la Sua dottrina, ma sono ancora dominati dalle durezze dei farisei.

    Poi vanno insieme alla sinagoga, ma Gesù lascia che sia il sinagogo a spiegare la Scrittura.

    Quando esce, si fa avanti il discepolo di Gamaliele, questa volta con altri tre uomini che Gli domandano di giudicare il caso di un uomo che era stato lontano da casa quattordici mesi e ritornando aveva trovato che la moglie aveva partorito un figlio che non poteva essere suo. Allora, l’ha uccisa e ha rifiutato di prendersi cura del bastardo. Allora, è stato ucciso lui in base alla Legge. L’adultero è fuggito e si è rifugiato a Cèdes, rifiutando però il bastardo.

    Il Maestro afferma che non solo Lui non difende le prostitute, ma afferma che l’adulterio consumato è delitto contro Dio e che anche chi desidera la donna altrui commette adulterio. Inoltre, perché il marito aveva trascurato la moglie così a lungo? Lui stesso era immune dal peccato di adulterio? Anche i giudici sono colpevoli perché motivati da opposti sentimenti di vendetta personale. L’unico innocente è il bambino ma chi di voi sarà caritatevole verso di lui?

    In futuro, quando gli uomini saranno stati fortificati dalla Grazia, sarà Dio a punire i peccati di adulterio e di omicidio.

    Infine afferma che Lui è venuto a perfezionare la Legge, non ad abolirla e prega che Dio li perdoni per questo nuovo tranello che Gli hanno teso.

    Poi dispone che quel bimbo sia portato, in nome Suo, a Sara di Afec Sua discepola, a Cafarnao.



    473 Guarigione di un bambino cieco di Sidone e un insegnamento per le mogli di oggi.


    Gesù e gli apostoli escono da una sinagoga insieme alla folla.

    Fuori, tra i malati in attesa c’è un bambino cieco e che, su sollecitazione della madre, grida: “Pietà di me, Gesù!”

    Il Maestro si affretta ad andare da lei che Gli dice di avere altre tre bambine, ma che non potrà avere altri figli poiché è diventata sterile.

    Afferma di essere venuta perché crede che Lui che ha aperto occhi che non vedevano è in grado di creare anche dei globi oculari per il suo bambino, essendo l’Atteso e Suo Padre ha creato il mondo.

    Gesù prega per un poco e poi, con le mani sulle palpebre del bambino, dice: “Vedi! Lo voglio! E loda il Signore.” Poi alla madre dice che la sua fede sarà premiata e che il marito tornerà a volerle bene.

    Allora la donna confessa che, infatti, il marito aveva intenzione di ripudiarla poiché voleva un figlio maschio che continuasse i suoi affari ed ereditasse le ricchezze paterne e che le aveva giurato che, se lei gli avesse riportato il figlio guarito, non l’avrebbe più lasciata.

    Dopo la visione, Gesù dice a Maria Valtorta:

    - che è più facile per Dio creare due occhi che riportare la concordia tra due coniugi, poiché questa non dipende solo da Lui, mentre normalmente non fa violenza alla libertà umana;

    - che vuole far riflettere le donne all’umiltà rispettosa di quella loro sorella, che stava dalla parte della ragione, visto che non aveva colpa del difetto di nascita del figlio.

    Quantunque fosse trascurata dal marito, animato per di più dall’intenzione di ripudiarla, era rimasta una sposa fedele e sottomessa come vuole Dio ed è insegnato dalla Scrittura.

    Troppe volte le donne non sono più vere compagne dello sposo ma semplici ospiti della sua casa.

    Se il coniuge le tradisce, fa male, ma ciò non giustifica il fare altrettanto. Peggio ancora, quando non rendono bene per bene e amore per amore.



    474 Una visione che si perde in un rapimento d’amore.


    Mentre gli apostoli spesso parlano camminando, Gesù preferisce meditare, salvo rispondere – senza mai stancarsi, neanche di dover ripetere le medesime cose - alle domande che Gli sono rivolte, per chiarire dubbi. altrimenti guarda le cose e le creature con amore.

    Nessun poeta o artista potrà rendere visibile alle folle lo sguardo di Gesù uscente dalla riunione sensibile con la Divinità.



    475 Un sospetto di Pietro e digressione sugli ebrei. La pietà di Abele di Betlemme per i propri nemici.


    Già adesso la gente dimentica i benefici ricevuti al punto che essi spesso devono dormire all’aperto poiché nessuno li ospita.

    Pietro, però, sospetta che c’è qualcuno che va a riferire tutto a certa gente, per avere un utile umano, senza pensare che quella è capace di distruggere denuncianti e denunciatori.

    Gesù gli risponde che fa bene a non mescolare l’utile umano alle cose spirituali, ma l’avvicinamento di quella gente a volte consente di portarne qualcuna alla Luce; e che tuttavia è preferibile un eccesso di scrupolo religioso – non mescolando utile umano a quello soprannaturale – al passare sopra a tutto pur di ricavarne un utile umano.

    La via è frequentata da gente che va a Gerusalemme per la festa dei Tabernacoli.

    Tra loro c’è anche Abele che fu salvato da Gesù da un’ingiusta condanna per un omicidio commesso da altri, che furono poi puniti con la lebbra.

    Egli prega Gesù di andare con lui a parlare con due – che ora sono pentiti - di quei tre che giurarono falsamente contro di lui ed è disposto a offrire la propria vita pur di salvare le loro anime.



    476 Lezione sul modo di curare le anime e il perdono ai due peccatori divenuti lebbrosi.


    Arrivando in una zona in cui sono dei lebbrosi provenienti da paesi pagani, Abele dice a Gesù di essere solito portare loro del cibo in vista del sabato e che essi non si interessano dell’anima.

    Il Maestro gli risponde che fa bene poiché con le opere di misericordia corporale si finisce con l’essere amati e col rendere disponibili i beneficati anche alle opere di misericordia spirituale.

    Bisognerà ricordare che non esistono due anime uguali tra loro. I loro modi di reagire sono diversi e l’unica cosa efficace con loro è l’amore, non il nome, il vestito, la funzione esercitata e non si dovrà studiare un testo uguale per tutti, ma le anime stesse.

    Si dovrà avere pazienza e fortezza per curare il marciume senza mostrare schifo per esso per non avvilire il piagato. Tuttavia anche la falsa pietà per paura di far soffrire la parte marcia, fa incancrenire il male. Nel contempo bisogna avere prudenza per non esacerbare i cuori e non infettarsi al contatto dei peccatori.

    Tutte le virtù necessarie al maestro e medico di anime si trovano nell’amore a Dio.

    Intanto, raggiungono il punto in cui stanno i due lebbrosi e Abele li avvisa della venuta di Gesù.

    Essi si precipitano a invocare il Suo perdono poiché Lui è l’Amore. Lui risponde che però su di Lui c’è il Padre che è la Giustizia. Essi hanno peccato troppo e uno di loro ha violato tutti i comandamenti. Essi lo ammettono e Aser dice di rinunciare ai suoi beni affinché siano devoluti ai figli di Gioele rimasti in miseria essendo stati derubati dagli altri fratelli dopo che la loro madre era stata lapidata come adultera.

    Alla fine, Gesù, oltre a concedere loro il perdono, promette che guariranno quando Abele tornerà da Gerusalemme e che sarà lui ad accompagnarli dal sacerdote per la purificazione. Però, li ammonisce che oltre ad astenersi dal peccare di nuovo in futuro, dovranno compiere atti di giustizia per annullare completamente il loro debito verso Dio.



    477 A colloquio con la Madre nel bosco di Matatia. Le sofferenze morali di Gesù e di Maria.


    Giovanni accompagna Maria da Gesù e poi li lascia per andare a lavarsi.

    Maria ha portato vestiti nuovi per l’inverno a Gesù poiché, dice, i vestiti degli uomini, quando questi stanno lontani dalle loro donne, non devono aver bisogno di essere riparati per essere in ordine. Per lei quelli vecchi, aggiustati e tinti vanno ancora bene, ma “Lui è Gesù.”

    Gli ha portato anche del pane fresco e del miele poiché sa che Gesù ha mangiato pane e ulive così salate da mordere le fauci.

    Poi Gli parla di Giuseppe di Alfeo, che a modo suo, da vecchio israelita, Lo ama e che ha tenuto testa a certi signori di Cafarnao che erano andati da lui affinché spingesse Gesù ad accettare una corona.

    Ora, Giuseppe va da lei a farsi spiegare la Scrittura e vorrebbe vedere Gesù alla festa dei Tabernacoli, ma Lui risponde che non è possibile poiché deve evangelizzare località vicine a Gerusalemme e deve evitare di essere visto, altrimenti Lo caccerebbero, comunque non è più perseguitato di prima, anzi alcuni che prima gli erano ostili ora cominciano a riflettere e i Suoi apostoli si stanno perfezionando.

    Maria vorrebbe essere con Lui, per proteggerLo e confortarLo ma Lui le risponde che ciò sarà possibile in primavera e allora lei si stabilirà a Gerusalemme e non si vedranno più qui se non dopo il compimento di tutto.

    Dopo la visione Gesù dice alla Valtorta che Lui ha dovuto straziare Sua madre con l’attesa della Sua sofferenza. Perciò ora le dà tutta la gioia.

    Maria ha dovuto soffrire per noi anche di essere considerata la madre di un folle, di dover raggiungere Lui qua e là, dei successivi addii e di dover stare a contatto con Giuda di Keriot.

    E Lui ha sofferto anche al dover vedere le sofferenze della madre, oltre che di essere schernito, odiato, calunniato, di fronte alle menzogne dei farisei che tendevano tranelli, a quelle dei beneficati che poi Lo accusarono nel Sinedrio, alle menzogne di Giuda che si fingeva discepolo e di Pietro per paura umana; e, infine, al vedere che abbiamo il Suo nome sulle labbra ma poi seguiamo la legge di Satana e preferiamo la morte alla vita eterna.



    478 A colloquio con Giuseppe e Simone d’Alfeo che vanno alla festa dei Tabernacoli.


    Giuseppe e Simone d’Alfeo attendono Gesù nel luogo che è stato loro indicato da Maria SS. e si addentrano in un vigna per non essere notati dai passanti. Giuseppe comincia subito con l’ammettere che è stato uno stolto, come tanti altri a non riconoscere in Gesù il Messia atteso, però ora chiede a Gesù di farsi conoscere da quelli che contano, cioè da quelli del Tempio.

    Il Maestro, però, gli risponde che ha già parlato e che Lo odiano per questo e Giuseppe ribatte dicendo che deve insistere e allora Lo adoreranno, ma deve farlo subito, poiché il popolo è stanco degli oppressori.

    Gesù risponde che alcuni Lo adoreranno ma che Lui deve fare la volontà del Padre e che è odiato perché il mondo non vuole la Luce che rivelerebbe la malvagità delle sue opere.



    479 Con Giovanni presso la torre di Jezrael in attesa dei contadini di Giocana.


    Giovanni appare molto stanco, ma dice che Lui lo è di più. Poi rivela quello che gli ha lasciato capire Maria SS., cioè che Gesù presto li lascerà ma prima dovrà soffrire molto.

    Anche lui, come gli altri, è restio a comprendere come Gesù dovrà redimere il popolo. Gesù gli dice di andare a cercarsi un ricovero per la notte, ma Giovanni vuole restare con Gesù per non doversi rimproverare nulla.

    Allora Gesù gli dice che si metteranno vicino ad una porta di Jezrael, così da ripararsi in caso di pioggia. Consumano il poco pane che hanno e qualche fico trascurato dai ragazzi e dagli uccelli che Giovanni riesce a cogliere, prima di sprofondare nel sonno.



    480 Partenza da Jezrael dopo la visita notturna dei contadini di Giocana.


    Al mattino Gesù sveglia Giovanni, che si dispiace di non aver potuto salutare i contadini di Giocana, ma il Maestro gli assicura che lui potrà farlo in futuro.

    E’ soprattutto dei più infelici che i Suoi discepoli dovranno occuparsi in futuro, sostenendoli con la fede e consolandoli con la speranza del Cielo.



    481 Arrivo ad Engannim. Macchinazioni di Giuda Iscariota per sventare un’insidia.


    Giuda ha detto menzogne ai farisei che facevano troppe domande su Gesù e altri apostoli dicono che esse non piacciono al Maestro, comunque Lui tiene conto dei suoi consigli di seguire un percorso atto a trarre in inganno i nemici.

    Poi, Gesù trascura di mangiare per potersi riposare poiché non tocca più un letto da una settimana.

    Più tardi, Bartolomeo va da Lui e lo trova a piangere e ne dà la colpa a Giuda, ma Giovanni afferma che il Maestro soffriva già da prima di incontrarsi coi discepoli, perché ha troppi dispiaceri, da quelli per Sua madre, a quelli di chi non Lo comprende e degli infelici.



    482 In cammino con un pastore samaritano la cui fede viene premiata.


    Gli apostoli chiedono informazioni ai pastori sulla strada per sapere se il sentiero che stanno seguendo è quello che conduce alla via carovaniera che porta a Pella.

    Anzi, un pastore consiglia loro di attendere un poco, così andrà con loro affinché non sbaglino percorso e non si imbattano nei ladroni e afferma che gli piacerebbe conoscere il profeta che si dice sia sorto in Israele e che è stato presentato come l’Agnello di Dio dal Battista.

    Afferma anche che dei farisei hanno chiesto che se qualcuno Lo vede corra avanti ad avvisarli poiché desiderano farGli la festa.

    L’Iscariota risponde in modo ambiguo per non far capire al pastore che quel profeta è con loro.

    In seguito, Gesù lo rimprovera dicendo che anche se detta con un fine buono, è sempre riprovevole poiché l’animo si abitua ad immaginare la menzogna e le labbra a proferirla.

    Il pastore, poi, dice che ha accolto come aiutante un orfano di un uomo, padre di undici figli, che era stato condannato dopo aver involontariamente travolto un soldato col suo carro e che suo figlio invece si è spezzato una gamba e secondo i medici morirà.

    Comunque, continuerebbe a tenere alle sue dipendenze, per compassione, quel ragazzo anche se suo figlio venisse guarito da quel profeta.

    Spiega che lui non ha colpa di essere nato samaritano e che Dio ha promesso di perdonare la colpa di Adamo per mezzo del Redentore e lui crede che se il Messia conoscesse il suo dolore ne avrebbe pietà

    Intanto arrivano al bivio dove devono separarsi, per andare la comitiva di Gesù verso la via carovaniera e il pastore alla sua casa, ma lui offre loro la possibilità di passare la notte nel suo ovile. Gesù lo ringrazia, gli promette che Dio lo consolerà e prosegue con gli apostoli.

    Poco dopo sentono chiamare il Rabbi: è il pastore che vuole venerare Gesù poiché suo figlio è guarito, ma essi si addentrano di corsa in un bosco e sfuggono alle ricerche fatte anche con l’aiuto di un cane.

    Gli apostoli domandano: “E se la bestia ti avesse trovato?”

    Il Maestro risponde che Dio può imporre la sua volontà anche agli animali, come può imporla alle malattie e agli elementi o ai demoni.



    483 Gli apostoli discutono sull’odio déi giudei. I dieci lebbrosi guariti in Samaria.


    Un samaritano ha detto che poiché Gesù è Dio, tutto il Male è contro di Lui e neanche tutto il popolo samaritano è stato mai oggetto di tanto odio come lo è ora Gesù.

    Tommaso sostiene che ciò è dovuto alla stoltezza, ma lo Zelote gli risponde che i nemici del Maestro sono dei posseduti.

    Giovanni, a sua volta, afferma che è la lotta delle Tenebre contro la Luce.

    Giuda si rallegra che si sia tornati a discutere, al punto che sembravano tutti cambiati e diventati come vecchi taciturni.

    Pietro non si sente cambiato, ma tutti sostengono il contrario: ora è diventato paterno ed austero.

    Lui risponde che non possono più essere illusi come i primi tempi, quando pensavano che bastasse parlare perché tutti passassero dalla loro parte. Invece ora sono consapevoli di quanto la gente faccia soffrire Gesù e da ciò deriva il loro cambiamento.

    A questo punto, dieci lebbrosi da un poggetto gridano: “Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di noi”.

    Per sfuggire ai lebbrosi, gli apostoli vorrebbero fuggire o entrare in città , ma Gesù continua per la Sua strada ed essi non possono fare altro che andare dietro a Lui.

    Gesù risponde ai lebbrosi che vadano a mostrarsi ai sacerdoti del loro paese, ma poco dopo uno di loro, vedendosi guarito, torna indietro a lodare il Dio Altissimo e il suo Messia, che ha concesso loro la pace; e continua con discorsi profetici.

    Gli apostoli chiedono a Gesù che lo faccia smettere altrimenti la gente non li lascerà proseguire, ma Lui domanda, come fece Mosè a Giosuè, se a loro dispiaccia che altri profetizzino.

    Tuttavia si ferma a dire a quell’uomo che la fede ha salvato in lui ben più che la sola carne e lo invita ad andare in pace procedendo nella Luce di Dio.



    484 Sosta obbligata presso Efraim e parabola della melagrana.


    Il mattino dopo Gesù pensa di essere sfuggito agli abitanti di Efraim, passando fuori dalla città ma essi Lo stanno aspettando e un notabile del paese Lo prega di fermarsi presso di loro e di parlare al popolo, poiché anch’essi sono figli di Abramo e rispettano la Legge più di quanto si faccia nel resto della Palestina, comportandosi almeno come fratelli.

    Il Maestro risponde che non può sostare poiché deve andare a Ensemes, raccomanda loro di continuare ad osservare il comandamento dell’amore del prossimo che unito a quello dell’amore di Dio costituisce il centro della fede antica e di quella nuova che Lui sta predicando e del Regno di Dio. Il Suo Regno, però, non è come lo immaginano gli uomini, ma un Regno spirituale al quale apparterranno tutti gli uomini della Terra che ebbero un’unica fede ed avranno un solo nome, quello di santi.

    Gli rispondono che Gli indicheranno una scorciatoia sicura che consentirà di giungere anche prima pur fermandosi un poco da loro.

    Gesù allora accetta di parlare dove stanno dopo avere mangiato il cibo che gli offrono e prende come spunto una melagranata: essa ha un dolce succo all’interno, ma guai a chi la morde senza togliere le separazioni amarissime tra una famiglia e l’altra di acini, si intossicherebbe le labbra e le viscere. Ugualmente avviene con le separazioni tra popolo e popolo e tra tribù e tribù: esse danno un’amarezza che avvelena lo spirito. Dio stesso ha la buona volontà di togliere queste separazioni mandando un unico Salvatore. Abbiano buona volontà anche gli uomini amandosi gli uni gli altri e allora verrà il Regno di Dio, regno di pace e di amore per tutti coloro che hanno retta volontà di servire il Signore Dio loro.



    485 L’arrivo con gli apostoli a Betania, dove sono già alcuni discepoli con Marziam. Astuzie dell’Iscariota.


    Gesù arriva a Betania ma le sorelle di Lazzaro neanche Lo riconoscono per via delle loro veglie e dei loro pianti.

    Sperano che il Maestro lo guarisca ma Lui, invece, domanda che cosa sanno loro delle operazioni e dei segreti di Dio e, perciò, esse ripiombano nel dolore. Allora, Gesù raccomanda loro di avere una fede sconfinata nel Signore e preannuncia grandi cose.

    A Lazzaro promette che starà molto con lui nei prossimi mesi e che in primavera rivedrà anche Sua madre.

    Poi si riunisce agli apostoli e l’Iscariota preannuncia che dirà delle mezze bugie - come il dire che non sa dove sta il Maestro in questo momento - per tener lontani i farisei da Gesù, il Quale lo disapprova, ma è troppo stanco per opporsi.



    486 Al Tempio per la festa dei Tabernacoli. Discorso sulla natura del Regno.


    Gesù è nel Tempio a pregare, oggetto delle attenzioni di amici e nemici e di affermazioni benevole e malevole.

    Poi il Maestro esce, torna nel portico dei Pagani e si mette nel posto più umile, in piedi, accostato a una colonna.

    Infine comincia a predicare parlando dei segni previsti dai profeti della venuta del Cristo preceduta dalla predicazione del Precursore, della sua morte e dei miracoli che continuamente avvengono confermando che Dio è col suo Cristo. Dice che Dio perdona il dubbio, ma non la superbia, che è il peccato di Satana e che deride Dio dicendosi più grande di lui, magari con i fatti, ad esempio affermando che non è possibile che il Cristo sia un galileo.

    Un fariseo domanda quando e come verrà il Regno di Dio se non se ne vede alcun apparato. Il Maestro risponde che esso non viene con gli apparati ma nei cuori, quando essi accolgono la Legge venuta dai Cieli e che rende cittadini del Regno: con la penitenza si prepara la venuta del regno e con l ‘amore cadrà la schiavitù del peccato che interdice agli uomini il Regno dei Cieli.

    Poi, rispondendo a una domanda, afferma che questa dottrina Gli è venuta con l’ascolto del Vivente, come pure non fu Mosè ma l’Altissimo a dare loro la Legge, eppure essi non la osservano, tanto è vero che cercano di ucciderLo e cercano scuse per farlo, come l’aver guarito un lebbroso in giorno di sabato dandogli modo di amare e benedire Dio, come essi praticano la circoncisione in giorno di sabato, semplicemente per farne un figlio della Legge.



    487 Al Tempio per la festa dei Tabernacoli. Discorso sulla natura del Cristo.


    C’è ancora più gente dei giorni precedenti e ve n’è molta anche nel cortile dei Gentili, che spera di poter ascoltare il Nazareno. Naturalmente sono presenti anche i soliti nemici: scribi, farisei e dottori tra cui qualcuno che afferma che quando verrà il Messia, non sarà un uomo come gli altri, tutto in Lui sarà eccezionale.

    Finalmente arriva Gesù il quale risponde a tali affermazioni con citazioni bibliche.

    Quando mai nella Scrittura Dio dice a un angelo: “Tu sei mio Figlio, oggi Ti ho generato.”?

    Semmai gli angeli, al pari degli uomini, sono stati creati anziché generati.

    Perciò, il Figlio è della stessa natura del Padre, quindi un Dio.

    E per poter redimere gli uomini deve espiare le loro colpe, assumendo la natura umana, però nascendo per opera di Dio non da seme di uomo macchiato dalla colpa originale.

    Alla fine Gamaliele chiede a Gesù se quel fremere delle pietre, di cui Lui ha parlato, significa un fremere dei cuori di pietra. Il Maestro risponde di no: saranno le pietre del Tempio a fremere e a fornire il segno promesso.



    488 Al Tempio per la festa dei Tabernacoli. Partenza segreta per Nobe dopo la preghiera.


    Gli apostoli raccontano a Gesù che altri Lo hanno cercato dovunque, ma per fortuna Lui non c’era: sono stati perfino da Giovanna, ma Cusa li ha cacciati come cani.

    Il Maestro è al Tempio per il terzo giorno e parecchi temevano che per prudenza o disgusto non vi sarebbe andato e che non avrebbero potuto più avere le Sue lezioni e le Sue grazie, ma Lui risponde che quando se ne sarà andato le Sue lezioni rimarranno in loro e chi avrà fede avrà anche le grazie. Oggi deve andare dai poveri molto malati.

    La gente si domanda cosa intendeva dire affermando che dove Lui è essi non potranno andare.

    A Sua volta, Gesù chiede di Mannaen che non è tra loro e Mattia Gli risponde che si sente in colpa. Allora, il Maestro gli fa sapere che vuole incontrarlo a Nobe.



    489 A Nobe. Parabola del re incompreso dai sudditi e miracolo sul vento.


    Gli abitanti di Nobe sono spaventati da un vento molto violento che sembra voler sradicare le piante e distruggere le case. Tuttavia, la gente avvisata dagli apostoli è uscita fuori a vedere il Messia, che invita un vecchietto a rientrare nella sua casa poiché per non rischiare di morire.

    Egli, però, risponde come il vecchio Simeone quando vide Gesù bambino al momento della presentazione al Tempio: non gli importa di morire ora che ha visto il Salvatore, anzi conoscendo le sofferenze che la Redenzione comporterà preferisce non assistere ad esse.

    Tuttavia, Gesù entra nella casa del patriarca insieme a lui e pure la gente del paese si pigia in essa, nel suo orto e nelle vicinanze.

    Allora il Maestro racconta la parabola del Re incompreso che quantunque facesse del bene al suo popolo ne era temuto o addirittura odiato. allora decise di parlare direttamente ai suoi sudditi. Molti lo capirono e amarono ma ve ne furono anche di quelli che si ostinarono nel loro odio e ve ne furono altri che fraintesero le sue parole, gli causarono danno e poi fuggirono dal suo cospetto per timore di lui.

    Il re, allora, disse loro di non temerlo poiché comprendeva che lo avevano frainteso e di ascoltare le sue parole per non persistere nell’ignoranza.

    Allo stesso modo fanno Dio e il Salvatore che vogliono portare gli uomini al Regno dei Cieli. In esso non possono entrare quelli che non seguono il Re e non imparano a comprendere il Suo pensiero e appena peccano, Lo sfuggono.

    Poi, finita la parabola, la folla si rifugia nelle proprie case e da dietro un muretto sbuca Mattia, seguito da Mannaen e Timoneo che si gettano ai piedi del Maestro ma Lui vuole abbracciarli e dice loro di non pensarci più.

    Intanto il vento continua molto violento e la gente teme grandi danni oltre che per l’incolumità degli uomini e dei ragazzi che sono andati al Tempio, perciò chiede pietà a Gesù, il quale esce di casa, prega e poi dice: ”Basta! Lo voglio.” Il vento ha un ultimo muggito, poi cessa di colpo. La gente stupita grida al miracolo e benedice Gesù.



    490 Al campo dei Galilei con i cugini apostoli. Dubbi sull’Iscariota e conversione del levita Zaccaria.


    Gesù prende con sé i cugini Giuda e Giacomo per salutare i galilei che si sono recati al Tempio.

    Vedendo Giairo, Gesù gli domanda se ha visto a Cafarnao la vedova di Afec, ma lui risponde di no, però ci sono dei bambini che assicurano che è molto buona con loro e che non è andata al Tempio perché aveva un bimbo piccolissimo e li ha incaricati di dire al Maestro che amerà quel bimbo con giustizia e di benedirLo.

    Sentendoli, Gesù raccomanda loro di amarla perché è buona e non solo perché dà loro le focacce e il miele e di imitarla poiché la misericordia è sempre premiata, e la misericordia verso i bambini, salvandoli dalla fame, sete, freddo e corruzione del mondo è infinitamente premiata.

    Poi chiede ai presenti di portare la Sua benedizione ai loro familiari che sono restati a casa ed essi Gli domandano se non tornerà da loro.

    Il Maestro risponde che tornerà dopo Pasqua e che, se si ammaleranno o avranno delle pene avranno Dio, se resteranno in Lui con la loro volontà.

    Dopo aver consumato il pasto con i galilei, Gesù ne chiama uno per paese per dargli l’incarico di distribuire ai bisognosi il denaro che Lui ha ricevuto per i poveri.

    Giuda di Alfeo dice a Gesù che dovrebbe essere diffidente nei confronti dell’Iscariota, che ha sempre del denaro, mentre essi non ne hanno, neanche quelli che sono ricchi come Natanaele.

    Giacomo aggiunge che in parte suo fratello ha ragione.

    Gesù gli risponde che quando non ci sarà più Lui non dovranno eliminare tutti quelli che sembreranno strani, ma cercare di convertirli. E gli raccomanda di riappacificarsi con i fratelli, scusandosi per le proprie colpe e non mettendo l’accento sulle proprie ragioni, inoltre tacendo e compatendo e, quando non si riesce più a sopportare, allontanandosi.

    Devono essere in pce anche con i nemici, che sono amici di Satana. Se li odiano, diventano anche loro amici di Satana. Con l’amore potranno conquistarne qualcuno e a queste vittorie devono pensare.

    Un levita si presenta a Gesù chiedendo di poter entrare tra i Suoi discepoli e che cosa deve fare nel frattempo. Il Maestro gli risponde di fare il suo dovere continuando a servire nel Tempio finché non verrà il tempo nuovo, di riflettere che va incontro alla sofferenza per avere in seguito la gloria nel Cielo e di istruirsi nella Sua dottrina e confermarsi in essa con i segni che verranno da Dio.

    Poi Gesù fa notare a Giacomo che quel levita solo un anno dopo l’ascolto della Sua parola si è deciso a entrare tra i discepoli.



    491 Al Tempio nell’ultimo giorno della festa dei Tabernacoli. Discorso sull’Acqua viva.


    Gesù, circondato da coloro che credono in Lui, afferma: “Chi ha sete, venga a Me e beva e da lui sgorgheranno fiumi d’acqua viva”.

    Il profeta Ezechiele vide che solo i segnati dal Tau entreranno nella Gerusalemme vera, mentre gli altri conosceranno la strage, la condanna e il castigo e il tempo è ormai vicino, perciò Lui esorta i presenti a non tardare a segnarsi col segno che salva e a mettere in loro la Luce e la Sapienza, a non tardare ancora a pentirsi e a piangere per loro e per gli altri, per potersi salvare.

    Il profeta ebbe anche la visione di ossa che riprendono vita per essere sottoposte all’estremo giudizio dopo il quale tutto cesserà di esistere, salvo il Paradiso - nel quale sarà luce, gioia, pace e amore - e l’Inferno - dove saranno tenebre, dolore, orrore e odio - che dureranno per sempre.

    L’Altissimo ha grande dolore per gli uomini che vivono nelle idolatrie poiché ha creato gli uomini per lui, ma ne ha ancora di più per il popolo eletto, istruito da lui direttamente o dai suoi profeti e che è morto spiritualmente e ha preparato un miracolo: chi ha sete di Vita, a qualunque popolo appartenga, venga a Lui che non respinge nessuno, ama tutti e vuole tutti con sé, nel Suo lavoro, nei Suoi meriti e nella Sua gloria. Chi invece non crede in Lui, perirà come salina dove la vita non può sussistere. Dopo di Lui verrà un Altro uguale a Lui che farà capire queste parole agli uomini e li trasformerà in “luci”.



    492 A Betania viene ricordato Giovanni di E’ndor.


    In casa di Lazzaro, Elisa propone a Gesù di occuparsi lei stessa, ormai anziana, come una madre, di Lui e degli apostoli e la proposta viene accettata.

    Poi, lei domanda di Sintica temendo che possa essere tornata nell’errore ma Gesù le assicura che la greca ha saputo esercitare verso un israelita perseguitato - Giovanni di Endor, ora morto -la carità che gli Israeliti non avevano, anzi gli hanno spaccato il cuore e non si pentono del loro omicidio ma è meglio non dirlo affinché non ne giubilino satanicamente.

    Nel dirlo, il Maestro guarda fisso non l’Iscariota ma Giovanni di Zebedeo, poiché sa che nessuno penserebbe che lui sia capace di un’azione del genere.



    493 Discorso presso la fonte di En Rogel, che fu luogo di sosta dei tre Savi.


    Gesù si limita a dare del cibo a dei lebbrosi, poiché essi non gli chiedono altro.

    Poi decide di fermarsi a En Rogel poiché vi si sono svolti vari fatti notevoli.

    Anzitutto, i Tre Savi venuti ad adorare il Messia si fermarono qui a passare la notte, anziché dal sanguinario Erode e il giorno dopo videro di nuovo la stella che li aveva guidati fino a Gerusalemme. Essi non cercavano gloria ed onori ma di trovare Dio e dopo poche ore di preghiera riapparve loro la stella: non manca mai la stella di Dio a chi la cerca con amore e giustizia.

    En Rogel ha visto anche la giustizia di Davide e il peccato di Adonia che tentò di essere proclamato re al posto di Salomone. Non è il luogo ad avere il merito o la colpa del comportamento dell’uomo, ma la sua volontà di accogliere la luce o il veleno e di divenire giusto o peccatore.

    In questa località vi è anche un pozzo con muri e un tetto - che impediscono che il vento vi porti foglie e lordure - e anche un guardiano che vigila affinché nessuno corrompa le acque.

    Anche all’uomo à stato dato un guardiano - la volontà intelligente e cosciente - e un riparo – i comandamenti e i consigli evangelici - affinché lo spirito dell’uomo non sia corrotto scientemente o inconsapevolmente, ma se l’uomo corrompe la sua coscienza e il suo intelletto, non ascolta le ispirazioni del Cielo, calpesta la Legge è come un guardiano che lascia incustodito il pozzo, ne smantella le difese e lascia libero il campo alle concupiscenze del mondo e della carne e alle tentazioni che è sempre prudente sorvegliare e respingere.

    Gesù vede tra i presenti molti gentili, perciò dice loro che non c’è da acquistare solo mercanzie, ma anche la vita per la loro anima, che è destinata a vivere in eterno e potrà avere un’eternità felice solo accettando la fede nell’unico vero Dio e osservando i suoi comandamenti.



    494 La donna adultera e l’ipocrisia dei suoi accusatori. Vari insegnamenti.


    Gesù sta parlando all’interno del Tempio, mentre fendendo la folla che lo ascolta entra un drappello di scribi e farisei gesticolanti e velenosi, trascinando una donna e l’accusano di adulterio, tradendo il marito che non le faceva mancare nulla e affermano che Mosè ordina la lapidazione di tali donne.

    Gesù smette di parlare alla folla e comincia a scrivere sulla sabbia cosa sono gli accusatori: “Usuraio”, “Falso”, “Assassino”, “Libidinoso”, “Usurpatore”, “Marito e padre indegno”, “Bestemmiatore”, Ribelle a Dio”, “Adultero”.

    Essi insistono nel chiedere a Gesù cosa si deve fare a quella donna e Lui risponde: “Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra”.

    Ed essi se ne vanno a uno a uno.

    Allora, il Maestro fa allontanare i due apostoli presenti, poi dice alla donna che neanche Lui la condanna ma che torni a casa, sappia farsi perdonare da Dio e dall’offeso e non pecchi più.

    Dopo la visione, Gesù dice a Maria Valtorta che ciò che Lo feriva era la mancanza di carità e di sincerità negli accusatori, comprese alcune donne che tacevano ma l’accusavano in fondo al cuore, senza essere prive di colpa, poiché non è adultero solo chi arriva all’atto, ma anche chi lo desidera con tutte le sue forze dentro il cuore.

    Anzi, chi accarezza pensieri di senso e suscita sensazioni di senso con letture e spettacoli cercati appositamente e con abitudini malsane è più colpevole perché va col pensiero contro natura oltre che contro morale.

    Quegli accusatori avevano molte colpe, ma la più comune era quella di adulterio di fatto o di desiderio.

    Chi manca di affetto verso la propria consorte o la propria figlia ha il novanta per cento della colpa dei loro adulteri, commessi di solito alla ricerca di conforto, specialmente dal sesso debole.

    Lui aveva allontanato i due apostoli perché non si deve annichilire il peccatore aumentando la sua mortificazione con la presenza di due testimoni, ma usare rispetto e carità.



    495 Lezione sulla misericordia in risposta alle obiezioni sul perdono all’adultera. Congedo ai discepoli sulla via di Betania.


    A un apostolo che gli domanda se ha fatto qualche miracolo quella mattina, Gesù risponde di no, ma afferma di aver concesso un perdono e fatto una difesa, a beneficio di un’adultera - dicendo ai suoi accusatori che fosse chi era senza peccato a lanciare la prima pietra.

    Giuda Iscariota lo disapprova poiché così si procura nuovi nemici ed è contro la Legge, e aggiunge che Dio dà il perdono a chi lo chiede col pentimento.

    Gesù ribatte:

    ·           che se Dio dovesse colpire chi alla colpa non fa seguire subito il pentimento...,

    ·           che è ancora più peccatrice la donna che spinge altri a peccare, poiché fa contemporaneamente la parte del serpente e del peccatore;

    ·           che bisogna dare alle anime il tempo di giungere al pentimento e che se ne ricordino quando saranno maestri delle anime,

    ·           che dovranno avere due cose per esserne degni: anzitutto una vita austera per se stessi, di modo da poter giudicare senza le ipocrisie di condannare negli altri ciò che perdonano a loro stessi e, poi una paziente misericordia per dare modo alle anime di guarire e di fortificarsi, anche a quelle soggette a ricadute. In caso contrario esse si faranno una cattiva idea di Dio - vedendo in Lui una durezza intransigente - e torneranno a gettarsi tra le braccia dei falsi amici e maestri.

    Poi, dice agli Apostoli:

    -            che non devono essere invidiosi gli uni degli altri, ad esempio per quelli invitati a restare con Lui anziché a spargersi per la Palestina;

    -            che gli ordini che darà loro, sono per il loro bene;

    -            che devono essere giusti, disinteressati e pazienti poiché devono servire Dio e non il proprio io, anche se ciò procura dolore o danno ai loro interessi umani. Alcuni discepoli, infatti, si sono staccati da Lui perché volevano regolarsi da loro stessi ed era stata la superbia a farli allontanare.

    Alcuni discepoli, infatti, si sono staccati da Lui perché volevano regolarsi da loro stessi ed era stata la superbia a farli allontanare.



    496 Turbamento improvviso di Giuda Iscariota durante una sosta nella casetta di Salomon.


    Gesù si reca alla casetta donata da Salomon e viene accolto con gioia dal vecchio che ne è il custode, solo che si dispiace che il Maestro non abbia potuto mangiare le verdure e i frutti coltivati soprattutto per Lui.

    Egli dice che Lo hanno cercato molto i farisei e che hanno fatto domande anche circa Giovanni di Endor e si domanda perché Lui sia oggetto di tanto odio.

    L’Iscariota è infastidito da questi discorsi e vorrebbe che Gesù tacesse, ma il Maestro risponde che più che non sentire bisogna non acconsentire a ciò che fanno quelli che sognano di vedere Lui perire nel Suo sangue, che sperano di spegnere la Luce, togliendole il sangue, ma la Luce è spirito e quando il sangue e la carne saranno consumati nel sacrificio, il Suo spirito farà più che mai Luce nel mondo ed essa abbacinerà per sempre gli odiatori della Luce.

    Poi a tavola, Gesù rompe il silenzio domandando se i paesi dei dintorni hanno accolto la parola del Signore ed Anania risponde di sì, poiché questa sponda del Giordano è il paese del Battista e ci sono pochi farisei.



    497 Un’ora di sconforto di Simon Pietro.


    Pietro è su un colle ed è molto accasciato. Vorrebbe morire al pensiero che potrebbe essere lui a tradire Gesù o ad acconsentire per paura alla Sua uccisione.

    Gesù gli risponde che questi pensieri provengono da Satana che vuole allontanarlo dalla sua missione, che è quella di continuare la Sua opera attraverso la Chiesa, perché la nuova religione dovrà illuminare la via ai viandanti del Cielo che vivono nei paesi che brancolano nel buio del gentilesimo e dell’idolatria.

    Bisogna perdonare quelli che vogliono il Suo male, poiché c’è perdono anche per loro se si ravvedono, e lasciare a Dio il compito di punire quelli che Gli faranno del male.

    Non deve farsi inutili crucci per il domani ma pensare che Dio non dà solo il pane quotidiano ma anche gli aiuti. La preghiera ci fa sentire Dio vicino, ci dà pace, forza spirituale, amore, compatimento…anche verso noi stessi.

    Infine, Gesù recita con lui il Pater e Pietro si rasserena.



    498 Esortazione al Taddeo e a Giacomo di Zebedeo a seguito di un diverbio con l’Iscariota.


    L’Iscariota trova imprudente andare troppo vicino a Macheronte, ma Gesù gli risponde che da Esebon sono venuti fino a Cafarnao per cercare salute e sapienza e che anch’essi sono creature di Dio.

    Poiché Giuda insiste, Giacomo d’Alfeo interviene cercando di zittire Giuda e allude alle sue bugie.

    Gesù si rattrista della loro mancanza di carità reciproca e afferma che vorrebbe che almeno gli apostoli fossero una consolazione per Lui, dal momento che già molti nel mondo Lo fanno soffrire. Egli non ha scelto come apostoli gli angeli, poiché voleva lasciare degli esseri umani nel mondo dopo di Lui, che fossero di esempio e che mostrassero che l’uomo può essere buono e vincere i propri istinti, se lo vuole. Essi, però, non devono pretendere di diventare perfetti in un attimo, poiché l’uomo si evolve lentamente, quindi deve compatire anche se stesso, non solo il prossimo.



    499 Fuga da Esebon e incontro con un mercante di Petra.


    Ora gli apostoli e Gesù sono trattati minacciosamente dal popolo. Natanaele dice che andrebbero puniti come gli abitanti del tempo di Mosè, ma il Maestro risponde che anche in altri luoghi Lui è stato trattato con ostilità in un primo momento, ma poi è stato accettato e che ci vuole compatimento e pace.

    Poi, si imbattono in un mercante straniero che chiede di parlare con Gesù perché ha due figli ciechi, o quasi, e ha sentito che solo Egli può fare il miracolo di guarirli, ma che finora non è mai riuscito ad incontrare il Maestro e, dopo che glielo hanno indicato, Lo supplica di aiutarlo e manifesta la propria piena fede in Lui, Figlio di Dio.

    Gesù allora gli dà appuntamento al monte Nebo, dove si sta recando per predicare ai pastori del luogo.



    500 Riflessioni di Bartolomeo e Giovanni dopo un ritiro sul monte Nebo.


    Giovanni afferma di non capire come il mondo non capisca Gesù. Bartolomeo gli risponde che gli Israeliti si sono fatta un’idea umana del Messia e perfino loro apostoli non sanno giungere all’idea di una regalità spirituale del Redentore.

    Bartolomeo risponde che ogni pietra e località intorno a loro ha un nome che ricorda la promessa di un Salvatore, ma essi nel corso dei secoli si sono fatti l’idea di un Messia vendicatore, di un Re umano e non riescono più a vederLo così come è realmente.

    La Redenzione non sarà solo per la Colpa di origine, ma anche per i peccati individuali e durerà per tutti i secoli per coloro che crederanno nel Signore.



 

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